Chef e musica

Un po’ di leggerezza. Che piaccia o no, queste sono le settimane in cui molti il giovedì sera si inchiodano davanti alla TV per guardare Masterchef, programma che da quattro edizioni laurea nuovi talenti culinari, al termine di una gimcana fatta di sfide, peripezie, frignamenti vari, conditi da qualche consiglio, e da molti sguardi truci, dei giudici. Sì, perché il programma, nella versione italiana ha tre giudici, amatissimi pare, due cuochi stellati (si dice così?), Bruno Barbieri e Carlo Cracco e un imprenditore della ristorazione, ma anche autore, musicista, insomma multitasking, l’italo americano Joe Bastianich (sì sì, quello di “mi stai diludendo”). Smetto, perché so che il nostro territorio è zeppo di Masterchef addicted pronti a bacchettarmi per ogni imperfezione e non vorrei mai farmi nemici armati di coltelli e spelucchini. Provo a vedere, pescando a caso nel gruppo, se qualcuno di loro metta un po’ di musica nei propri piatti.

Girovagando in rete scopro che Carlo Cracco è amico di Cesare Cremonini, insieme condividono la passione per le auto veloci, Cremonini ama la cucina di Cracco, Cracco la musica di Cremonini. Questo è un dato, cui aggiungere, tha dha, l’immancabile play list del rinomato Chef. Craccoocchiammaliatori ama la musica di Battiato e dei Cure, ma anche Jay-Z, Alicia Keys, Jovanotti, i Radiohed e Tiziano Ferro, passando per Rolling Stone e U2. Una bella macedonia, cui aggiungere un po’ di Lenny Kraviz, una spolverata di Kiss e un pizzico di Piero Ciampi in salsa La Crus. Interessante la sua variazione musicale, tiene conto di molti ingredienti, non disdegna né produzioni stagionate, né primizie, si lascia attirare dall’esotico, senza tralasciare il classico e il casalingo.

Sarebbe bello che ogni tanto sui menù ci indicassero con quale musica lo Chef si sia accompagnato, per magiare un po’ di cibo musicale, chessò un filetto alla “Boys dont’cry” dei Cure è forse preferibile a una zuppa al ritmo degli Stones? Meglio una frittura preparata con “Senza Scappare mai più” di Tiziano Ferro, o un risotto cucinato con sottofondo di “Thank You” dei Led Zeppeling?

Personalmente, amerei un brasato nato sotto le avvolgenti note di “I’ll Take Care Of You” di Joe Bonamassa con Beth Hart.

Barolo e Bonamassa, un’anticamera di paradiso.

 

 

Elena Miglietti

Giornalista, appassionata di Medioevo e pallavolo, scrive favole. Per Coop ha coordinato per diverso tempo la redazione piemontese del periodico Consumatori, essendo anche membro della redazione nazionale. Da anni racconta l'esperienza delle cooperative Libera Terra, che lavorano le terre confiscate alla malavita dell'entroterra corleonese. E' fra i promotori del S.U.S.A. Collabora con Radiocoop dal 2010.

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