Forme e colori della musica, nell’attesa di scoprirne il gusto.

La musica è un universo immenso che racchiude in sé un mare di suoni cui le persone legano esperienze, emozioni, sentimenti. Ogni giorno affrontiamo questa arte raccontando di come oggi accompagni ogni aspetto della nostra vita, dall’ascolto di brani, al legame con jingle pubblicitari e colonne sonore. Ascoltiamo la musica, ne scriviamo, ne leggiamo, ma… non la guardiamo. O almeno non la guardiamo più. E’ il bello, ma anche il limite del mondo contemporaneo: lo sviluppo tecnologico, dal grammofono in poi, fino ai nostri modernissimi strumenti, consentono a tutti di avere costantemente musica riprodotta nelle orecchie. Un tempo non era così: la musica si guardava! Per ascoltare ci si doveva trovare materialmente al cospetto degli esecutori, fossero essi una grande orchestra, grandi lirici, o anche solo la zelante fanciulla che si esibiva al piano in salotto.

Per questo rimane anche nel nostro linguaggio la tendenza a dire “vado a vedere il concerto di” e non “vado a sentire il concerto di”.

Riflettere su questo aspetto porta a confrontarsi su due diversi aspetti, da un lato guardare la musica nel senso di guardare chi la esegue, quindi legare al suono, l’immagine dell’esecuzione; dall’altro guardare la musica come rappresentazione grafica, pittorica, coreutica. Ecco quindi che la quarta arte diventa trasversale a tutte le altre ed entra nell’immaginario di artisti, pittori, fotografi, coreografi, ma viene anche stigmatizzata in regole, segni, grafica precisa, per essere tramandata, esattamente come la scrittura ci ha trasmesso la storia.

Quando la musica si guardava e ascoltava contemporaneamente, essa era motivo di aggregazione familiare, occasione di ritrovo, le case si dotavano di stanze della musica in cui eseguire e ospitare gli ospiti; forse non sempre la qualità era ottima, non sappiamo se si improvvisasse o se vi fossero le hit del momento, certo è che le immagini dei dipinti del passato rimandano a placidi momenti di rilassata convivialità.

Quando invece si prova a pensare a che aspetto abbia la musica, ecco che a confrontarsi sono estro, fantasia e regola. La regola impone un pentagramma con una serie di segni grafici cui il musicista associa un suono, in base alla chiave di partenza. Termini quali adagio, allegro ma non troppo, indicano la forma esecutiva, il paradigma della musica diventa mistero decodificato solo dagli esperti. Estro e fantasia emergono prepotentemente quando personaggi come Vasilij Kandinskij decidono che la musica abbia un colore, giallo, verde o Violett, come in una sua famosa opera, esperimento fra pittura e musica. Gli fanno eco studi e ricerche che definiscono chiaramente un colore per ogni strumento: il suono squillante della tromba è giallo, il flauto agile e pastoso è azzurro, il violino, vibrante ed espressivo, è verde, il contrabbasso, scuro e profondo, è blu.

Questa meraviglia visiva trova spazio, nella mente di chi ascolta: ogni bel suono crea anche una bella immagine. Quel genio di Walt Disney è riuscito anche in questo senso a dare concretezza alla fantasia, rendendo protagonista la Colonna Sonora, vero e proprio personaggio di quel capolavoro di animazione che fu Fantasia. In questo caso la Colonna Sonora viene addirittura intervistata, inquadrata in primo piano, è tangibile, esiste e ci presenta la forma e il colore di tutte le note e di tutti gli strumenti, un momento raro di intelligenza narrativa.

 

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La fantasia di Walt Disney forse era sintomo del genio che precorre i tempi, poiché molte delle sue immagini somigliano a quelle reali della visualizzazione del suono, rese possibili dai moderni strumenti elettronici per cui oggi si può vedere la forma d’onda del suono derivante dalla registrazione stereofonica di un trio jazz, o la rappresentazione grafica della musica elettronica.

A questo punto non resta che chiedersi: che gusto ha la musica?

Elena Miglietti

Giornalista, appassionata di Medioevo e pallavolo, scrive favole. Per Coop ha coordinato per diverso tempo la redazione piemontese del periodico Consumatori, essendo anche membro della redazione nazionale. Da anni racconta l'esperienza delle cooperative Libera Terra, che lavorano le terre confiscate alla malavita dell'entroterra corleonese. E' fra i promotori del S.U.S.A. Collabora con Radiocoop dal 2010.

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