Musica da pranzo

Esiste un vasto e vario repertorio di musiche per accompagnare i banchetti, composte appositamente per fare da sottofondo o come intervallo tra i servizi. Questa abitudine ad accompagnare i pasti con musica è in auge fin dai tempi degli Egizi ed è stato ripreso da Greci, Etruschi e Romani, rinvigorendosi in epoca medievale per poi raggiungere la sua apoteosi a partire dal ‘400, quando la presenza di cantori e musici era quasi d’obbligo. E sei banchetti ufficiali delle corti erano allietati da liuto e arpe, magistralmente strimpellati per deliziare con delicate danze strumentali le auguste orecchie dei commensali, le feste di piazza e i pranzi in taverna erano un po’ più caciaroni, ma sempre discreti.

Tra ‘600 e ‘700 poi il genere “musica da pranzo” conquista l’interesse dei compositori e si caratterizza come vero e proprio genere (tutti conoscono la Tafelmusik di Georg Philipp Telmann, nevvero?), attirando l’estro di personaggi come Beethoven e Rossini che non disdegnarono di applicarsi a questo modello creativo. Rossini in particolare, musicista e anche grande gastronomo, compose brevi arie per piano intitolate ad antipasti e dessert, mentre Beethoven si concentrò sui fiati, per lui più adatti al pasto.

Ecco, questo è ciò che accadeva un tempo: musica armoniosa allietava le orecchie, mentre il gourmet deliziava il palato, azioni che già solo nell’uso del lessico usato (i verbi “allietare, deliziare” accanto ad aggettivi come “delicato”) rimandano a un’idea di calma placida e soavi momenti.

Oggi, qualunque sia la vostra esperienza, diventa difficile incontrare un quartetto d’archi in pausa pranzo, a meno che non siate avvezzi a bucolici déjeuner sur l’herbe, più che alla tavola calda vicino all’ufficio. Per fortuna i moderni mezzi consentono la diffusione della musica in altro modo, forse un po’ meno romantico, ma altrettanto gradevole: non è, infatti, una questione di stile musicale, ma di volumi, tutto sta nel sottile confine fra allietare e disturbare. Quindi, quando capita di trovarsi in una situazione in cui la musica distolga da conversazione o altre forme di condivisione, non prendetevela con lei, ma con lo scellerato umano che non sa dosare i volumi e trasforma un delizioso cafè chantant in un girone infernale.

Come in tutto, è sempre una questione di opportunità e misura.

Siate placidi e buon appetito!

 

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Elena Miglietti

Giornalista, appassionata di Medioevo e pallavolo, scrive favole. Per Coop ha coordinato per diverso tempo la redazione piemontese del periodico Consumatori, essendo anche membro della redazione nazionale. Da anni racconta l'esperienza delle cooperative Libera Terra, che lavorano le terre confiscate alla malavita dell'entroterra corleonese. E' fra i promotori del S.U.S.A. Collabora con Radiocoop dal 2010.

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