Riassunto settembre 2022. Tutte le recensioni

 

 

Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati. Nel mese di settembre 2022 abbiamo recensito 45  ALBUM e presentato 93 VIDEO.

Dall’inizio dell’anno RadioCoop ha recensito 351 album e presentato 1.027 video.

ALBUM

3 ON VEGA – KolorBloks

Possente album strumentale, di eccellente fattura tecnica ed espressiva che ci porta nell’ambito del math rock di gusto nu progressive, caro a nomi come The Battles ma che non disdegna sguardi agli ultimi King Crimson (o a quelli di “Discipline”). Ed effettivamente al disco non è alieno l’uso della chitarra in chiave Frippiana. Un lavoro più che apprezzabile e coinvolgente.

ABISSO – Son of Abyss

Il duo artistico italiano di matrice dark, EryaV & D’avy proponbe un album avvolgente  dal mood ambient, minimale, cerebrale. Il risultato non è facilmente fruibile ma ugualmente intenso e ideale per una colonna sonora.

ALI + THE STOLEN BOY – Garcon ratè

Progetto molto interessante e originale quello del cantautore in costante viaggio tra Italia e Parigi. Sorprende la notevole capacità di fondere sonorità apparentemente antitetiche come hip hop, chanson française, musica popolare pugliese, elettronica, electro, pop. Il tutto interpretato con un approccio teatrale, drammatico, solenne. Ottimo e da scoprire.

APOGOD PROJECT – A Prog Bible

Un concept album nato dal progetto musicale che prende vita nel luglio del 2018 da un’idea del duo siciliano costituito da Patrick Fisichella e Giovanni Puliafito, all’insegna di un prog metal epico e solenne. Prevalentemente strumentale, potentissimo, con complessi intrecci armonici e tecnici, senz’altro un must per gli appassionati del genere.

ATARAXIA – Pomegranate

Attiva da oltre 30 anni, 28 album nel carniere, concerti in tutta Europa e Sudamerica, la band modenese mette a segno un ennesimo piccolo gioiello di lirismo, con una folk dark wave solenne, classicheggiante, dalle movenze ambient, sospese, intrise di malinconico e drammatico romanticismo. Il tutto caratterizzato da sontuosi arrangiamenti e atmosfere uniche.

ATTO SEGUENTE – Following figures

Il progetto solista di Andrea Vernillo prende vita con un album algido e ostico, rigorosamente elettronico, in cui abbraccia un ampio spettro espressivo. Su un retaggio da pianista classico si innestano suggestioni che arrivano dalle prime esperienze di Bjork, da Aphex Twins, la post wave dei Radiohead, l’ipnotico procedere dell’ultimo album di Iosonouncane. Interessante viaggio dai tratti quasi psichedelico moderni.

BAG OF SNACKS – Love songs for work haters

Il trio piemontese torna con un nuovo sparatissimo album, a base di punk rock e hardcore di ispirazione californiana dei primi anni 80. Il tutto condito da attitudine e spirito garage. Undici brani eseguiti con la giusta attitudine, grande potenza e precisione tecnica.

GIACOMO BALDELLI – New York City tracks

Giacomo Baldelli, artista italiano di casa a New York rielabora brani di Steve Reich e Philip Glass, tra gli altri con il solo apporto della chitarra elettrica, tra minimalismo e un approccio che riporta ai “Frippertronics” di Robert Fripp. Il tutto come omaggio alla città di New York nella sua frenesia e mescolanza.

ROBERTO BALLAURI – Occasioni

Un buon esordio per il cantautore cuneense, all’insegna di un sound semi acustico che all’interno dei cinque brani spazia tra la classica canzone d’autore nostrana (con numerosi riferimenti a Rino Gaetano) e una buona dose di personalità e originalità, soprattutto compositiva. Da tenere d’occhio.

BASTEIRO BERTOLI’ – Boh

Il secondo album della cantautrice e attrice spagnola, Basteiro-Bertolì, romana d’adozione, si caratterizza immediatamente per un’impronta personale, dai tratti particolarmente originali. Una vena dark si unisce a un folk dalle tendenze medievaleggianti, prendendo spunto dai Jethro Tull di quel Ian Anderson che l’ha scoperta e ha collaborato al suo primo album “Cofing”. Il risultato è intrigante, molto ben fatto e accattivante. Ottimo.

C’AMMAFUNK – Bouncing

La band salernitana rinnova la tradizione campana dell’amore per il funk e la fusion (da Napoli Centrale e James Senese in poi) con un album di altissimo livello qualitativo, soprattutto nei termini di un’impeccabile esecuzione e un gusto sopraffino per suoni e arrangiamenti. Brani ispiratissimi, groove a pioggia, influenze mediterranee per un album di pura eccellenza.

DEAD CAT IN A BAG – We’ve been through

Prosegue il cammino fangoso di Luca Swanz con la sua creatura Dead Cat In A Bag, giunta al quarto album. Le sue canzoni ci portano nel terreno paludoso, fumoso, dai miasmi blues, in cui camminano abitualmente le anime di Nick Cave (anche nei suoi retaggi Birthday Party, vedi il riff di “Wayfiring stranger”, Tom Waits (il riferimento più diretto e palese dell’album), il Mark Lanegan più oscuro, fino al punk blues dal timbro balcanico e Pogues di “Fiddler, the ship is sinking”. Grande lavoro di arrangiamento e di ricerca del suono, ottime composizioni, giusta attitudine.

DUE VENTI CONTRO – Terzo tempo

Terzo album per il cantautore piemontese Due Venti Contro (Giacomo Reinero), alle prese con dieci brani autografi che attingono dalla canzone d’autore italiana (con una predilezione per Lucio Dalla e Samuele Bersani) ma che guardano con attenzione a sonorità pop rock elettroniche moderne, fresche e frizzanti, di gusto “brit”. Un lavoro molto curato da un punto di vista degli arrangiamenti e delle sonorità, maturo e sicuramente interessante.

ALESSANDRO DI DIO MASA – Tutto a mio tempo

Il compositore, produttore e arrangiatore Alessandro Di Dio Masa, dopo quarant’anni di esperienze musicali come chitarrista, approda al suo primo album da solista come cantautore. Tredici brani profondi e intensi in cui abbraccia le radici della canzone d’autore italiana, da Lucio Dalla a Paolo Conte, Ivano Fossati, Enzo Jannacci, Francesco De Gregori che di volta in volta appaiono in filigrana nelle sue composizioni. Il taglio è comunque personale e lodevole è la capacità di lasciare le fonti di ispirazione in sottofondo. Ottimo.

DUO PSICANTRIA – Abitarsi

Il nuovo album degli psicoterapeuti e cantautori Gaspare Palmieri, modenese, e Cristian Grassilli, bolognese esce nel formato libro-disco con la finalità psicoeducativa di raccontare le emozioni (rabbia, paura, vergogna) e i sentimenti umani (coraggio, invidia, compassione, gentilezza) attraverso canzoni inedite e contributi di esperti psichiatri e psicologi sugli argomenti trattati. Musicalmente il duo ha scelto la formula cantautorale a metà tra Francesco De Gregori e la sferzante verve di Pierangelo Bertoli. Brani bene arrangiati e di ottima caratura compositiva, per un progetto di grande spessore.

EDDA – Illusion

Al sesto album il cantautore milanese conferma il suo passo artistico atipico, sempre sorprendente, non solo personale ma unico e inimitabile. Una sorta di Syd Barrett nostrano a braccetto con Rino Gaetano, più semplicemente Edda. Nel nuovo lavoro è affiancato da Gianni Maroccolo alla produzione che dona un nuovo carattere e tratto artistico alla sua scrittura. Canzone d’autore, un’impronta jazzy in molti brani ma anche impennate rock/post wave, a cui si uniscono le consuete criptiche liriche malinconico/romantiche e una voce inconfondibile. Un nuovo album che si pone tra i migliori dell’anno in corso.

FLORAL GRIN – Vivere felici non ci riesce

L’ep d’esordio di  Floral Grin, nome d’arte di Riccardo Volpe, musicista e compositore veneziano lo coglie alle prese con un’originale forma di  urban pop molto vicina all’estetica sonora trap e a una vena cantautorale anni 90, intensa e indie pop. Lo stile è piuttosto personale e il risultato finale indubbiamente interessante.

ROBERTO GARIONI – Impronte sonore

Il cantautore lodigiano alle prese con un ep di cinque brani che ne evidenziano la versatilità compositiva ed esecutiva, tra brani pop, momenti più rock, un’interessante, imprevedibile e riuscita escursione in atmosfere reggae e soul (“Rag scomodo”). Garioni dimostra ampia padronanza della materia, una voce solida ed eccellente, guarda non di rado a Luca Barbarossa e alla migliore canzone d’autore e pop italiana. Ottimo.

HAKAN – Manifesto

Quarto album per la band bergamasca, come sempre a base di un sound che viaggia dritto e spedito, tra punk rock di gusto Ramones e rock ‘n’ roll ruvido e abrasivo con una vena melodica che caratterizza ogni brano e che riporta ai primi Buzzcocks (“Jas is moving to town” su tutti). Il disco funziona dall’inizio alla fine con tredici brani che restano costantemente sul minuto e mezzo di durata. Ottimo.

I’M THE VILLAIN – To eat yourself

Il progetto solista di Gianmario Galano (The Bidons, When the Clouds e Fiori di Cadillac) all’esordio con un ep che si muove in un ambito dream pop con riferimenti particolari a Verve e Richard Ashcroft. Sei brani dalle atmosfere delicate e color pastello, dall’incedere felpato, molto ben composti e dal respiro internazionale. Ottima partenza.

NERO KANE – Of knowledge and revelation

Il terzo album dell’artista milanese ci porta in un viaggio psichedelico fatto di atmosfere sospese, oscure, solenni, malinconiche, drammatiche, in cui abbraccia folk apocalittico, post wave e una sorta di canzone d’autore goth/dark dall’attitudine ambient, screziata dalle molteplici anime dei Velvet Underground. Spiccano originalità e personalità, che sublimano una maturità artistica di primo livello.

KICCA – Call me sugar

Brillante ritorno della cantante veneta/parigina con un album ultra groovy di funk, soul, disco, bluesy, perfino un salto nel reggae e nello ska, con la consueta stupenda voce che spazia tra inglese, francese e italiano. Arrangiamenti sontuosi, brani (tutti autografi) sempre frizzanti e pulsanti, disco delizioso.

L’ALIBI – Mista #1

Un lavoro coraggioso, imprevedibile, oltraggioso, indecifrabile. Elettronica, hip hop, funk, rap, fusion jazz, si mischiano a testi provocatori, al limite con il demenziale. Il risultato è spiazzante ma molto intrigante e soprattutto originale.

LO STRANIERO – Falli a pezzi

L’omonimo disco d’esordio del 2016, il successivo “Quartiere italiano” (2018) compongono con il nuovo album “Falli a pezzi!”  una personale trilogia della band dedicata al tema della fuga. Un lavoro che mischia un approccio di estrema fruibilità melodica con basi electro, dance e trip hop in un sapiente melange ricco di personalità e carattere. Ottimo.

FABIO MACAGNINO – Sangu

Il cantautore e performer teatrale italo-tedesco stende l’ascoltatore con il potentissimo nuovo album in cui travolge con un folk tribale di matrice calabrese/mediterranea dall’attitudine quasi punk tra Cesare Basile e Il Pan del Diavolo. Ma che ha il garbo di diventare una ruvida ninna nanna nella struggente  “Janestra mi fici” (uno dei migliori episodi dell’album) o un malinconico blues (“Fortuna”). Interessantissimo e crudo.

THE MANGES – Book of hate for good people

Alle soglie del trentennale di carriera la band spezzina firma il sesto album (oltre a vari 45, ep, raccolte e un live), confermandosi una delle migliori punk rock band in circolazione. Compatti, i Ramones (da sempre) nell’anima, potenti, grandi brani e melodie, totale padronanza della materia. Un nuovo grande lavoro.

MARIA MESSINA – Non siamo mai quelli di una volta

Dopo un esordio in inglese la musicista/cantautrice veneto/piemontese si cimenta con un lavoro in lingua italiana, raggiungendo vette liriche e compositive di primissimo livello. Il mood (pianistico/semi acustico) si muove tra un approccio classico (dalle parti di Tori Amos ma anche Nada, un pizzico di Carmen Consoli e Luigi Tenco ) e una vena più sperimentale che riporta a Debora Petrina e Mimosa Campironi. Messina compone benissimo, canta ancora meglio, gli arrangiamenti sono personali e il risultato finale è originale e ben riconoscibile, ai confini con l’eccellenza.

I MITOMANI BEAT – Ciononostante

Terzo capitolo per il quintetto romano che ribadisce la sua predilezione per le sonorità beat di ispirazione anni Sessanta. La band in realtà approfondisce il suo percorso nell’ambito spaziando anche in atmosfere jazzy (di sapore Buscaglione), blues, garage, soul (la bellissima cover di “Rescue me”). Tanta ironia, ottimi brani, suoni sapientemente pertinenti, vari ospiti, un disco godibilissimo.

MOON’S MALLOW – Long lost

La band barese firma il secondo album a base di un sound piuttosto personale che attinge dalla psichedelia e da un rock aspro ma allo stesso tempo dalle marcate linee melodiche. I dieci brani autografi si muovono compositivamente molto bene, spesso in forma di ballata e con una buona capacità esecutiva. Ottimo.

MORGANA – Contemporaneità

Esordio grintoso e personale quello della giovane band fiorentina, pur attingendo da sonorità e attitudine che riporta alla post dark wave dei primi anni 80 e a certe caratteristiche care a gruppi come X Ray Spex. L’impronta punk di molti brani ne esaltano la freschezza e l’urgenza. Ottima partenza.

ONEEYEDJACKED – Headaches

La band bresciana si inerpica sui torridi sentieri di un sound stoner, strettamente imparentato a forti influenze grunge e psichedeliche. Impatto potentissimo, un’attitudine rabbiosa, acida e aspra, capacità esecutive di primo livello. Un lavoro che sarà apprezzatissimo dai cultori del genere.

OSSI – s/t

Simone Tilli e Vittorio Nistri (anime degli sperimentali e avanguardisti Deadburger) alle prese con una nuova creatura artistica e 12 brani autografi, registrati con Andrea Appino, Dome La Muerte e Bruno Dorella. Un album che esplora psichedelia, garage beat ma anche e soprattutto quell’anima dissacrante che porta da Zappa e Captain Beefheart ai nostri Skiantos (erroneamente sempre derubricati a “demenziali”), inserendo riferimenti ben precisi al concetto, troppo dimenticato, di controcultura. Splendida la confezione vinilitica gatefold, con all’interno, posizionato in una speciale tasca fustellata, un booklet fumettistico di 28 pagine a colori, stampato nel formato originale degli albi dei Freak Brothers, e colmo di invenzioni, In copertina un disegno di Andrea Pazienza. Album importante e originalissimo.

PARRELLE – Il mio cuore ha fatto crack

Esordio a tinte pastello, con sei brani di indie pop dalle tinte malinconiche, ben strutturati, arrangiati senza troppi fronzoli, a favore di immediatezza e freschezza. Un lavoro molto gradevole.

GIORGIO PEGGIANI – Contro il logorio della vita moderna

Un album atipico in cui il filo conduttore è la maestria con cui l’autore si cimenta con l’armonica diatonica, protagonista degli undici brani che spaziano da blues, folk, fino al liscio e “Il blu dipinto di blu” (oltre ad alcuni brani autografi).

THE RETARDED – Locked down city

Oltre 20 anni di attività, una discografia ricchissima di album singoli. La band pavese torna con un frusciante 45. Due brani, 2 minuti e mezzo l’uno, due l’altro. Punk rock minimale, compatto, mid tempo. Perfetto.

THE SHIFTY SPLIT – Only after

Interamente dedicato alla figura di Alexandre Marius Jacob, l’anarchico francese che ispirò Arsenio Lupin, il nuovo lavoro di Renato Elia, operativo da più di vent’anni nel sottobosco musicale italiano è un percorso dal passo psichedelico, sperimentale, semi acustico lo-fi, a metà tra Syd Barrett e Tony Molina. Molto interessante e originale.

SOUL BASEMENT – Do no wrong

Nuovo elegantissimo, raffinato, super groovy ep per la band di Fabio Puglisi, aiutato dalle stupende voci di Alvin Le-Bass e Lana Gordon. Soul funk con un retrogusto disco, quattro brani di altissima qualità compositiva e artistica, splendidi arrangiamenti, sonorità calde e avvolgenti, un piccolo gioiello nu soul.

N’TO STINA – Musica per coppiette

N’to Stina è Antonio Santi, al terzo album dopo altre esperienze musicali. Un nuovo lavoro che lo vede alle prese con una lunga serie di brevi canzoni in acustico ma con un’impostazione irruente e punk, tra pop e folk, approccio urgente, diretto e immediato. Originale e personale.

SCICCHI – Occhi diversi stessi lividi

Un ep che raccoglie una serie di singoli già pubblicati e un inedito. Cinque brani che testimoniano le ottime capacità compositive ed espressive del giovanissimo cantautore, che sa unire un’anima rock, con un’impronta di evidente derivazione trap e una vena pop malinconica che rende il risultato originale e distintivo.

THE SLURMIES – Epocalypse

Dopo l’album d’esordio torna con un ep di sei brani la band vicentina. Pop punk rock basico e diretto di matrice classicamente Ramones, tra Screeching Weasel, Lagwagon, un pizzico dei primi Green Day. Semplice, ben fatto, ottimi brani, efficaci e convincenti.

STINKING POLECATS – s/t

Mancavano su album da 17 anni! Festeggiano il ritorno con un grande lavoro, dieci nuovi brani fiammanti, puro punk rock dalle tinte 90’s con sprazzi 77 in odore di Stiff Little Fingers (“Go get ready”), energia e freschezza intatte. L’album fila via arrembante, preciso, potente, al limite dell’eccellenza.

STRAMARE – Obliquo

L’esordio del giovane cantautore piemontese ha un sapore allo stesso tempo malinconico e frizzante, in virtù di un’anima pop che non scade mai nel superficiale e scontato. Al contrario c’è un ottimo spessore compositivo, una buona cura per la costruzione armonica, una voce versatile e tante belle melodie. Dunque una buona partenza, foriera di molte aspettative future.

TRA GLI ALTRI – Vorrei tanto non dover guardare

Il progetto del chitarrista Marco Mattioli approda all’esordio su album con nove brani all’insegna della delicatezza acustica, tra atmosfere malinconiche, romantiche, sfumate, sospese su arpeggi minimali e una voce flebile a tratti quasi Battistiana.

VERDENA – Volevo magia

Torna dopo un silenzio discografico durato sette anni, una delle migliori band del panorama nostrano, raro esempio di immediata riconoscibilità e personalità. Dal piccolo capolavoro di “Wow” del 2011, prova di assoluta e totale maturità, a cui seguirono i due ottimi volumi di “Enkadenz”, si arriva al nuovo atteso album che conferma le qualità compositive della band, la capacità di spaziare tra diverse influenze (dalla psichedelia, allo stoner in chiave noise, a evoluzioni ritmiche quasi prog, rock, post wave e tanto altro) con grande versatilità e competenza. Non il migliore episodio della lunga carriera ma pur sempre un ottimo lavoro.

ZAGREB – Fulmini

La band veneta taglia il traguardo del quarto album in otto anni di attività, evidenziando grande maturità e un sound sempre più personale ed efficace. La matrice alt rock e grunge, abrasiva e aggressiva, si unisce alla capacità di creare linee melodiche immediatamente memorizzabili. Ospite di riguardo Omar Pedrini, buona la produzione, molto curati i suoni, un ottimo lavoro.

 

VIDEO

ACRONIMO COSTANZOI – Passame e parole,  ALCHEMICA – Senza dire addio, ALTERPOP – Me stesso, AMBROSINO – Aum!, KEVIN AMORMINO – Uragano, ANDREADIECI – Chiamo gli amici, ANTEA – You’re the light, MARILENA ANZINBI – Belli numeri, STERIA – Domopak, BARBERINI – Pirati, JOE BARBIERI – Meravilhosa avventura, VASCO BARBIERI – Il ritorno, BEBAWINIGI – Ayahoo!, BRUNO BELISSIMO/MAURIZIO CARUCCI – Hai ragione tu, SIMONE BESUTTI – Se davvero mi amassi, IRENE BETTI – Il bacio, CLARA BLAVET – Narcisi e camomille, LORAINE BONGIOLATTI – Voilà, BRIGHT BLIGHTS APART – Fooled, ARMANDO CACCIATO – Come John, ROSSELLA CAPPADONE – Moody’s mood for love, ENZO CAPUTO – Marameo, SARO COSENTINO & PETER HAMMILL – The joke, CROHM – Castels of sand, CRISAMA – San Lorenzo, CHECCO CURCI – Mezza Minotauro, AURORA D’AMICO – Feelings, ANDREA LASZLO DE SIMONE – I nostri giorni, DELVENTO – Fughe e dintorni, DESTA – Homo sapiens, DONNO – Chiara, DRAMALOVE – La ragazza del Dj, JAMES ELEGANZ – Loving you by misatke, ERASMO – Un attimo, ERRE – Tango, EUGENIO FINARDI – Una notte in Italia, KEKKO FORNARELLI – Here I am, FRAME – Un kilometro e mezzo, PIERO GALASSI e LUCA FRENCIA – Balliamo, DANIELE GATTI – Stan Smith, GIAMPYTEK – 2 milioni di persone, GABRIEL GRILLOTTI – C’est l’amour, KENTO – Settembre, KIARA DV – My time, KRIS JOY – La rabbia che ho, MANIA – Sei come vorrei, BIAGIO MARINO/ZENO DE ROSSI – Codex, LA MASCHERA – Mirella è felice, LEI – La caduta di Lucifero, GEORGE LEONARD – Estamos fuera, LUIGI LIBRA – Spettri, LOMAS – Tu dimmi di no, ANTONIO MARESCA – Ti avrei, LUCA MARIS – Luna e Sole, MARLENE KUNTZ – Vita su Marte, PAOLO MARRONE / MASSIMO GERMINI – Mi manchi, MARIA MAZZOTTA – Marinaresca, LELIO MORRA – Discoboomer, NERO KANE – Lady of sorrow, FEDERICO NUTI – Remains of human connections, ORIGAMI – Ottobre, ORK – As I leave, OvO – Distillati di tenebre, PILOD – The future looks bright, PIPISTRANI – Terza età, BRUNO PITRUZZELLA – Bees, PROPER – Harlequin, PUSHMMUA – Maney, QUARRY – This is the story, QUENTIN40 – Guardare sotto, QVINTESSENCE – Bandog, RAGAZZAcd – Storia, RAJA – Montagne, JORIS RASPBERRY – I was gone, GERO RIGGIO – Luci rosse luci blu, THE ROOTWORKERS – Dirty ceiling, PORFIRIO RUBIROSA – La confusione, TEO RUSSO – Hai mai visto i fantasmi?, SFREGIO – Cazzo marcio, SHEDDY – Fotoreporter, THE SHIFTY SPLIT – Behind the corner, SILENCE OATH – The calling, SOLIS STRING QUARTET & SARAH JANE MORRIS – Come together, SONIKO – Faremo notte, SPEAKER CENZOU – O purpo…, GENNARO TAVANI – Comunque tu, DANNY TOEMAN – When the lights go out, US – Deep sky, VINTAGE VIOLENCE – Capiscimi reloaded, VIZIOSA – Dimmi, ZELDA MAB – Facile preda, ZOIS – Operaia casalinga contadina.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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