MASSIMO SILVERIO – Sorgjâl
‘Sorgjal’, nuovo brano di MASSIMO SILVERIO in cjarnel e primo inedito dopo la pubblicazione di ‘Hrudja’ del 2023.
A due anni dall’acclamato esordio ‘Hrudja’ torna Massimo Silverio con ‘Sorgjâl’,suite di 10 minuti che getta la basi per il secondo lavoro solista dell’artista della Carnia.
Nella musica di Silverio si intrecciano contemporaneo e popolare in una soluzione di continuità senza precedenti dove post-rock,trip-hop e sperimentazione elettronica incontrano il folk cantato in cjarniel – lingua minoritaria delle Alpi Carniche.
‘Sorgjâl’ prosegue nella spirituale e identitaria aggiungendo nuovi elementi espressivi e sonori creati attraverso l’intreccio di archi, corni, basso tuba, sintetizzatori, chitarre ultra-sature, drum machine analogiche e percussioni preparate.In cjarniel il ‘Sorgjâl’ è il fusto secco e amputato della pianta del Mais, ciò che ne rimane dopo il raccolto. È simbolo dell’interrotto, di ciò che è marcio.
Il nuovo brano è una canzone/preghiera nata dall’urgenza, dal nero incrostato, nascosto e celato in ogni voce. È l’Ombra che vorrebbe essere la pianta più alta e abitare più in alto di ogni altra voce, di ogni altra preghiera e che sovrasta la purezza recisa reclamandola come madre dei suoi intenti, ma che non riesce ad ascoltare il lamento della vita se non quando la sua eco è ormai spenta. L’Ombra che si crede ragione nella più profonda ingenuità.
Il nuovo brano è stato scritto da Massimo Silverio con Manuel Volpe e Nicholas Remondino, registrato con la partecipazione di Mirko Cisilino (C’mon Tigre) e Flavia Massimo (Teho Teardo, Blixa Bargeld) rispettivamente ai fiati e violoncello. La produzione artistica è di Manuel Volpe per okum.
Massimo Silverio è un autore e musicista nato e cresciuto nella regione storico-geografica della Carnia. Scrive e canta principalmente nella sua lingua nativa, il carnico, variante antica e montana della lingua friulana. La sua musica utilizza un personalissimo idioma fatto di poesia e suoni che si mescolano tra popolare e colto, classico e contemporaneo, tangibile e occulto in un immaginario fatto di luoghi, anime e piante, volti e riti antichi. Studioso del canto tradizionale friulano, la villotta, ha negli anni preso parte a moltissimi progetti culturali tra Friuli e Austria.
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