MATTEO NATIVO – Clap Hands

Clap Hands è il singolo tratto dal mio primo disco di inediti dal titolo Orione pubblicato dalla RadiciMusic Records. Oltre gli inediti ho voluto inserire due omaggi a una figura determinante per la mia formazione, per il suono, per quel legame che ho con la musica americana. Ho scoperto questa canzone durante la mia permanenza di cinque anni negli USA. Parliamo di Tom Waits, per me una vera e propria rivelazione. Con le sue parole visionarie, un suono che costringe l’anima a vere piroette e una voce che scava nel profondo.

La sua musica mi portò immediatamente ai libri letti in adolescenza degli scrittori della Beat Generation, da Jack Kerouac ad Allen Ginsberg e William Borroughs. Parlava anche di me quella canzone, me ne resi conto sin dal primo ascolto e decisi quindi che prima o poi avrei dovuto renderla mia in qualche modo. È giunto il tempo del mio primo disco da cantautore e l’occasione mi è sembrata perfetta: ho tradotto il testo in italiano, adattandolo e cercando di rimanere quanto più fedele all’originale. Il suono è come lo immaginavo, evocativo di quelle che sono le atmosfere Folk-Blues americane con un groove potente di basso e batteria, registrati live durante la ripresa in studio. La voce, che ha questo stile di cantare in un modo quasi parlato, sottolinea il ritmo incalzante di tutto il brano, duettando con l’immancabile armonica a bocca dal sapore blues firmata da Bob Mangione. Il video è girato con uno stile minimalista per ricalcare la caratteristica “roots”, quell’atmosfera “live” che è poi il centro di tutto il disco. E poi attorno a questo realismo si contrappone un’atmosfera sfacciatamente surreale, fumettistica che, paradossalmente, credo sia molto in linea con il testo onirico di Tom Waits.

Una clip che non si svolge come un racconto, bensì diventa una tela bianca dove si proiettano e si mescolano le immagini, come linee melodiche nell’improvvisazione strumentale della musica Blues e Jazz, fluendo con la spontaneità del gioco. E parlando del suono di questo brano (ma vale anche per tutto il resto del disco), lavorando alla direzione artistica in collaborazione con Gianfilippo Boni, penso di aver raggiunto l’idea che ho sempre inseguito, e cioè quella di una musica mai eccessivamente “prodotta”, densa di istinto e di espressione emotiva. Con sette inediti e due cover questo disco Orione è un concentrato di folk, di blues, di quel rock americano intriso di tradizione e sentimento. Due omaggi a Tom Waits dicevo: oltre a Clap Hands troveremo anche Jockey Full Of Bourbon questa volta tradotta in italiano dalla cantautrice toscana Silvia Conti.

“Orione” è il primo disco di inediti del chitarrista e cantautore fiorentino Matteo Nativo. Un concentrato di folk, di blues, di quel rock americano intriso di tradizione e sentimento. Un storia, la sua storia, la storia di una vita intera. Sette inediti arricchiti anche da due omaggi a Tom Waits tradotti in italiano da lui e dalla cantautrice toscana Silvia Conti. Ancora una pubblicazione per la RadiciMusic Records.

L’idea del disco nasce nel dicembre del 2023, partendo da due canzoni scritte di getto subito dopo il dramma della separazione. La necessità di raccontare il vissuto, la storia, come manifesto di rinascita ma anche come ad esorcizzare se stessi dalle ombre. Si intitola “Orione” in pubblicazione per laRadiciMusic Records di Arezzo. Oltre agli inediti troveremo anche due omaggi a Tom Waits con i brani “Clap Hands” tradotto in italiano da lui e “Jockey Full Of Bourbon” per la traduzione della cantautrice toscana Silvia Conti.

Un punto e a capo. E poi quel suono ben preciso, evocativo delle atmosfere Folk-Blues americane e della tradizione di chitarra acustica Fingerstyle raccolta durante la permanenza negli Stati Uniti. Tutto questo è il primo disco di inediti di Matteo Nativo.

Line Up


Matteo Nativo: voce, chitarra e armonica
Fabrizio Morganti: batteria
Lorenzo Forti: basso


Con la collaborazione di:

Francesco Moneti: violino su “Che ora è” e “Ultima stella del mattino”
Elisa Barducci: coro su “Che ora è”
Bob Mangione: armonica su “Clap Hands”, “Oradur” e “Jockey full of bourbon” – coro su “Un’altra come te” e “Fantasma” – Ebow su “Orione
Michele Mingrone: chitarra solista su “Oradur”
Claudia Moretti: coro su “Ovunque tu sarai”, “Jockey full of bourbon “ e “Orione”
Lele Fontana: Piano Fender Rhodes e organo Hammond su “Un’altra come te” e “Fantasma”
Silvia Conti: coro su “Un’altra come te”, “Fantasma” e “Jockey full of bourbon”


Registrazione – Dpot Art Studio di Prato
Produzione & Mix – Gianfilippo Boni e Matteo Nativo

Matteo Nativo, classe ’72 è un chitarrista, cantante, compositore e cantautore di Firenze. Fu la voce del padre che cantava Frank Sinatra il primo impatto con la musica, poi anche dai dischi ascoltati di nascosto nella camera di suo fratello maggiore e, inevitabilmente, la radio.

A 12 anni la prima chitarra elettrica, le prime lezioni di musica… 
Le prime band e poi nel 1992 si trasferisce a Milano per le sue prime esperienze professionali come autore ed esecutore di jingle pubblicitari nello studio Art&commerciale.

Nel 1996 la partenza per studiare composizione e arrangiamento al Berklee College of Music di Boston. Da lì il primo vero ingaggio in un gruppo funk composto da studenti e l’inizio di una vita “on the road” sempre in viaggio in camper attraverso gli stati del New England. È di questo periodo la vera contaminazione nei meandri della scena folk-blues della provincia americana, partecipando a Jam session, suonando ovunque, caffè, bar, ristoranti e l’incontro con musicisti di ogni tipo.

L’immersione e lo studio del fingerpicking arriva in uno studio di registrazione perso in una foresta del Vermont vicino la piccola cittadina di Widsor, a casa di un virtuoso della materia, amico del grande Michael Hedges: in cambio delle sue lezioni Matteo Nativo si offrì di fargli da rodie accordando le sue chitarre durante i concerti.

L’avventura americana passa anche dalle difficoltà di restare senza lavoro e senza soldi, dormendo in una soffitta a Brattleboro, nel Vermont. Era ora di cambiare aria.  A New York, in un piccolo monolocale a Brooklyn South, a lavoro come cameriere a Manhattan. Nel tempo libero continua lo studio del fingerstyle scoprendo anche il genio compositivo del grande Leo Kottke.
Una chitarra acustica 12 corde, un’armonica e di nuovo live in piccoli caffè e club di New York.

A Giugno del 2000 il ritorno in Italia, diplomato con il massimo dei voti in chitarra Fingerpicking alla scuola di musica Lizard di Fiesole. 

Nel 2003 scrive ed esegue dal vivo la musica per le coreografie di Keith Ferrone, live con la compagnia di ballo Florence Dance Company di Firenze. 

Nel 2006 fonda e dirige per dieci anni una scuola di musica in centro a Firenze, l’Accademia di Chitarra. Regolarmente porta dal vivo un repertorio di composizioni inedite e cover arrangiate per chitarra acustica Fingerpicking, voce e armonica. 

Venerdì 11 aprile 2025 esce il suo primo disco di canzoni d’autore dal titolo “Orione”, pubblicato dalla label di Arezzo RadiciMusic Records.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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