MICHELE GAZICH – Solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea
Il videoclip del brano di Michele Gazich “solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea”, per la regia del romano Dario Angelucci.
Il titolo è tutto scritto in lettere minuscole, come l’omonimo album da cui la canzone è tratta (una coprodizione Moonlight Records/FonoBisanzio, distribuzione IRD), “in un (probabilmente vano) tentativo di porre in equilibrio un mondo in cui troppi tendono a darsi la maiuscola”.
Qualche numero: 15 anni di lavorazione; 9 canzoni, tutte scritte da Gazich tranne una, solo 2 musicisti in studio (Michele Gazich stesso e Giovanna Famulari). L’album, molto innovativo, ha ricevuto significativi consensi. Le canzoni propongono un accostamento ardito e irrituale tra classicismo viennese (Haydn, Mozart e Beethoven) e canzone d’autore.
Il videoclip è stato girato in un bianco e nero espressionista all’interno di un salone della misteriosa Villa Malta in via di Porta Pinciana a Roma, oggi sede di Civiltà Cattolica. I sontuosi ambienti della villa risuonano ancor oggi delle presenze illustri di scrittori, poeti e registi che la frequentarono nel corso del tempo: da Goethe che proprio lì volle simbolicamente piantare un albero, fino ai registi Federico Fellini e Martin Scorsese. Proprio quest’ultimo, due anni fa, parlò nella sala Curci – dove il videoclip è stato girato – dal leggio da dove “predica” Michele Gazich, sempre ripreso, in un voluto omaggio allo stile del regista americano, in un inquietante primo piano, che mostra ogni piega del viso, che è come una carta geografica, piena di segni, di tracce evocative di tutti i luoghi frequentati e dove ha vissuto l’inquieto artista.
“Sputo, sputo, sputo fuori tutto / in questa trincea chiamata vita / chiamata circo, chiamata lacrime, chiamata madre”: con queste parole cariche di poesia e di verità si apre la canzone e noi non possiamo non credere a Gazich che sputa le sue parole con una veemenza e piglio attoriale”. L’incalzante predicazione in musica e parole è interrotta da brevi ma segnanti epifanie di una donna, in una posa rigorosa, ieratica, che volutamente contrasta con la mobilità del volto di Gazich. È Giovanna Famulari, violoncellista, cantante e molto altro, co-protagonista dell’album “solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea” (Michele Gazich l’ha registrato solo con lei) e naturalmente anche di questo video.
Le epifanie di Giovanna sono un’anticipazione di quanto poi vedremo nella parte conclusiva del video, anticipano il miracolo, lo sblocco emotivo ed esistenziale, il volo oltre la trincea: la telecamera ruota, il pavimento della stanza ruota e tutta la stanza pare danzare al suono di una musica solenne e celestiale condotta dal violoncello di Giovanna e dal violino di Michele. Poi le loro due voci cantano le parole che danno il titolo alla canzone; le ripetono e le ripetono come un mantra finché sentiamo che alle loro due voci si unisce un coro che pare provenire da un luogo altro, ma questo luogo forse è proprio dentro ognuno di noi. “E – conclude Gazich – mentre anche le vostre labbra pronunceranno ormai il mantra, le parole magiche “solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea”, Giovanna batterà gli occhi e il video si concluderà, come se questo volo magico fuori dalla trincea della nostra vita fosse stato soltanto un sogno”.
Questo videoclip si incardina in un percorso inaugurato dieci anni fa con un obiettivo ambizioso: transvalutare il genere del videoclip. Non più solo veicolo o volàno promozionale per un album e per una canzone, ma prodotto cinematografico con autonomia e valore indipendenti, con una sua propria e specifica ricerca della bellezza. Ricordiamo, in questo senso, due video emblematici: Storia dell’uomo che vendette la sua ombra, nella cinquina delle canzoni finaliste per le Targhe Tenco 2017 e La Maga e lo Straniero, con esplicite ed efficaci allusioni a Bergman e a Pasolini.
Michele Gazich è musicista, poeta, produttore artistico, compositore, scrittore di canzoni. Opera professionalmente nel mondo della musica dall’inizio degli anni novanta: tour in Italia, Europa, USA, India, Giappone e Nord Africa. Collaborazioni con cantautori italiani, europei e singer-songwriter statunitensi (si segnala la partecipazione alla produzione dell’album “Rifles & Rosary Beads” di Mary Gauthier, che ottiene nel 2019 una nomination ai Grammy Awards); orchestre; spettacoli teatrali; performances di poeti; colonne sonore cinematografiche; università e conservatori italiani ed esteri. Michele Gazich, ad oggi, ha collaborato a più di cinquanta album e undici a suo nome. Una dimensione di nomadismo artistico e di ricerca costante, che è diventata esistenziale.
Giovanna Famulari, in Italia ed Europa con tour oltreoceano, è stata al fianco di molti grandi della canzone e del teatro: da Ron a Tosca; da Massimo Popolizio a Peter Stein. Entrambi Gazich e Famulari collaborano stabilmente con Moni Ovadia.
Crediti video/titoli di coda
solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea
(parole e musica di michele gazich)
tratta dall’omonimo album di michele gazich
(fonobisanzio/moonlight, ird 2025)
riprese, montaggio e regia di dario angelucci
michele gazich: voce, violino primo, violino secondo, viola, pianoforte
giovanna famulari: voce, violoncello, melodica
coro dei puri di cuore
registrazione, edit e masterizzazione audio a cura di paolo costola
missaggio a cura di paolo costola e michele gazich
presso lo studio macwave di brescia
girato a roma nel mese di marzo 2025
presso la sala curci di villa malta
sempre grazie a bruno e franziska mancia
grazie a civiltà cattolica per avere messo a disposizione
la sala curci e gli spazi di villa malta
un grazie speciale a claudio zonta
nota: in un (probabilmente vano) tentativo di porre in equilibrio un mondo in cui troppi tendono a darsi la maiuscola nei titoli di testa e di coda di questo video ci sono solo lettere minuscole
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