NIKO – Anime perse
Tra minimalismo e surrealismo, Niko mette in scena l’assenza con “Anime Perse”, un racconto cinematografico intriso di simbolismo e visioni oniriche per riflettere sul ghosting.
C’è un modo di perdersi che non fa rumore. Non è il litigio, non è il dramma di un addio. È il silenzio che cala improvvisamente, lasciando solo domande senza risposta. Relazioni interrotte senza spiegazioni, amicizie dissolte senza un perché. “Anime Perse” (INDACO/Altafonte Italia/ Needa Records), il nuovo singolo di Niko, è il racconto di un’esperienza generazionale: il vuoto lasciato da chi scompare senza voltarsi mai indietro.
Un telefono che non squilla più. Un messaggio letto a cui non è seguita risposta. Un’assenza che si fa presenza costante. Chi è rimasto, prima o poi, ha provato a mettere in fila gli indizi. Cosa ho detto di sbagliato? Cosa ho fatto? Quando è cambiato tutto? Spesso, però, non c’è un momento preciso. Solo un filo che si spezza e svanisce, lasciando dall’altra parte qualcuno che ancora stringe l’estremità.
Nel linguaggio contemporaneo, questa dinamica ha un nome preciso: ghosting. Non riguarda solo l’amore, ma ogni tipo di legame e relazione. Secondo uno studio pubblicato dal Journal of Social and Personal Relationships, il 65% delle persone tra i 18 e i 34 anni ha subito almeno una volta nella vita un’interruzione improvvisa e ingiustificata di un rapporto. Un gesto che oggi avviene con un clic. Bloccare un numero, smettere di seguire un profilo, sparire senza dire nulla. Una scelta che diventa sempre più normale, ma che lascia segni e destabilizza chi la subisce. Secondo gli psicologi, il ghosting attiva nel cervello le stesse aree del dolore fisico. Il nostro istinto più primitivo lo legge come un abbandono improvviso, un allontanamento dal branco. Eppure, nel mondo iperconnesso, è diventato la forma più comune di distacco. Un fenomeno amplificato dai social, che ridefinisce il modo in cui le persone si relazionano e si separano. Non c’è un confronto, non c’è una chiusura, solo un vuoto difficile da riempire.
Eppure, per quanto sia ormai diffuso, se ne parla poco. Il ghosting viene spesso liquidato come una questione privata, un effetto collaterale del nostro tempo. Ma cosa succede quando diventa un’abitudine collettiva, quando cambia la gestione dei nostri legami? Non è più solo una dinamica interpersonale, ma una forma di relazione sempre più accettata, un modello che si estende oltre il privato. Se una generazione intera cresce con l’idea che sparire sia più semplice che spiegarsi, cosa ne sarà del significato stesso dei rapporti interpersonali?
Niko dà spazio a questa riflessione nella sua musica. Il testo è essenziale, senza concessioni alla retorica. Parla di chi resta con il dubbio, di chi cerca un senso nell’assenza.
«Ci lasciamo con mille promesse, e poi? Silenzio. Per un po’ cerchi di capire, poi capisci che certe domande non avranno mai risposta» – racconta Niko.
Biografia.
Niko, al secolo Nicola Lattanzio, è un cantautore e polistrumentista italiano nato a Rieti che cresce con la musica come compagna costante. La scoperta della sua passione avviene presto, tra viaggi in auto cantando a memoria le hit italiane degli anni ’80 e lezioni private di chitarra classica. A soli dodici anni entra a far parte del coro Giovanni Pascoli della sua città, dove suona la chitarra e inizia ad esibirsi pubblicamente. Nel 2000 intraprende un percorso di studio vocale con Lorena Scaccia (metodo di Nora Orlandi), approfondendo anche dizione e presenza scenica. Due anni più tardi si affaccia per la prima volta a un palco in qualità di cantante, grazie alla manifestazione benefica “Natale in Musica”, conquistando l’attenzione del pubblico. Inizia così un percorso fatto di prove, scrittura e concerti nei locali del Lazio. Dal 2004 al 2006 rinnova la sua presenza a “Natale in Musica”, ma sente il bisogno di dare voce alle proprie emozioni scrivendo i primi brani inediti. Nel frattempo si forma alla Nuova Accademia Musica e Spettacolo di Rieti, studiando pianoforte, teoria e armonia, e avvia una collaborazione con Luca Vincenti Mareri Tosoni, con cui inizierà la produzione del suo primo album. Nel 2009 realizza su commissione una canzone per bambini allegata a un libro, mentre nel 2011, con “Le storie di Panfilo”, entra nel circuito radiofonico nazionale. Nel 2012 arriva la collaborazione con il produttore Walter Babbini e la realizzazione dell’EP d’esordio presso i Revolver Studios di Guidonia, dove suonano musicisti di fama nazionale. Nel 2015, vince il “Premio alla miglior Presenza Scenica” di Sonic Factory e, nel 2025, con il singolo “Anime Perse”, inaugura un nuovo capitolo del suo cammino artistico. Un ritorno intimo e necessario, capace di toccare e attraversare il presente con delicatezza, lasciando spazio al silenzio e alle domande che spesso restano senza risposta.
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