ARTUR – Quanto vale per me

Chi è ARTUR

Sono nato nel primo mese dell’ultimo anno dello scorso secolo, troppo difficile?
Sono nato nel 1999 in una piccola cittadina Toscana, conosciuta da tutto il mondo per la sua grande fama industriale, Pontedera la città della Vespa.
Fin da piccolo ho riconosciuto la mia passione per la musica e intrapreso percorsi di studio in chitarra classica prima e elettrica poi, solo nel 2015 è esplosa anche la mia voglia di cantare e da lì sono partito, partecipando a concorsi regionali e avendo le mie soddisfazioni.
Nel 2016 grazie alla vittoria del contest canoro “Festival Caffè dei Fiori” ho avuto la fortuna di poter partecipare alle selezioni di AreaSanremo, dove ho conosciuto i più grandi interpreti, autori e compositori italiani.
Poi la svolta, nell’anno 2017 partecipai ad un talent televisivo “The Coach” che in quell’anno si svolgeva a Salsomaggiore Terme in Emilia Romagna, passate le prime selezioni, la mia strada si concluse e tornando verso casa, ripensai a tutto il mio passato e immaginai il mio futuro..
decisi di smettere di cantare e così fu, fino al 2022.

Oggi mi chiedo e mi chiedono perché abbia riniziato a cantare, credo che la risposta sia semplice anche se poco scontata, credo che il canto o suonare uno strumento sia un modo di esprimere noi stessi che ci aiuta a definirci, ci identifica tra gli altri..

I write what I am, I sing what I feel, I play what I invent

Quanto vale per me
è un brano scritto in un periodo della mia vita nel quale ho cercato risposte a domande mai chieste.
Dopo essere stato escluso da una relazione rimani lì fermo a pensare cosa l’altra persona stia facendo, chi stia frequentando e come si senta o cosa provi in quel momento, ma riesci a risponderti?
Puoi chiederlo a qualcuno?

Io l’ho fatto, ho chiesto alla musica, quella che era in me da molto tempo, ma che non sapevo potesse essere così schietta e chiara nel rispondermi.
La musica che ho dato per scontata che non esaltavo nella sua bellissima forma e armonia, proprio quella musica mi ha risposto e mi ha insegnato addirittura qualcosa, mi ha insegnato quanto vale l’amore, mi ha insegnato a seguire il tempo, mi ha curato da molte ferite con pause e note sospese che mi fanno a cantare.

Ho sentito molte volte
“Non ti accorgi mai che cosa hai per le mani finché non lo perdi”
Con questo brano posso dire che in parte è vero.
Con questa esperienza voglio dire però, impariamo a valorizzare chi ci sta accanto o cosa ci rende migliori, non limitiamoci a capirlo solo quando tutto è ormai finito.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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