DAVIDE MELIS – Secondo Me(lis)

Fuori dal 24.05.24 il secondo album di Davide Melis, dal significativo titolo “Secondo Me(lis)”, come l’omonimo singolo. Anticipato dai brani “Luna Park” (ft. Edoardo Bruni), “Generazione Covid”, “Molte multe” e “Miracolo Vivente”, rappresenta una tappa importante nel percorso artistico del cantautore già vincitore del premio Lucio Battisti per la canzone d’autore di Molteno ed autore di altri originali brani legati a temi di attualità o del sociale (“La Terra della Pace”, “La Crisi” e i già citati “Generazione Covid” e “Molte Multe”)

“Secondo Me(lis)” è  lavoro che ha richiesto una “gestazione pluriennale quasi elefantiaca” ed è un tutt’uno con il nuovo Davide Melis: un cantastorie, come ama definirsi, che sin dal “titolo dell’Album” passando dalla copertina e giù, in fondo ad ogni sillaba di questa “Opera”, vuole esprimere  senza mezze misure il proprio modo d’essere e di vedere le cose della vita, esattamente e precisamente “Secondo Me(lis)”, titolo della stessa traccia che accompagna l’uscita dell’album e che  rappresenta, grazie anche al potente arrangiamento di Edoardo Bruni e al suggestivo videoclip realizzato dal regista Matteo Sambero, una perfetta sintesi di quanto l’intero album esprime.

“Secondo Me(lis)” è un brano che, attraverso un testo in tre lingue (italiano, inglese e latino), apparentemente semplice e lineare, critica in maniera del tutto apolitica e trasversale la “politica globale”, toccando tra ironia, sarcasmo, rabbia e una punta di isteria da ansia pre apocalittica, diversi temi non tanto nell’intento di fornire soluzioni, ma nella speranza di stimolare riflessioni.  Una ballata “epic rock” che unisce coraggiosamente diversi generi: dalle sonorità tipiche dell’elettronica al rock alla musica classica passando dall’intenso contributo di cori dal vivo e slogan di piazza, registrati live durante alcune manifestazioni di protesta contro il cambiamento climatico.  

Il videoclip  è un tutt’uno con il brano e riesce a rappresentare visivamente quello che il testo cela tra le righe, favorendone la lettura e l’interpretazione nei diversi piani su cui il racconto è strutturato. 

Interamente girato in Gussago, tra vie, piazze e presso la suggestiva  “Chiesa dei morti” (dove furono sepolte le vittime della peste manzoniana), alterna scene in cui Davide dialoga cinematograficamente con una serie di iconiche immagini di repertorio che si sviluppano in rapidissima successione (strizzando l’occhio alla famosa scena della “tortura mediatica” del film “Arancia Meccanica”) ad altre in cui compare un misterioso personaggio con la macabra maschera a forma di becco tipica dei medici della storica epidemia. Lasciando aperto il campo a ogni possibile interpretazione dello spettatore, possiamo porre in rilievo un motivo trainante che il sinistro personaggio in maschera rappresenta, vale a dire il clima di terrore, ansia, di perenne emergenza e l’allarmismo, largamente diffusi in questo periodo storico, riletto naturalmente “Secondo Me(lis)”.

Surrealisticamente parlando, citando Magritte la cui pipa dipinta non è una pipa, il nuovo album di Melis non è un album: ad un ascolto leggero può essere percepito come un “semplice insieme finito” di 10 canzoni ma, in realtà, osservando attentamente anche il lavoro grafico che accompagna la parte musicale dell’opera, è denso di significati trasversali, pensieri asimmetrici, aneddoti personali, ironia caustica, prese per i fondelli, nonsense, Easter eggs, segreti, ricordi del passato e ipotesi per il futuro, tesi ed antitesi e tanto tanto “grano salis” almeno… Secondo Me(lis)

Dall’amore alla politica, dal lockdown al sistema sanzionatorio-vessatorio delle multe, dalla guerra al cambiamento climatico, sono molti i temi trattati nelle 10 tracce (12 considerando i significativi INTRO ed OUTRO) che si legano in un racconto che vuole essere al contempo tanto personale (Leggasi INDIE) quanto il più possibile popolare (leggasi POP).

Un album che è in qualche modo un “manifesto programmatico esistenziale” e che rappresenta, in forma di racconti in musica, il “pensiero filosofico” del suo autore sulle cose della vita e la sua interpretazione della realtà. 

La tracklist si apre con un intro di musica classica che propone un breve spezzone del “Requiem” di Mozart che ritorna anche nel brano “Secondo Me(lis)” e nella traccia di chiusura (outro). Il senso è quello di celebrare (quasi scaramanticamente) una messa funebre per la nostra civiltà che, visti gli ultimi avvenimenti geopolitici globali sembra continuare a sprofondare in un Neo Medioevo ipertecnologico, dominato dall’alta finanza e dove si sta velocemente perdendo “il senso delle cose”, complice anche una “deriva mediatica” che consolida un percorso progressivo di perdita di approccio critico alla realtà …  Un continuo declino culturale e di valori che sembra non avere fine e che, Davide critica soprattutto nell’omonimo singolo di uscita e in altri brani dell’album quali “Molte Multe”, “Brividi e Lividi” e “Luna Park”. 

In particolare, proprio in quest’ultimo singolo uscito il 29 di marzo (Luna Park ft. Edoardo Bruni), viene proposta una riflessione (più o meno autobiografica), ironica ma anche un po’ amara sul mondo iperconnesso in cui viviamo, dai contatti tanto facili e veloci quanto, di frequente, superficiali ed effimeri che in realtà ci rendono, nel complesso, sempre più soli e vuoti. 

Con questo lavoro Davide Melis si riconferma un cantautore di spessore  intento a  “cantare storie e pensieri in musica” ma sempre alla ricerca, artisticamente parlando, del proprio punto d’equilibrio tra l’infinito teoretico e il vuoto pneumatico, una ricerca in cui la stessa musica diventa un tutt’uno con il concept grafico ideato e curato da Abacusweb (Carlo Montanari e Rita Biganzoli) che, a sua volta, è un tutt’uno con i personaggi che Davide ha voluto interpretare, scelti dall’artista stesso  in modo niente affatto casuale e che rappresentano il suo essere Me(lis)…

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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