Febbraio 2024. Il riassunto del mese

Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati.

Nel mese di febbraio 2024 abbiamo recensito 44 ALBUM e presentato 113 VIDEO

Nel 2024 abbiamo recensito finora 85 ALBUM e presentato 254 VIDEO.

ALBUM

PIER ADDUCE – Dove vola la cicogna

Pier Adduce è un cantautore eclettico che si muove agilmente da anni in contesti autorali, soprattutto con il suo alter ego Guignol, in cui la tradizione della canzone più colta italiana si sposa a influenze disparate (da Nick Cave a Leonard Cohen). Il nuovo album, a suo nome, sposta le coordinate sonore verso un uso più accentuato dell’elettronica, mantenendo però inalterato lo scabro incedere di un rock sempre aspro e debitore alla lezione post wave. I testi come sempre sono una parte importante della poetica di Adduce, tra immagini simboliche e crudo realismo da “lingua allenata a battere il tamburo con una voce potente adatta per il vaffanculo”. Un’ennesima conferma della qualità della sua scrittura.

AL VOX – Canzoni Maledetteducate

Prosegue l’originale e4 personale progetto artistico del cantautore genovese che firma un nuovo ep con quattro brani. Basi elettroniche, approccio sonoro cupo, vicino ad atmosfere ipnotiche, decadenti e post punk. Una modalità sperimentale, senza compromessi e mediazioni che ne conferma la peculiarità.

AMENO – La Tigre e l’Uragano

Esordio per il trio lombardo. Davide, Giosuè e Luca arrivano da altre band (Not Blind, Haulin’ass, Evelines, Gary-On) ormai sciolte per proporre una miscela abrasiva e feroce di post punk, alternative rock, post hardcore e punk, cantata in italiano. Nel loro sound echi di Husker Du, Fine Before You Came, Verdena, Sonic Youth, Queens of the Stone Age. La band maneggia con grande capacità e qualità una materia che conosce bene, le canzoni sono ben strutturate, suonate, arrangiate e centrano sempre il bersaglio.

BEBALONCAR – Diary of a lost girl

Torna l’inquietante creatura di Scanna (ex Ugly Things, Primeteens, Sciacalli, Bohemians, Pamela Tiffins e tanto altro), già protagonista nel 2022 di un brillante esordio con “Suicide lovers”. Il nuovo album ricalca i sentieri tracciati nel precedente lavoro: minimalismo sonoro, atmosfere drammatiche, solenni, oscure e malate, Velvet Underground, Jesus and Mary Chain e umori shoegaze si mischiano in una miscela personale e originale, lungo dieci brani. Una conferma.

THE BLACK FLAMINGO – An-nûr

The Black Flamingo band romana formata da membri di Mad Roller, the Whirlings e Cielo Drive, all’esordio con un album di sapore messianico, con sei lunghi brani strumentali che mischiano stoner, psichedelia, riff hard, potenti e minacciosi. Un lavoro duro, coraggioso e senza compromessi, evidente frutto di lunghe session che hanno dato un risultato più che ottimo per i cultori del genere.

BLEWITT – Exploring New Boundaries

Stefano Proietti (pianoforte), Oscar Cherici (basso elettrico) e Gian Marco De Nisi (batteria), condividono un progetto, a tratti spettacolare per capacità esecutiva ed espressiva, in cui riescono nel complesso proposito di unire musica classica, jazz, rock, fusion, funk, avanguardia, inflessioni melodiche mediterranee. Dodici brani per un’ora e venti minuti di musica in cui ci si immerge in un abbraccio di virtuosismi, creatività, estro, mutuati dall’intento del titolo, “esplorare nuovi confini”. Ci riescono consegnandoci un album di grande pregio.

BLUE LOTUS WINE – Ancient Remedy for Modern Euphoria

La giovanissima band fiorentina all’esordio con un ammaliante ep di quattro brani autografi. Sorprendono la maturità artistica e l’altissimo livello compositivo (a cui si aggiunge una magistrale cura per i suoni) che li pone a livelli internazionali senza timore di confronti. La musica viaggia sicura in un contesto che assimila R&B, pennellate jazz, echi hip hop, alt pop, approccio dream pop, un pizzico di Billie Eilish e uno di Bjork. Molto bello e confortante per un futuro che non può che essere fulgido.

ANTONIO NICOLA BRUNO e i BELLI TAMBURI – Folk metropolitano

Antonio Nicola Bruno presenta un nuovo interessante e stimolante album con i Belli Tamburi, gruppo formato dal fratello Giorgio Bruno, percussionista e batterista e da musicisti campani come Tony Panico ai sassofoni, Peppe Rinaldi e Siro Scena rispettivamente ai sintetizzatori ed al pianoforte. Il sound assimila le caratteristiche tipiche del gusto mediterraneo, in particolare della tradizione napoletana, tra “Neapolitan Power” (da Napoli Centrale a Tony Esposito fino al primo Pino Daniele) ma senza disdegnare l’ampia gamma di influenze folk del Sud, dalla Calabria al Salento. Il tutto costantemente venato di atmosfere jazz che donano alla miscela sonora un fascino, un mistero e un’eleganza ammalianti. Suonato da musicisti di talento eccelso, un album di altissimo pregio.

CELO – Via della libertà

L’artista palermitana firma il suo album d’esordio, dopo una serie di 45 giri di antipasto. Le dieci canzoni spaziano da atmosfere nu soul a movenze hip hop, a un pop cristallino, anche quando affronta tematiche sociali/ambientali come “EgoSOStenibile” (probabilmente la vetta del lavoro per varietà compositiva e incisività del brano) o tematiche più intimiste e personali (“Briciola”). Una partenza molto interessante, grazie anche a ottimi arrangiamenti e a testi di ottimo valore.

CHROMOSPHERE – Julia

Il giovane talento dell’elettronica pugliese Marco Mongelli aka Chromosphere esce con un album con sei tracce strumentali e un remix, caratterizzate da un mix di atmosfere ambient e techno/house, costruite con grande competenza, creatività e attenzione alle nuove tendenze nell’ambito. Un lavoro destinato agli appassionati del genere che ne apprezzeranno senza dubbio lo spessore espressivo.

CIRCUS PUNK – Soluzioni utili

Il duo brianzolo sfoggia una classe invidiabile riuscendo a coniugare punk rock, grunge, alternative rock – materia abrasiva da maneggiare con cura – con melodie e ritornelli pop spesso contagiosi e immediatamente assimilabili. I brani sono sempre efficaci, energici, di grande impatto, non di rado compositivamente complessi e articolati (vedi “Motel Monroe” o la malinconica ballata finale “Stupida festa”). Ottimo lavoro.

CLETUS – Cosmic Arkestra 

Quarto album per il progetto Cletus, attivo dagli anni ‘90 grazie a Stefano Danusso da sempre ispiratore e spirito guida. A dargli una mano in questi sei brani strumentali, musicisti in arrivo da varie esperienze artistiche (Calibro 35, Casino Royale, Willie Peyote, Blue Beaters ecc.). Il risultato è un originale e ipnotico mix di post rock, jazz, momenti noise, sperimentazione, un approccio a tratti prog, atmosfere da colonna sonora anni Settanta. Interessante e gradevole.

CODEINA SHEMALE – Tigre

Con due LP e un lustro di vita all’attivo, la band vicentina si dedica a un ep di quattro brani di ispirazione garage beat/rock ‘n’ roll con marcate influenze surf (“With the devil”). L’immaginario è quello di uno scatenato Sixties Party tra Standelles e Chocolate Watch Band. Ben fatto!

EROTIK TWIST – The Street, The Night, The Rebel

Una creatura minacciosa esce dalle acque limacciose di una palude marchigiana e si materializza in questo nuovo progetto, frutto dell’unione di veterani della scena punk e rock n roll locale. Il risultato è un album caratterizzato da un groove malato, aspro, distorto, dal substrato hard funk ma che pesca nel rock n roll più primitivo e oscuro. Non mancano atmosfere di gusto shoegaze e di ispirazione Velvet Underground e una sorprendente cover di “Ratamahata” dei Sepultura. Un lavoro molto personale e dalla spiccata originalità.

MASSIMO GALASSI – Un grido per voi

L’ex chitarrista dei Sick Boys Revue esce con un ep aspro e rabbioso, dedicato al mondo operaio (al quale l’autore appartiene) da sempre sfruttato e vessato. I cinque brani riportano all’epica antagonista di Billy Bragg e ai nostri Gang e Filippo Andreani, sono minimali, chitarra e voce, con testi dolenti e duri. Un lavoro che prelude a un futuro molto interessante.

KENSHŌ – Rotta del diavolo

Un ep immediato, fresco e diretto, per la giovanissima band, alle prese con quattro brani autografi. Sound che mischia pop, rock e ritmiche blues, ottima e matura la voce di Giorgia Soriga, buono il livello compositivo e la capacità esecutiva. Un’ottima partenza.

KOKADAME – Live a pezzi

La dimensione preferita dei Kokadame è quella (caoticamente) live che ci viene fedelmente restituita in questo disco (in vinile, tiratura limitata di 150 copie) registrato a fine dicembre 2023. Dodici brani tra punk rock, riff hard, testi urlati e tranquillamente (finalmente!) incuranti del politically correct. La band ha la giusta attitudine, un grande tiro, suona bene e compatta, la registrazione è ottima.

LA MALASORTE – Porta fortuna

Il duo salentino Lamush (Claudia Giannotta) ed Eropi (Pierluigi Conte) all’esordio sulla lunga distanza, dopo una serie di singoli e collaborazioni. I dieci brani si muovono in un moderno mix di elettronica, hip hop, rap, drum and bass, house, molto ben prodotti ed eseguiti. Atmosfere ammalianti e avvolgenti che mettono in risalto le capacità interpretative dei due artisti.

LIGHT LEAD – There

Dopo una serie di singoli il duo si cimenta con un ep di quattro brani dalle atmosfere liquide e avvolgenti, calde e ammalianti, in un felice connubio di new wave, dream pop, trip hop e pennellate shoegaze. Una miscela intrigante e particolarmente piacevole all’ascolto. Attendiamo al più presto ulteriori sviluppi, le premesse sono più che ottime.

MARCO W LIPPINI – Simple Stories

Primo album solista del cantautore, in collaborazione con Andrea Franchi (ex Paolo Benvegnù e Proiettili Buoni). Un interessante lavoro di otto brani che alterna episodi in italiano e inglese. La gamma di influenze è abbastanza ampia, passando da Tre Allegri Ragazzi Morti alla caracollante ballata di sapore Ray Davies/Kinks “H Pays” a brani mid tempo dal gusto Sessanta e Paisley Underground (tra Rain Parade e Dream Syndicate) con un costante tratto country rock. Album delicato e gradevolissimo, belle canzoni, arrangiamenti essenziali, perfettamente riusciti.

LARRY MANTECA – Zombie Mandingo

Larry Manteca anche in questo nuovo album ci fa entrare in una colonna sonora di un film di exploitation mai realizzato, riportandoci di colpo negli sgranati Bmovie anni 70. Nove brani strumentali registrati tra 2013 e 2019, ripresi recentemente per un nuovo mix. Il mood è il consueto funk, dalle tinte afro, chitarre con il wah wah, percussioni, flauto solista a tessere le linee melodiche, Fela Kuti, Isaac Hayes di “Shaft”, il Curtis Mayfield di “Superfly” e Piero Umiliani a braccetto. Gli appassionati impazziranno di gioia.

Martha J. & Chebat Quartet Featuring Giulio Corini and Maxx Furian – Amelia

Joni Mitchell ha flirtato spesso con il jazz, collaborando con grandi nomi come Charles Mingus, Jaco Pastorius, Herbie Hancock, Peter Erskine, Wayne Shorter, Joe Sample. Martha J. alla voce, Francesco Chebat al pianoforte Giulio Corini al contrabbasso e Maxx Furian alla batteria ne riprendono (con coraggiosi arrangiamenti) undici brani trasformandoli in una chiave spesso più fruibile e “cool” rispetto agli originali (in particolare “Black crow” e “Barangrill”). Missione compiuta, con grazia, eleganza e raffinatezza, unita alla tecnica sopraffina della band. Gli estimatori della cantautrice canadese ne saranno più che soddisfatti.

MARIA MAZZOTTA – Onde

Interessantissimo l’incrocio sonoro della cantante salentina, in cui azzarda accostare melodie, suggestioni, ritmi mediterranei e folk con sferzate rock talvolta di sapore quasi noise. La voce potente si sposa alla perfezione con la tradizione ma è a perfetto agio anche quando i ritmi e i suoni si fanno cattivi e aspri (vedi una delle vette dell’album, “Sula nu puei stare”, con la chitarra di Bombino e sapori rock blues psichedelici). Tutto l’album è pervaso da un’attitudine tribale, da un approccio blues primitivo e crudo, perfino minaccioso (vedi la magistrale interpretazione di “Terra ca nun senti” del maestro Alberto Piazza, reinterpretata in origine da Rosa Balistreri, un confronto che Mazzotta riesce a sostenere con una versione percussiva e devastante). Lavoro sorprendente per forza e intensità.

MEAT FOR DOGS – Dr. Jekyll e i suoi guai

Per festeggiare i 30 anni di attività tornano in scena i Meat for Dogs, dopo 15 anni di silenzio discografico. Undici brani e due brevi interludi per uno sparatissimo disco punk n roll/hardcore tra Ramones, Bad Religion, la prima scena californiana (da Zero Boys a Circle Jerks), i nostrani Punkreas, Manges e Senzabenza. Suoni e attitudine impeccabili, perfetto per gli amanti del flower punk.

MEGATTERA – Cuore in mare

L’album/ep cpon sette brani sancisce l’esordio sulla lunga distanza discografica del duo milanese che scava nell’immaginario nu soul a cui affianca matrici funk, un sofisticato gusto pop, un uso discreto e mai invasivo dell’elettronica, richiami alle esperienze di Meg e Coma Cose. Il risultato è di grande potenziale commerciale, elegante, fascinoso.

MODELL – Turning Point

Un album di sorprendente qualità compositiva ed esecutiva, a cui si affianca una scelta artistica che riesce a coniugare alla perfezione un contagioso mix di funk, jazz, acid jazz, elettronica, pop. La band suona vicina a certe produzioni della label Acid Jazz, tra Brand New Heavies e Incognito, con un tocco dei nostri Delta V. Ma sono solo riferimenti per inquadrare il mondo sonoro di un album ricco di spunti personali, impreziosito da spaiente arrangiamenti e dalla stupenda voce di Deborah Grandi.

MOJOSHINE – Parto naturale

La band abruzzese arriva al secondo album con un bagaglio ricco di sonorità distorte, dure, abrasive, figlie di grunge (in particolare) e alternative rock, carattertizzati da potenza chitarristica, ritmiche penetranti, una voce che gioca sui toni alti, coadiuvata da buone melodie. I brani sono compositivamente articolati, l’approccio è diretto e immediato, il risultato finale appagherà gli amanti di queste sonorità e ispirazioni.

NARKAN – Lobotomizzati

La giovanissima band lombarda parla un linguaggio ben conosciuto, quello dell’hardcore italiano degli anni Ottanta, un’eccellenza che arrivò, ammirata e imitata, in tutto il mondo. L’attitudine è la stessa, a cui si aggiunge una grande competenza tecnica e una freschezza che rende questo loro esordio attualissimo.

THE ODD – Back home (future passed eventually)

L’esordio della band piacentina è un condensato di suggestioni sonore che riportano agli anni Sessanta (beat psichedelico) e agli Ottanta del Paisley Underground (tra Rain Parade e True West). I quattro brani hanno un incedere mid tempo, avvolgente e dal tratto onirico. Una partenza sicuramente interessante e che lascia ben presagire per il futuro.

SARA PARIGI – Stanza

L’esordio della cantautrice toscana, prodotto da Alessandro Fiori, spazia in modo eclettico, raffinato e personale, negli ampi spazi della canzone d’autore, da quella più classica alla moderna. Confluiscono infatti in “Stanza” umori acustici e brani in cui l’uso dell’elettronica è prevalente. Si possono intuire echi di Cristina Donà e Bjork, Madame e Nada ma la scrittura (e l’uso della voce) è personale e distintiva. Ottima partenza.

PUAH (Piccola Unità Anti Hi-fi) – Due acca hho

Il fiorentino Alessandro Pagani, ex Valvola/Shado Records e Stolen Apple, all’esordio con il suo nuovo progetto solista Puah (Piccola Unità Anti Hi-fi), in cui abbraccia una canzone d’autore minimalista venata di elettronica che richiama le prime uscite di personaggi come Tricarico. Il sound scandaglia anche anfratti new wave e synth pop, rendendo il prodotto originale e accattivante.

QUARRY – Renaissance

Dopo tre ottimi album torna con un ep di quattro brani Vittorio Tolomeo (nome d’arte Quarry). Brani debitori alla lezione post punk ma con rimandi a psichedelia e influenze Sixties, in una gamma di stili che va dai primi Cure agli Echo & the Bunnymen. La scrittura è come sempre di qualità, arrangiamenti curati e produzione sonora di alto livello. Una conferma.

ALEX RICCI – Mete

Il terzo album del cantautore e musicista romano è un ottimo esempio di eclettismo e capacità di esplorare ambiti artistici lontani tra loro, dal blues (in cui è maestro) al pop, a salti in sonorità di ispirazione afrocubana, intermezzi acustici di solo chitarra. Il tutto mantenendo sempre alto il livello compositivo e qualitativo. Un’ulteriore dimostrazione del bagaglio culturale del protagonista di un ottimo disco.

ROGUE CHARLIE – Se tutto finisse qui

La band vicentina si affida a un ep di sei brani per presentare un sound arrembante, aspro, di chiara matrice grunge ma che attinge anche da marcate linee melodiche, da tratti emo, da band nostrane come Le Vibrazioni e Afterhours. Non mancano momenti più introspettivi e intense ballate (“Senza lasciare impronte”) per un lavoro ricco di spunti e prospettive per il futuro.

RUE DE PARADIS – s/t

Esordio con il botto per il quartetto friulano che propone tredici brani di corposo pop rock chitarristico con una qualità compositiva altissima, di livello internazionale e dal grande potenziale commerciale. Ogni tassello è al posto giusto in una gamma di influenze che va dai Bon Jovi ai Foo Fighters, passando attraverso Guns N’ Roses, Boston e un pizzico di grunge. Un album con le carte in regola per esplodere.

SHE’S A FISH – Effulgent

L’album del musicista veneziano è un avvolgente viaggio psichedelico in cui convergono anche elementi indie, folk, pop, rock, shoegaze, Britpop. L’anima del Syd Barrett solista aleggia spesso nella colonna vertebrale delle composizioni (vedi ad esempio “You hat”) ma ci sono anche i Beatles dell’Album Bianco, gli Oasis più ispirati (“While this time away”), Julian Cope e altri viaggi lisergico cerebrali, coinvolgenti e intriganti. Molto interessante.

SMALLTOWN TIGERS – Crush on you

Primo album per l’all female trio nostrano, già protagoniste dell’ottimo miniLp d’esordio “Five things” e di una frenetica attività live che le ha portate in giro per l’Europa, anche a fianco dei Damned. Il loro è un sound semplice e diretto: punk rock, rock ‘n’ roll, Ramones, garage, in cui irruenza, urgenza e spontaneità la fanno da padrone pur se con brani comunque elaborati a livello compositivo, mai banali e scontati. Una band che si è presa un posto di rilievo nella scena garage punk mondiale e che difficilmente lo mollerà.

SOLO ARIEL – Leftlovers

La giovane cantautrice romagnola firma un promettente esordio con un ep di cinque brani autografi, interpretati in punta di fioretto, delicati, eterei, raffinati. La voce è elegante, le canzoni minimali, in semi acustico, avvolgenti e compositivamente convincenti. Attendiamo con fiducia la prova sulla lunga distanza.

STAZIONEZERO – Senza ali

Arrivano dalla provincia di Genova con un rock corposo dalle influenze hard, testi in italiano e otto brani che attingono anche dalla tradizione grunge e alternative rock. Le melodie vocali stemperano frequentemente il tono aggressivo della musica in un mix gradevole e di ottima qualità.

SWANZ THE LONELY CAT – Swanz The Lonely Cat’s Macbeth

Un progetto coraggioso e inusuale per l’autore, già protagonista dei Dead Cat in A Bag: una trasposizione musicale della tragedia shakesperiana “Macbeth” in chiave drone music, sperimentale, dai sapori folk/blues. Un album cerebrale e ipnotico, dalle tinte oscure e apocalittiche, originale e dall’impostazione unica. Il lavoro è correlato ad un suggestivo cortometraggio (con musiche in esso contenute) realizzato da Plastikwombat, intitolato “All is but Toys”, ovvero “Tutto non è che un gioco”, dalle parole che Macbeth afferma dopo aver ucciso il Re.

VAREGO – Denti di cane

La band genovese ha una lunga discografia alle spalle che ne testimonia la solidità. Il nuovo album, con tutti i brani cantati in italiano, apre a una novità stilistica che potrebbe dare il via a un nuovo ciclo artistico. Il sound si mantiene duro e distorto, vicino alle istanze di grunge e stoner e che a tratti richiama i nostri Verdena e non disdegna occhiate al prog. Una miscela che rende il loro sound personale e riconoscibile per un album di più che ottima fattura.

LE VITE DEGLI ALTRI – Disturbo della quiete privata 

L’esordio del quartetto lombardo è denso di rabbia e foga chitarristica, dalle tonalità abrasive e aggressive. I cinque brani parlano un linguaggio aspro che guarda a punk, post punk, echi di Fontaines DC, Verdena e I Ministri. Un buon lavoro, a testimonianza di un bagaglio qualitativo che può dare alla band ottime prospettive future.

WEEKEND MARTYR – Gastrin

Terzo album per il trio livornese, sferragliante, acido e ostile al punto giusto. Gli otto brani registrati, prodotti e mixati da Marco Fasolo (Jennifer Gentle, I Hate My Village) viaggiano nell’alveo dell’alternative rock anni Novanta (dai Pixies ai Pavement, passando attraverso i Nova Mob di Grant Hart). Ma le influenze sono tantissime e spesso poco definibili. Un album più che ottimo, che cresce ad ogni ascolto.

PAOLO ZANGARA – Scusi dov’è il bar?

Paolo Zangara ha un lunghissimo curriculum artistico, diviso tra un grande numero di progetti, sempre validi ed eclettici (dai Lo.Mo. agli Ophiuco), la cui attività è stata coronata da riuscite e frequenti uscite discografiche. La nuova veste solista è insolita e inedita. Gli otto brani autografi scavano nella tradizione della canzone d’autore italiana degli anni Sessanta e primi Settanta, quando spesso si ammantava di influenze jazz. Dalle esperienze nella Penisola dell’ammaliante Chet Baker, a Gino Paoli, le tonalità ombrose di Sergio Endrigo, lo swing di Nicola Arigliano e Fred Buscaglione, oltre alle immancabili matrici di due maestri come Luigi Tenco e Piero Ciampi. Zangara si è circondato di eccellenti musicisti, il mood è perfettamente a fuoco, la qualità delle composizioni di altissimo livello. Eccellente.

VIDEO

ABOUTMEEMO – Hooded Man, ABOVE THE TREE & DRUM ENSEMBLE DU BEAT – Talker X, PIER ADDUCE – Loro, ALEASE – Io contro me, PAOLA ANGELI – La vera me, SIMONE ARDINI – Diventando uomo, JOANNA GEMMA AUGURI – Break Out, AVVOLTE – Fenice, BAD BLACK SHEEP – Arancione, BAD BLUES QUARTET – It’s been too long, BEVILACQUA – Faster, FRANCIS BLVCK – Cosa non va in me, BOMBAY – Meduse, ELEONORA BORDONARO – Iermanimei, THE BOWERS – 4 giugno, MARCO CALABRESE feat. Michelle Calabrese – Giocattolo rotto, LUCA CAPERNA – Il sole di Febbraio, ENRICO CAPUANO & Tammurriata Rock – Milano è Sud, CARLAME – Buongiorno, CASSIO – Elliott, CENERE – Chi lo decide chi siamo?, CHIARE’ – Zanzare, CHRONICS – All kindsa girls, C’MON TIGRE – Sento un morso dolce [O.V.] ft. Giovanni Truppi, COLONNE – Difficile, MARTINA CONTI – Ultimo piano, CRP Collettivo Rivoluzionario Protosonico – Manifesto, GIULIA D’ALESSANDRO – Nuovo giorno, DASP – Sound of life – il rumore della vita, DELFI – Oracoli, DEZ DARE – 10,000 Monkeys + An Argument With Time, DEVE – Scappo dalla polizia (police on my back), LUCA DI MARTINO – Non importa la meta, DOLCEDORMIRE – Dimora perfetta, EDODACAPO – Pratovecchio, MARCO ELBA – Batman, ETTA – Amadeus (prod. V_Rus), FALCONE – Porte di silenzio, NICOLA FERRARI – Maryline, FIK Y LAS FLORES MOLESTAS – Loophole, THE FIVE FACES – Ocean girl, GAYA D – Niente canzoni d’amore, UMBERTO MARIA GIARDINI – Re, GIUSEPPE GAZERRO E LA RESISTENZA ACUSTICA – Questi passi, GAVIN HOLLIGAN – While You Have Me, JAMAX – Ho troppi anni, KICCO – Scrivo di te, KODACLIPS – Gone is the day, I DESIDERI e CHIARA GALIAZZO – Istanti, GIUSEPPE INCORVAIA – Virtuale, INDIANIZER – Oro, ISTENTALES – Zustissia Mala (per Beniamino Zuncheddu), LA JOVENC & NEI SHI – Strange fruit, LA MESSA – Noi no, LA MUNICIPAL – Ritorno a via Coramari, LA TANIERE D’AMELIE – Dove niente è perfetto, LEONARDO LAMACCHIA – Aurora, ANTONIO LANGONE – La felicità è una scelta, FRANCESCO LATTANZI – Vincent e le stelle, LËV – Une Étoile , LIBRA – Scrivimi quando arrivi, MARCO W LIPPINI – Simple great food, LUCILLA – Hooligans, BRANDO MADONIA – Passo di danza ft. Papiro, MAGIC JUKEBOX & Nicolò Peter Punk – Mondo animale, MASSIMILIANO MANUGUERRA – I fogli di Greta, DARIO MARGELI – Trauma infantile, MARGO’ – Cosa fai?, SAMUELE MAZZA – Il mio viaggio di ritorno, ANNALISA MINETTI – Torno a Napoli, MODERN STARS – Bartleby, MUNO – Un’altra vita, MUSU – Bam shabalam, NDOX ELECTRIQUE – Indi Mewmi / Rakad (Sabar Improvisation), FRANCI NINA – Sotto casa, NO LONGER PLAYER – Almond Tumblr Man , NOT MOVING LTD – Love Beat, NOBRAINO – Fermentazione, ORCHESTRACCIA – Quello non era amore, OFF LIGHTS – Home, ORIGOD – Icarus, ERICK PANINI – Mani Sporche, PANTALON – Chiavas Uoma, PAPER WALLS – Libera, PESCO – Mezzo vuoto, PIERFRAU – Bloody Mary, PINHDAR – Little Light, PONCH – Quando sei ragazzo, PS5 – Caldera, QUARRY – Wild new start, QUESTO E QUELLO – Questo e quello, QUINTAESSENZA – Pray for me, REEO – Polistirene, RUGGERO RICCI – Lacrime cobalto, ROSGOS – My cure, R.Y.F. – Lies, SAGOME DI FELTRO – Labirinti dell’anima, JACK SCARLETT – Senza più perdermi, ELISA SCUTO – Rainbow, DAVIDE SHORTY – Finestra, SLEAP-E – Leave my bum alone, SOUNDS OF LIBERTY – Voglio vederti danzare, SPLINTERA – D.A.D. (disagio a domicilio), SYRIO – Il mondo non va via, TOMMASO TALARICO – Il giorno prima di partire, TAYRA – Tenant of the same world, TESEGHELLA – Hollywood, UDI – Sushi misto, VINTAGE VIOLENCE – Sono un casino, VOLUME2 – L’ultima canzone, MICHELANGELO VOOD – 2000 anni, RITA ZINGARIELLO – Al di là delle stelle

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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