KAISHA KUNIN – Dammi un cuore

La band bolognese si auto definisce interprete di un “open rock” ovvero in grado di essere aperto alle più svariate influenze. In effetti in “Dammi un cuire” entrano rock, blues, funk ma soprattutto un approccio che riporta al cantautorato italiano più rock degli anni 70, da Eugenio Finardi a Edoardo Bennato, via Enzo Maolucci, Ivan Graziani, Andrea Mingardi e Ricky Gianco. Una miscela piuttosto desueta ai nostri giorni che rende il risultato finale ancora più interessante e curioso.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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