LIGHTHOUSE – Salvador Dalì

IL RACCONTO MUSICALE SUL METODO CREATIVO DEL CELEBRE ARTISTA

Il nuovo singolo del progetto LightHouse è un’approfondita immersione nel metodo creativo di Salvador Dalì, ispirandosi a un episodio narrato da una Maitresse spagnola, che nel suo Casino accoglieva varie personalità VIP dell’epoca.

La stranezza e la bizzarria del comportamento del celebre pittore si intrecciano con la descrizione del suo approccio onirico alla ricerca dell’ispirazione artistica, insieme alle peculiarità del suo carattere.

LightHouse si impegna così a tradurre in musica l’ampio repertorio di sensazioni, contraddizioni e visioni dell’artista. Per farlo, sperimenta diverse atmosfere e suoni, alternando momenti acidi a quelli più morbidi e intrecciati. La voce segue i picchi sonori con alternanze tra ritmi secchi e dolci melodie. Il ritornello, a sua volta, amplifica la sensazione di eccentrica malizia, dando vita a un’esperienza sonora unica: Neurotic Erotica.

LIGHTHOUSE

LIGHTHOUSE è il punto di riferimento. LIGHTHOUSE ci salva. LIGHTHOUSE ci rassicura. LIGHTHOUSE è complesso perché per creare nuove strade ci sono molti modi. E noi architettiamo ogni soluzione per rinascere, per ricrearci.

Il nome è apparso dal nulla, ma completamente perfetto: un elemento di salvataggio dedicato a chi ha perso la direzione, a chi è in tempesta, a chi non vede altro; composto da la parola LIGHT, che si definisce da sola, e la parola HOUSE, altrettanto.

Abbiamo cominciato a concepire la nostra musica assecondando le sensazioni che il cervello dava. Per ogni emozione lasciavamo che il flusso si dirigesse dove voleva, scavando e creandosi da sé la strada. Forse per destino o forse perché funziona meglio così, tutte le strade hanno scelto di avere una cosa sola in comune, il GROOVE.

La musica come creazione, la musica come trasformazione. Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.

Anche l’uso della voce ha risentito della situazione, le scelte stilistiche si sono modellate sul feel. E quando questo è successo abbiamo pensato che effettivamente aveva un senso: non è la musica al nostro servizio, siamo noi al servizio della musica. Lei arriva, insegna, dimostra. Sta a noi tradurla nel modo giusto.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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