Nevermind e la persuasione in azzurro

Esiste a Torino una realtà straordinaria e originale, un particolare agglomerato di giovani menti illuminate che, a partire dalla collaborazione con il dipartimento di architettura e design del Politecnico di Torino, ha dato vita alle Officine Sistemiche. Il sito che li riguarda li definisce come “Gruppo eterogeneo di designers con un comune interesse per la progettazione ecocompatibile” e questo fanno: trovano relazioni tra sistemi diversi e creano connessioni tra realtà eterogenee. Bazzicando per la loro vecchia sede capitava di imbattersi in installazioni cariche di immagini e schemi affascinanti ed evocativi. Alzando gli occhi, in mezzo a tanta evocatività, l’immagine di Nevermind dei Nirvana, l’album che 1991 portò alla definitiva consacrazione del gruppo di Seattle. La copertina, per la sua originalità, divenne un cult e aiutò parecchio il successo del gruppo grunge. Per intenderci, è quell’immagine in cui un neonato nuota in piscina, inseguendo una banconota da un dollaro appesa a un amo. Ebbene, questa cover vecchia di 23 anni si porta dietro un bagaglio di esperienze non da poco e continua a essere ispiratrice di tante nuove cose. Ad esempio il pezzo Come As You Are, terza traccia dell’ album, è stato il simbolo del S.U.S.A., una catena umana di 50.000 persone che si è svolta il 21 dicembre 2012.

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L’idea dell’immagine venne a Kurt Cobain, voce del gruppo, che era rimasto affascinato da un documentario sul parto in acqua. Il momento di massima innocenza legato alla nascita di un bambino poteva, infatti, ben rappresentare quella degli stessi Nirvana, all’epoca ancora semi sconosciuti e legati a doppio filo all’etica punk.

Il set fu realizzato nella piscina della scuola di nuoto di Pasadena, luogo in cui si trovarono decine di famiglie con i loro bambini. Dopo un’intera giornata di tentativi fu trovata l’immagine perfetta, scattata con una macchina fotografica inserita in una rudimentale custodia subacquea, da Kirk Weddle. Il bimbo di quattro mesi è l’ormai più che ventenne Spencer Elden, che posò con la mano del padre, in seguito cancellata per motivi estetici.

Non ancora soddisfatto del risultato, Cobain volle aggiungere il particolare della banconota appesa all’amo, una metafora che simboleggiasse la facilità con la quale i gruppi rock si facevano raggirare da false promesse, ma anche l’innocenza di Cobain, il bambino, immersa in un ambiente alieno, l’acqua, con il denaro tentatore appeso all’amo: la proiezione di una carriera artistica davanti a un punto di svolta.

I genitori del bimbo ricevettero un compenso di 150 dollari e in seguito il piccolo ebbe in regalo dalla band il disco di platino dell’album, in segno di riconoscenza. Oggi Spencer lavora per la Shepard Fairey, che ha ideato il marchio Obey, di cui presto parleremo. Che sia stato un segno premonitore il lavorare con Cobain non appena nato? Chissà, sicuramente il vecchio Spencer ha costruito su questa esperienza neonatale il suo futuro: nel 2005, a 15 anni, è apparso in un documentario in DVD intitolato Classic Album Nirvana – Nevermind, nel 2008 si è offerto per rifare la fotografia ed è stato ritratto in bermuda, nella stessa piscina di allora.

Quando la copertina fu presentata alla casa discografica, i vertici si lamentarono per la nudità del neonato scatenando l’ira di Cobain che si espresse in modo poco lusinghiero, ma questa preoccupazione si è ripresentata in tempi più recenti quando anche Facebook decise di censurare l’innocente nudità del bimbo in quanto violerebbe i termini d’utilizzo del sito, che non tollerano immagini o contenuti legati ad uso di droghe, violenza o nudità. Così dell’immagine è sparita, per un po’, ogni traccia. Una decisione certamente molto coerente con le proprie policy, ma francamente un po’ paradossale, specie nel caso di un’immagine già nota a milioni di persone. Viste le molte polemiche sollevate, ben presto l’Azienda di Palo Alto è tornata sui suoi passi, in fondo, incredibile a dirsi, quella cover e Mark Zuckenberg hanno una cosa fondamentale in comune. Curiosi?

Bisogna tornare a passeggiare per le Officine Sistemiche per scoprire che il blu o meglio la tonalità più chiara, l’azzurro, è il colore usato per infondere sensazioni di quiete, calma e tranquillità. Per conferire sensazioni di sicurezza e certezza nelle scelte, anche di acquisto, questo colore assume un ruolo davvero cruciale nella comunicazione persuasiva. Ancora dubbi? Nevermind ha venduto milioni di copie e ogni giorno milioni di persone scelgono Facebook, avete mai notato il logo di che colore è?

Ma sì, never mind! O no?

Elena Miglietti

Giornalista, appassionata di Medioevo e pallavolo, scrive favole. Per Coop ha coordinato per diverso tempo la redazione piemontese del periodico Consumatori, essendo anche membro della redazione nazionale. Da anni racconta l'esperienza delle cooperative Libera Terra, che lavorano le terre confiscate alla malavita dell'entroterra corleonese. E' fra i promotori del S.U.S.A. Collabora con Radiocoop dal 2010.

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