PORFIRIO RUBIROSA – Un avaro

«Ho paura del rifiuto
Che non mi asportino i rifiuti»

Si potrebbe descrivere con queste parole il nuovo videoclip del brano Un avarodi Porfirio Rubirosa, il secondo singolo dal suo concept sui sette capitali Il furore composto pubblicato per Isola Tobia Label.
Le immagini sono state infatti girate, sotto la regia di Dada Pixel Art in collaborazione con Skinna, proprio tra un cumulo di spazzatura e hanno come protagonista un uomo nelle vesti di ‘medico della peste’. La citazione sul rifiuto – nella doppia accezione di diniego e immondizia – proviene peraltro direttamente dalla canzone, che è disponibile in tutti i principali digital stores insieme all’album.
Come per il primo singolo Un lussurioso, anche stavolta la copertina è stata realizzata utilizzando una foto di Roberto Menardo ispirata al testo della canzone. Questa scelta è mirata a sottolineare la continuità fra le tracce del progetto, al punto che persino i videoclip dei rispettivi singoli possono essere guardati – seguendo l’ordine di successione della tracklist del concept in cui Un avaro precede Un lussurioso –  l’uno di seguito all’altro quasi fossero un unico cortometraggio.
Così il cantautore veneto parla del brano:
«Spesso il timore del futuro ci rende avari, non soltanto in senso materiale. È anzi proprio la paura dell’ignoto, a determinare l’avarizia di sentimenti e la conseguente perdita di opportunità. Il rischio è proprio quello di trovarsi rinchiusi all’interno della Fortezza Bastiani del Giovanni Drogo raccontato da Dino Buzzati e cantato proprio da me in questo pezzo. 
Da un punto di vista dell’arrangiamento, Un avaro è un valzer, con un climax strumentale che parte dal low-fi più minimale per arrivare, in un crescendo musicale, all’arrangiamento orchestrale del ritornello, con sonorità che si rifanno a certe composizioni di Franco Battiato».

VIDEOCLIP
Il videoclip del singolo Un avaro di Porfirio Rubirosa è stato firmato dall’artista californiano Dada Pixel Art (che aveva già realizzato la clip del singolo Un lussurioso) coadiuvato in questa occasione da Skinna, altro regista con base negli Stati Uniti. Le immagini sono state girate in California, nella San Francisco Bay Area, e hanno come protagonista un uomo nelle vesti di ‘medico della peste’, che indossa la celebre maschera bianca con il becco utilizzata appunto durante le pestilenze. Riparandosi proprio con l’ausilio di questo travestimento, egli stesso si aggira tra le strade più malfamate di Oakland e San Leandro, tra montagne di immondizia e il fragore delle auto che passano. I rifiuti che raccoglie sono la metafora delle paure dell’uomo, che lo confinano in una condizione di avarizia non solo materiale, ma anche di sentimenti. La conclusione del video chiarisce bene quanto questa sia una condizione comune e come la nostra ‘Fortezza Bastiani’ siano spesso le nostre quattro mura domestiche.
Credits
Musica: Porfirio Rubirosa e Fabio Merigo
Testo: Porfirio Rubirosa
Produzione artistica: Fabio Merigo e Porfirio Rubirosa
Videoclip ideato e realizzato integralmente da Dada Pixel Art e Skinna
Hanno suonato:
Porfirio Rubirosa (voce e chitarra acustica)
Fabio Merigo (chitarra elettrica, programmazione)
Il Drugo Arcureo (basso elettrico)

Foto di copertina: Roberto Menardo
BIO
Porfirio Rubirosa si autodefinisce ‘capo dei dadaisti’. Le sue canzoni non sono mai quello che sembrano all’apparenza, e la sorpresa è sempre dietro l’angolo. I brani sono infatti ricchi di riferimenti culturali, da Derrida a Deleuze, da Lakan a Zizek e a Fisher, spesso celati sotto un linguaggio perfino irriverente. Filo conduttore della sua produzione musicale è la perdita dell’individualità con le pericolose derive che comporta e le conseguenze del consumismo contemporaneo. Non manca inoltre un forte riferimento ai temi ambientali e della sostenibilità. Le sue esibizioni mischiano canzone d’autore, monologhi teatrali e performance artistiche situazioniste.
Cinque i suoi album pubblicati (usciti tra il 2005 ed il 2023), gli ultimi due dei quali sono i concept Breviario di Teologia Dadaista, che rivisita proprio in chiave dadaista la Bibbia, e Il furore composto, che rilegge in chiave inedita i sette vizi capitali. Nel 2021 interpreta il brano Spendi spandi effendi di Rino Gaetano per l’album tributo Ad esempio a noi piace Rino, realizzato dal collettivo Isola Tobia Atypical Club per Isola Tobia Label e vincitore della Targa Tenco come miglior album collettivo a progetto.
Nel corso della sua ventennale carriera ha inoltre partecipato a numerosi Premi e concorsi, esibendosi nel 2022 anche per il Tenco Ascolta. Nel 2023 invece è stato tra i finalisti dell’edizione XXI del Premio Fabrizio De André con il brano La confusione e ha vinto la Targa Lucio 48 per il miglior testo originale con la canzone Un iracondo.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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