Roxanne, il tango e gli struggimenti di Sting.

Basta un istante, uno sguardo in mezzo alla pioggia in una serata piovosa a Parigi, per permettere al genio dell’ispirazione di cominciare a lavorare nel cervello di un artista. E’ l’ottobre del 1977 quando Sting, insieme ai Police, si trova a Parigi per esibirsi al Nashville Club. Alloggia in un albergo sotto il quale c’è un gran via vai di prostitute, una in particolare attrae la sua attenzione, più giovane, più bella, fuori posto. Succede sempre così, quando osserviamo qualcuno da lontano, ne cogliamo i particolari, stabiliamo un legame, smettiamo di essere estranei. Il giovane Sting non può sopportare che quella bellezza, improvvisamente innocente, possa essere comprata da chiunque. Si incapriccia, sbircia dalla finestra della sua camera e ogni volta che un’auto si ferma, prova una punta di risentimento: vorrebbe scendere, fermarla, salvarla. In cuor suo l’ha già nobilitata, anche se sa che quando la incrocia in strada e lei gli sorride seducente, quel sorriso è uno strumento del mestiere. Ma ormai è stregato.

I giorni passano e la sua autunnale malinconia, mischiata con questa strana fascinazione, inizia a scalpitare a ritmo di musica. La bella di notte si fa strada nella mente e nel cuore dell’artista, diventa musa, ne nasce una canzone struggente e arrabbiata. Sting originariamente concepisce la canzone come una bossa nova, ma è il batterista Steward Copeland a posare il testo sulle note di un tango. E’ l’intuizione giusta, solo il tango può legare insieme malinconia, rabbia, rivalsa: il tango è il ritmo della battaglia, anche di quella interiore. Il tango è anche paziente, si adatta ai sentimenti, tollera la lamentatio di Sting incapricciato, sopporta quel “Rooooxanne” stracciato, lamentevole, fastidioso che è l’incipit della canzone.

La storia che si racconta a latere è quella che vede Sting preoccuparsi quando dopo diversi giorni, non trova più la giovane prostituta sotto l’albergo. Preoccupato e incuriosito (ficcananso?) avvicina un’altra ragazza e chiede informazioni. Scopre così che la sua bella è fuggita con un giovane non attraente, non ricco, non famoso, ma gentile, che sera dopo sera, ha conquistato il suo cuore. E’ quanto basta a Sting per tornare sereno alla sua vita, col rammarico di non conoscere il nome della ragazza che “camminava per le strade per soldi”. La hall dell’hotel ospita il manifesto della commedia musicale Cyrano de Bergerac, il passaggio è immediato: lui, brutto ma dal cuore nobile è Cyrano e lei la splendida Roxanne, irraggiungibile nella sua bellezza, ma che il franco nasone conquista con la forza della poesia e del suo amore.


Un po’ melenso a dire il vero. E’ una storia che stride un po’ con il carattere ruvido della canzone: Sting non la canta certo come un samaritano felice per il lieto fine, il testo parla di fastidio per quelle “labbra che accarezzano la tua pelle” e quel nome è sempre urlato, con un pizzico di disperazione.

Sia come sia, la rivista Rolling Stone inserisce Roxanne fra le 500 migliori canzoni, in tutte le sue versioni, tra cui il remix di Puff Daddy, il pezzo lento e swingato di George Michael, decisamente meno evocativi de El Tango de Roxanne, inserito nella colonna sonora di Moulin Rouge, in cui José Feliciano ci regala una maliarda torbida e con carattere, sicuramente più simpatica di una passeggiatrice redenta.

 

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Elena Miglietti

Giornalista, appassionata di Medioevo e pallavolo, scrive favole. Per Coop ha coordinato per diverso tempo la redazione piemontese del periodico Consumatori, essendo anche membro della redazione nazionale. Da anni racconta l'esperienza delle cooperative Libera Terra, che lavorano le terre confiscate alla malavita dell'entroterra corleonese. E' fra i promotori del S.U.S.A. Collabora con Radiocoop dal 2010.

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