TRAIN TO ROOTS – Pro Tie

I Train To Roots presentano il nuovo singolo “Pro Tie”, una canzone d’amore dedicata ai genitori e ai sacrifici che fanno per i loro figli in radio dal 15 ottobre su etichetta INRI / VPAL

Dopo quasi due anni di pausa dovuti alla pandemia, la band sarda riprende il percorso di ritorno alle sue radici musicali in un viaggio iniziato nel 2019 con i singoli Denaro e Oi, con testi in italiano e sardo che musicalmente ricordano il reggae britannico a cui si sono ispirati dal primo momento.

“Pro Tie è un brano che segna il ritorno a ritmiche e sonorità dei nostri esordi, dove la matrice britannica dello stile proposto riporta alla mente atmosfere alla Steel Pulse oltre che Third World. Le liriche sono nella variante meridionale della lingua sarda, foneticamente molto dolce e melodica”, spiega il tastierista e produttore Antonio ‘Papa’Ntò’ Leardi.

Oltre a Papa’Ntò e al resto della formazione attuale, con Doctor Bass al basso, Stiv Man I e Jambo alle chitarre e Bujumannu alla voce, per la registrazione di questa canzone si sono aggiunti anche Lee Van Beatz alla batteria e Golden Pipes ai fiati.
Il videoclip, girato in una bellissima spiaggia della Sardegna, segna la prima collaborazione con la casa di produzione audiovisuale Roble Factory.
Distribuito da INRI in Europa e America Latina e da VPAL Music nel resto del mondo, Pro Tie è disponibile su tutte le piattaforme digitali.

Nati in Sardegna nel 2004, i Train To Roots sono ormai da tempo una delle band più rinomate della scena reggae italiana e ha conquistato il pubblico di centinaia di concerti in tutta Europa. Caratterizzati da una maturazione costante e da live esplosivi, nella loro discografia hanno mantenuto un mix particolare di stili e lingue, in cui trovano spazio le varie sfumature della musica giamaicana e della black music con testi impegnati e divertenti in italiano, sardo e inglese. Iniziano il loro percorso con l’album di debutto omonimo Train To Roots (2005), a cui segue Terra e acqua (2008) con i featuring di Sargento Garcia e Ranking Joe, e che sarà rieditato nel 2009 con due bonus track, tra cui una collaborazione con Errol Bellot. Successivamente pubblicano Breathin’ faya (2011) e Growing (INRI, 2014) che segna un punto di svolta per la band che porta un nuovo modo di lavorare e introduce nuovi stili della musica nera. Il quinto disco Home (INRI, 2016), distribuito globalmente attraverso VPAL, vede la partecipazione dei connazionali Clementino, Madh, Levante e Lion D, oltre agli spagnoli Aspencat e Auxili. Il loro sesto lavoro è Declaration N° 6, (INRI, 2017) composto da undici tracce inedite arricchite dalla preziosa partecipazione di Bunna, leader e voce degli Africa Unite, e del cantautore milanese Eugenio Finardi. I Train To Roots in questi quindici anni di carriera hanno incorporato alla loro musica numerosi elementi contemporanei e affrontato diversi cambiamenti in una crescita continua che nel 2019 li porta a indirizzare il treno nuovamente verso le radici in senso ampio, con un ritorno al roots reggae cantato in sardo e italiano, come si può già ascoltare nei loro ultimi singoli Denaro, Oi (2019) e Pro Tie (2021).

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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