Brendan Mullen – Lexicon Devil

Germs sono stati tra i gruppi più devastanti della scena punk americana, padri putativi dell’hardcore punk, una vita breve e tragica, il cantante Darby Crash morto suicida con un’overdose a 22 anni, il chitarrista Pat Smear finito poi con Nirvana e Foo Fighters in situazioni più tranquille e salubri.

Attraverso le testimonianze di decine di protagonisti di quel breve periodo di vita della band (1977/1980), il libro (tradotto alla perfezione da Andrea Valentini) ripercorre una storia di degrado psicofisico, violenza, eccessi inimmaginabili ma anche di musica, creata e suonata in circostanze estreme ma assurta, con il loro unico album G.I. a pietra miliare di un’epoca e di un genere.

Darby Crash (e Pat Smear) si riempiono di acidi e ogni altra sostanza ogni giorno, sono fan di Queen, Bowie e Yes, sono disperati, violenti, senza futuro e dediti alle peggiori perversioni, insieme al “Circle One”, il giro di amici altrettanto disperati.
Sarà una progressiva discesa verso gli inferi.
Ogni concerto è devastante, deragliante, brutale.
La dipendenza di Darby, lo scioglimento della band, l’effimera e breve esperienza con la Darby Crash Band, l’ultimo concerto di reunion dei Germs (il migliore di tutti), il suicidio.

Un libro tragico, violento, feroce.

Se metti insieme il garage rock degli anni 60 e il glam dei settanta, ottieni -oh! – il punk rock. Il punk rock californiano ha le sue radici in due elementi: il garage rock dei 60, di gruppi come Count Five, Music Machine, Standelles, mescolato al glam rock di Alvin Stardust e T.Rex. (Kim Fowley)

Ci ritrovammo tutti lì (al Masque, mitico locale autogestito di L.A.) perché eravamo cresciuti in ambienti davvero incasinati, in un modo o nell’altro – chi arrivava dai sobborghi di Covina, chi, come me, da Palm Springs con un padre che faceva parte di una gang.
Penso che tutti noi siamo arrivati al punk spinti da un’infelicità generalizzata e con la necessità di dare sfogo a tante cose.
Io avevo già tentato di suicidarmi un paio di volte. Il punk rock per me non era una cosa leggera e divertente, ma un ambiente estremamente cupo.
 (Nicole Panter, ex manager dei Germs, insegna alla Cal Arts).

Subito non capii che molti di questi ragazzini punk più giovani arrivavano da famiglie davvero incasinate…situazioni al limite…ed erano lì in cerca di una famiglia surrogata.
Non avevo capito quanto fossero davvero disperate molte di quelle persone.
 (Judith Bell)

Mi piaceva il magnetismo sociale dei Germs…quella sorta di presenza aliena che possedevano..era come se Darby avesse una specia di potere ipnotico e gli piaceva usarlo.
Sembrava pazzesco che questo ragazzino incasinato esercitasse un tale potere sulle persone.
Era come se avesse una conoscenza intuitiva della psicologia comportamentale a livelli piuttosto avanzati. 
(Geza X)

I Black Flag avevano questa etica del lavoro paleolitica.
Si facevano un culo enorme, notte e giorno, 24 ore al giorno.
Ai Germs a malapena riusciva di alzarsi dal letto la mattina.
 (Don Bolles, batterista dei Germs)

I Germs non ebbero la minima chance di sopravvivere fin dal primo giorno. Non c’era assolutamente la possibilità di un successo su ampio raggio. (Brendan Mullen)

Per me l’idea del punk era legata alla creazione di una nuova arte e una nuova cultura; rimpiazzare qualcosa di brutto con con cose bellissimee e creare una comunità – cosa che nessuno di noi aveva mai sperimentato, perché venivamo da famiglie disastrate.
La comunità punk fu un po’ la prima vera famiglia per molti che non ne avevano mai avuta una, ma a un certo punto iniziò a emergere una mentalità idiota da branco.
 (Exene Chervenka, cantante degli X)

Brendan Mullen
Lexicon Devil. La breve vita e la rabbia senza tempo di Darby Crash e dei Germs
Hellnation Libri
Pag. 380
euro 28

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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