LACINSKIJ – Time
“Time”, primo video estratto da “The Re-cover Session Vol.1”, il nuovo disco di Lacinskij. Cover del celebre brano di Tom Waits, “Time” vede la partecipazione straordinaria di Zavvo (Salvo Nicolosi), regista e tra i fondatori del collettivo Ground’s Oranges, e ben rappresenta l’anima del disco: una collezione di 12 brani della storia della musica italiana e internazionale rivisitati da altrettanti cantautori.
Crediti
Regia: John Tuma Sellic
Con: Nicolos Cage
Thanks to: Riccardo Nicolosi, Lino Musarra e Anita
La voce di Salvo Nicolosi è stata registrata al Red Basement da Giuseppe “Lacinskij” Schillaci.
Percussion, Drum Programming, Synth, Mellotron, Sequencer, Bass Synth: Lacinskij.
“The Re-cover Session Vol.1”(Doremillaro [sb]Recs) rappresenta per Lacinskij un nuovo capitolo destinato a proseguire la ricerca sonora già espressa in “Sound[e]scaping Vol. 1”, il disco d’esordio. Mantenuto l’alter-ego polacco, l’artista siciliano (all’anagrafe Giuseppe Schillaci) ha condotto un’operazione molto più complessa, sperimentale e lontana dalle dinamiche del mercato musicale, coinvolgendo amici con cui aveva già avuto il piacere di rapportarsi artisticamente, sparsi lungo la penisola.
Il 2021 è l’anno delle cover: con “The Re-cover Session Vol.1, Lacinskij/Giuseppe Schillaci affida l’interpretazione di 12 brani ad altrettanti cantautori, lasciando loro la libertà di reinterpretare a proprio piacimento musica, testo e intenzioni.
“The Re-cover Session Vol.1”: https://spoti.fi/30cbTfu
“The Re-cover Session Vol.1”, come “Sound[e]scaping Vol. 1”, esce per Doremillaro [sb]Recs, l’etichetta di Schillaci che ha da poco compiuto 10 anni. Un disco digitale a cui non seguiranno (forse) concerti: musica anacronistica tutto sommato sincronica, suoni retrò, nostalgia a go go, tecnologia rigorosamente digitale che emula quella analogica, bassi elettrici e un’irrefrenabile voglia di scherzare con il suo linguaggio preferito, la musica, nel tentativo di soddisfare le orecchie di qualcuno e deridere le convinzioni estetiche dei contemporanei.
Lacinskij non vuole suonare attuale: è musica e basta, prima di tutto per sé, per sopravvivere, per creare divertendosi e per chi potrebbe avere voglia di ascoltare. Musica composta in solitudine, in autonomia, senza commilitoni di band da incontrare, da ascoltare e con cui discutere. Con la voglia di imitare intimamente, senza troppi clamori, il minimalismo, le colonne sonore dei videogiochi dell’epoca 8 & 16 bit, mischiando drum machine con casse dritte e sovrapponendo innumerevoli strati di synth, uno sopra l’altro.
“Chi ascolta male, interpreta male e suona male” J. Lacinskij, 2021.
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