LE PICCOLE MORTI – Cupe vampe

Le Piccole Morti annunciano il rilascio del loro nuovo singolo, “Cupe Vampe”, cover del brano originale del C.S.I. pubblicato nel 1996, un’esperienza musicale ricca di senso che cattura l’essenza della cultura underground e invita gli ascoltatori a confrontarsi nuovamente col micidiale connubio che precise parole e musica sono in grado di generare.

Musica e cultura underground: il legame tra LPM e C.S.I.

Le Piccole Morti pubblicano da band indipendente, per diretta esigenza artistica e per concretizzare il sentire di una radice comune, un universo di appartenenza legato tanto alla contaminazione quanto al territorio. Questo stretto legame con la cultura underground connette fortemente C.S.I. e Le Piccole Morti, due formazioni musicali e collettivi artistici che hanno vissuto e vivono di introspezione e crudezza. Abitare la provincia, costruire una scena, riconoscersi quando ci si incontra: questo è il significato di riproporre, ventotto anni dopo, un brano che ha fatto la differenza e che continua a porsi come iconico.

Un arrangiamento potente e dinamico, in perfetto stile LPM

“Cupe Vampe” nella versione de Le Piccole Morti porta il brano del C.S.I. su un binario che aggiunge solidità ai toni angosciati e tragici dell’originale. Si tratta di una canzone che, attraverso un mix unico di suoni e rivisitazioni, acquisisce una nuova voce. Questa volta il motivo che resta nella mente è quello tracciato col sangue dall’arrangiamento di Alex Cavani. Alla staticità austera della versione originale si contrappone il dinamismo rock della cover: lì dove c’era il violino di Giorgio Canali ora ci sono i sintetizzatori di Francesco Ferrari; la chitarra di Alex Cavani e la batteria di Lorenzo Petrucci tessono le trame del brano, mentre il basso di Federico Caroli sorregge con forza l’intera esecuzione. Infine la voce di Alessandro Degl’Antoni, non più dimessa e salmodiante come quella di Giovanni Lindo Ferretti, ma invece rabbiosa e prorompente, per gridare con più forza le parole di un testo che pare non essere invecchiato di un giorno. Ad una prima parte più composta, con il ritornello a due voci e l’assolo di chitarra a fornire appigli sicuri all’ascoltatore, segue la seconda dove il ritmo si alza e la voce si inasprisce, concludendo il brano con una scarica noise rock durante la quale chitarra e synth si confondono fra loro in un turbinio di feedback e rumore bianco.

Una nuova voce per un brano iconico

Il singolo cattura perfettamente lo spirito della cultura underground, offrendo una visione sonora e emotiva differente nel panorama musicale contemporaneo. Il testo originale, con la sua intensità, affronta tematiche oscure e vivide allo stesso tempo, così come “Cupe Vampe” de Le Piccole Morti rende giustizia al capolavoro originale targato C.S.I. e si distingue per la sua autenticità e originalità, offrendo un riarrangiamento singolare e potente rispetto al panorama musicale attuale. 

Il frontman de Le Piccole Morti, Alessandro Degl’Antoni, assieme al chitarrista e polistrumentista Alex Cavani, condividono la loro visione dietro il singolo, sottolineando l’importanza di esplorare nuove frontiere musicali e concettuali. “Con ‘Cupe Vampe’ volevamo riproporre qualcosa di più di una semplice cover“, affermano. “Riproporre nel 2024 un brano come ‘Cupe Vampe’ non è un’operazione semplice: eseguire fedelmente la canzone impallidendo al cospetto della versione originale è un’opzione che non avevamo mai valutato; al contrario la volontà della band è stata quella di dare la propria personale impronta alla composizione donandole una nuova veste, coerente con il rock alternativo a tinte cupe del combo modenese.

Una produzione esemplare, tra collaborazioni e originalità

Il singolo è stato prodotto da Francesco Ferrari nel luglio del 2023. Le Piccole Morti hanno registrato il brano in presa diretta all’interno del Teatro di KIA a Marano sul Panaro (MO) e, nello stesso luogo, il regista Leonardo Foschi ha girato il videoclip che accompagna la canzone. La produzione è stata poi portata a termine da Francesco Ferrari nel proprio studio, come già avvenuto per le precedenti pubblicazioni del gruppo: Afterdark (2022) e Tre Movimenti al Nero (2022). La collaborazione tra talentuosi musicisti tecnici audio-video provenienti dalla scena underground modenese e non solo ha dato vita ad un’opera musicale che desidera riflettere l’intento originale del C.S.I. senza tuttavia emularne lo stile.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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