Maggio 2024. Il riassunto del mese

Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati.

Nel mese di maggio 2024 abbiamo recensito 50 ALBUM e presentato 128 VIDEO

Nel 2024 abbiamo recensito finora 225 ALBUM e presentato 646 VIDEO.

ALBUM

ADDICT AMEBA – Caosmosi

Il collettivo milanese ma con gli occhi e il cuore aperti verso il resto del mondo sfodera un album pieno di energia, groove, ritmi infuocati in cui convergono ethio-jazz, rumba congolese, latin sound, highlife, afrobeat, influenze soul e tanto altro. Ospiti speciali il musicista/poeta anglo-nigeriano Joshua Idehen e il musicista/performer tunisino Rabii Brahim. Suonato benissimo, arrangiato con grande cura, approccio esplosivo, inevitabile ballare dalla prima nota all’ultima.

AMORE PSICHE – Ginkgo Biloba

Il principale pregio del trio milanese (di cui ogni componente porta con sé una lunga serie di esperienze da svariati contesti artistici) è di essere difficilmente collocabili in un contesto o genere. Anche il secondo album conferma la predilezione per atmosfere folk acustiche ma in cui si inseriscono elementi elettronici, sperimentazione, ritmi spezzati che ora riportano agli anni 80/90, ora guardano avanti. Una sorta di Everything But The Girl e Kings of Convenience più elaborati e personali. Un percorso molto interessante e soprattutto intrigante.

AQUARIUS – L’era dell’acquario e la nota fondamentale

Un progetto sonoro/artistico molto particolare quello della band legnanese, all’esordio con un album dalle influenze composite e dagli accostamenti inaspettati, tra psichedelia, prog e funk. I sette brani attingono numerosi spunti dal rock anni Settanta (Pink Floyd in particolare) ma non disdegnano nuove prospettive (Radiohead). Un lavoro stimolante e che prefigura un futuro (e un presente) roseo.

ARTISTI VARI – Parole liberate volume 2

“Parole Liberate” è un progetto musicale, culturale e sociale che parte con un bando, creato dall’omonima associazione di promozione sociale ed emanato dal Ministero della Giustizia: si propone ai detenuti di scrivere un testo che diventa canzone grazie al contributo di importanti artisti della scena musicale italiana. I tredici brani abbracciano svariati ambiti musicali, dal folk rock dei Bandabardò, alla canzone d’autore di Andrea Chimenti e Giorgio Baldi fino alle atmosfere jazz/New Orleans dei Magicaboola Brass Band & Fabrizio Pocci a un’intensa ballata di Morgan. Come sempre le compilation viaggiano tra alti e bassi a seconda dei gusti. In questo caso il livello è sempre più che alto e l’album di ottima fattura.

CESARE BASILE – Saracena

Non scopriamo ora che Cesare Basile è senza alcun dubbio tra i migliori interpreti di una canzone d’autore personale e originale, in cui è ricorrente la miscela tra tradizione e sperimentazione. Il nuovo album, come da tempo cantato in siciliano, attinge dalle sue radici e da umori “africani” ma mischia il tutto con elettronica e avanguardia, osando, senza porsi limiti, spesso immerso in raga ipnotici, dai suoni ancestrali, in cui subentrano “disturbi” elettronici, parole, suoni, rumori. I testi nascono dall’urgenza di una contingenza, non più emergenza, ormai acclarata, come l’esodo in corso in buona parte del mondo, verso la speranza di una vita migliore (o se non altro non peggiore). Come sempre uno dei rari casi in cui ci troviamo di fronte a un disco punk senza che di quel suono ci sia nulla. Un pregio unico.

BEHIND BARS COLLECTIVE – Break free (Prison Songs to Break Free from the Cage)

Importante progetto della super band pugliese composta da Livia Monteleone, Bob Cillo e JJ Springfield, già attivi in esperienze come Dirty Trainload, Santamuerte, Bob Cillo & Mafia Trunk e Couchgagzzz. Dodici brani (di cui quattro cover) imperniati su storie di carcere o di prigionia. La pessima se non tragica condizione delle carceri italiane (ma non solo) hanno spinto il trio ad agire artisticamente per attirare l’attenzione su un problema costantemente marginalizzato e dimenticato da media e società. Il sound è ruvido, chitarristico, crudo e ben rispecchia la tematica affrontata. La veste grafica è impreziosita da una serie di tavole donate da Zerocalcare.  Un lavoro pregevole.

THE BILLOWS – Gattineri

Il trio torinese picchia duro con un punk rock possente e roccioso, debitore a nomi classici come Social Distortion e Bad Religion ma anche ai nostrani Bull Brigade o Gli Ultimi (non a caso tra gli ospiti ci sono Eugy dei Bull Brigade, Seby dei Derozer e i Menagramo). Otto brani per poco più di venti minuti di musica, ben fatta, efficace, convincente.

BLACK SNAKE MOAN – Lost in time

Marco Contestabile torna con il suo affascinante progetto dal nome intrigante e misterioso, Black Snake Moan. Nove brani in cui abbraccia folk psichedelico di sapore anni Sessanta, trame care alla California musicale più oscura di quel periodo (con rimandi espliciti ai Doors ma con un approccio “malato” non distante dai primi Velvet Underground), blues, umori “desertici”, raga-rock. Un viaggio personale, raro da ascoltare ai giorni nostri, arrangiato, prodotto e composto con totale competenza della materia trattata. Un vero e proprio gioiello.

BRAOBOY – Paix & Funk – Vol. Blu

Il musicista, produttore e autore bresciano Emanuele Tosoni, all’esordio con un frizzante EP di cinque brani in cui naviga in un contesto pop elettronico particolarmente danzereccio e fruibile, dai frequenti sapori anni Ottanta, in odore, talvolta, di Alan Sorrenti. Ottimi gli arrangiamenti, le canzoni scorrono veloci, tra atmosfere sempre differenti, che ne dimostrano lo spirito compositivo composito ed eclettico.

EDOARDO CHIESA – A quello che vedo non credo per niente

Il terzo album del cantautore genovese, dalla ricca carriera concertistica e discografica, colma di soddisfazioni e riconoscimenti, lo coglie alle prese con otto brani registrati e prodotti tra il 2019 e il 2023. Canzone d’autore che attinge da varie e differenti anime della tradizione italiana, da Ivano Fossati a Daniele Silvestri fino a Cesare Cremonini (a cui è spesso vicino nell’inflessione vocale). Il tono compositivo è fresco, ritmato, solare. Un ottimo album, particolarmente maturo.

DIATHRIBA – Le Nozze Nascoste – A collection of inedit and demo rarities 1993-1995

Interessante e necessaria retrospettiva con 15 brani, tratti dal periodo 1993-1995 per la band modenese, da sempre caratterizzata dall’amore per una new wave dai colori autunnali (tra primi Litfiba, Joy Division, New Order, The Sound di Adrian Borland) e che ci ricorda quanto vitale sia stata la scena italiana in questo ambito. Nove brani arrivano dalle registrazioni di “Controvoglia” e “Scomunica” (prime due pubblicazioni risalenti al 1995), alcuni remixati nel 2024 altri rimasterizzati, ma senza alcuna correzione o sovraincisione. Cinque brani inediti (demo version) mai registrati in studio più una registrazione live del 1995. Un importante tassello da aggiungere alla lunga e stimata storia della new wave nostrana.

DINING ROOMS – Songs To Make Love To

Decimo album per il duo composto da Stefano Ghittoni e Cesare Malfatti che prosegue la sua esplorazione sonora e nell’animo umano. Qui si parla dell’amore, dalla sua costruzione, alle dinamiche delle relazioni, senza vincoli e fuori dal concetto di possesso. Lo stile è ormai acclarato e da lungo tempo riconoscibile, con groove ritmici mid tempo, ondeggianti, insinuanti, un uso sapiente di elettronica e suoni ambientali (in questo caso con registrazioni dai Carruggi genovesi, della Darsena milanese, dei quartieri spagnoli di Napoli e di città come Istanbul e San Paolo). Ospiti vocali valorizzano una serie di brani (in particolare Chiara Castello in “Stone (My heart)” rende la canzone una sorta di versione modernizzata dei Velvet Underground feat. Nico), mentre la perfetta padronanza della materia e una creatività sempre di alto livello, portano anche questo album ai consueti livelli di eccellenza.

FARABUTT! – Tutta questa calma

La band ferrarese nasce dall’unione di musicisti dal passato ricco di attività in esperienze di estrazione artistica molto diversa, talvolta addirittura antitetiche (dall’hardcore al reggae, passando attraverso il metal). Il tutto confluisce nei dieci brani autografi dell’esordio, in cui percorrono strade sonore prevalentemente in bilico tra punk e grunge ma con numerosi altri riferimenti. Non è ancora tutto perfettamente a fuoco ma la partenza è sicuramente buona e incoraggiante.

FUCKSIA – Exagerat3

La band Italo brasiliana, transfemminista e queer, torna con un album all’insegna dell’impegno politico, contro il patriarcato e le disuguaglianze. Sound ipnotico, tra elettronica, synth pop, reggaeton, drum and bass, hip hop ma con un approccio e attitudine punk. Una serie di ospiti completa un lavoro più che riuscito, militante ma allo stesso divertente e ballabile.

THE HUNTING DOGS – We are

Il duo goriziano all’esordio con un album che trasuda personalità, creatività e un’ottima maestrìa nel governare e i suoni. In bilico tra elettronica, che diventa anche industrial (vedi la conclusiva “Animal no manual), canzone d’autore, sguardi a Bjork, sperimentazione, voglia di non adagiarsi su cliché risaputi. La produzione di un’eccellenza come Marco Fasolo fa il resto (oltre ad una serie di ospiti di alta qualità). Lavoro più che interessante e stimolante.

I FASTI – Oltre

Quarto album per la band torinese (dalla formazione insolita, con due bassi, computer, una chitarra e una voce) caratterizzato da un sound ostico, minimale, che accompagna uno spoken word ipnotico che si pone a metà tra lo stile dei Massimo Volume e quello degli Offlaga Disco Pax. Gli otto brani sono rigorosi e scabri sia nell’approccio che nel contenuto lirico. Gli appassionati di questo ambito troveranno un lavoro di sicuro valore.

I HATE MY VILLAGE – Nevermind The Tempo

Il secondo album del supergruppo composto da Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Fabio Rondanini (Calibro 35, Afterhours), Marco Fasolo (Jennifer Gentle) e Alberto Ferrari (Verdena), ne conferma l’ecletticità e l’inafferrabilità artistica e sonora. Nei dieci brani confluiscono le influenze più svariate, dall’afrobeat, alla psichedelia, dalla sperimentazione al math, funk, fino a folate di rock sghembo e indefinibile. Ma è, paradossalmente, proprio questa miscela di mille elementi apparentemente inconciliabili che rende la matrice del gruppo immediatamente riconoscibile, in virtù di una personalità e originalità comune a poche realtà in circolazione.

IL PESCE PARLA – Pastura

Un album particolare quello della band pavese, che mette insieme un approccio punk (sia musicalmente che nell’irriverenza dei testi) con uno stile teatrale/cabarettistico, alternando brani di grande impatto ritmico e violenza chitarristica, con ballate “storte” semiacustiche. L’album è sicuramente originale e personale e vederli dal vivo deve essere ancora meglio.

IL RUMORE DEL BIANCO – Allegro ma non troppo

La band genovese propone un album dalle tinte romantiche e malinconiche, con brani di ampio respiro strumentale, che in certi frangenti attingono dalla new wave anni Ottanta ma si lasciano andare anche ad atmosfere marcatamente elettroniche in altri momenti (“Chinatown” ammicca agli Orchestral Manouvres in the Dark, “Fuoco fatuo” ha tinte quasi ambient e cinematografiche, ci sono frequenti vicinanze al post rock e sguardi ai Mogwai). Un buon lavoro per appassionati di atmosfere autunnali.

KLAUDIA CALL – Fine del giorno

Torna la band brindisina, attiva da più di vent’anni, prima con il progetto Lova e successivamente con la nuova denominazione. I dieci brani sono imperniati su fondamenta di stampo alternative rock che pescano dall’ambito dagli anni Ottanta in poi. Le atmosfere sono in perfetto equilibrio tra asperità chitarristiche, fruibili melodie malinconiche e uno sguardo alla lezione della canzone d’autore nostrana. Un approccio genuino e urgente condisce un album più che riuscito.

LIFE IN THE WOODS – Looking For Gold

Dopo un saggio e doveroso periodo di “apprendistato”, gavetta e rodaggio (aspetto essenziale, ma ormai sempre meno praticato, per arrivare preparati e maturi all’appuntamento discografico) la band romana approda all’esordio con un album di dodici brani autografi. Un lavoro in cui si respira la sapida aria del classic rock più viscerale, dove si colgono rimandi e influenze, seppure mai troppo esplicite, che convogliano in un sound personale, dai sapori hard rock/grunge (Guns N Roses, Audioslave e Soundgarden) e rock blues (Rivals Sons e Black Crowes in primis). Sound possente (ascoltare la travolgente cavalcata di “Mad river”), ottimi arrangiamenti, produzione azzeccata, voce molto particolare (che a tratti rimanda a Feargal Sharkey degli Undertones). Una partenza eccellente .

LOMBROSO – Bellafine

Dario Ciffo, ex violinista degli Afterhours e il batterista Agostino Nascimbeni tornano in sala d’incisione dopo lungo tempo (quattordici anni) per il quarto album della carriera. Ci sono sempre i consueti elementi Battistiani, tinte soul ma anche potenti brani rock di umore Sixties (“Universo circolare”, “Testosterone” e il soul rock di “Devi dirle che l’ami”) e la conclusiva ballata “Sentimento rock” (firmata con Mogol e Morgan). Come sempre divertenti, vitali, personali. Decisamente un bel disco.

LUCA COI BAFFI – Devo parlarne con mio padre

L’esordio del cantautore romano pesca nella canzone italiana flirtando però con sonorità abrasive, di gusto lo-fi e attitudine punk. Un approccio anomalo e molto personale che rende l’ep di cinque brani molto intrigante e convincente, in attesa di una prova sulla lunga distanza. La stoffa c’è, il talento anche.

LUCA MACIACCHINI – La farmacia potrebbe anche non esserci

Il chitarrista lombardo ha un carriera e un curriculum lunghissimi. Vari album all’attivo, lavori teatrali, collaborazioni prestigiose con Nanni Svampa e Aldo, Giovanni e Giacomo, tra le tante. Il nuovo lavoro lo coglie alle prese con la tradizione della canzone d’autore dialettale (e non) milanese con palesi influenze che spaziano da Giorgio Gaber a Enzo Jannacci, fino a I Gufi, sia musicalmente che nel contenuto dei testi, intrisi di ironia e sarcasmo verso le problematiche sempre più evidenti della società moderna. Ottimo.

MALUTEMPU – Mala Tempora Currunt

Malutempu è un progetto musicale sperimentale che riflette la storia, la cultura e identità calabrese, mescolando influenze sonore provenienti da diverse culture mediterranee. Il progetto è concepito, composto e prodotto da Antonio Olivo, artista, polistrumentista e produttore musicale che, partendo da matrici tradizionali (che uniscono le radici greche fino a quelle calabresi con cui si sono storicamente mischiate), si sviluppa in direzioni più moderne e attuali. Il risultato è suggestivo e personale, originale e stimolante.

MANCINO – L’allergia alle cose che ho amato

Il cantautore partenopeo all’esordio con un album molto convincente che trasuda personalità e sicurezza compositiva. Un approccio che riporta a Daniele Silvestri, con una modalità vocale (e a tratti compositiva, vedi “Colpa del mondo”), debitrice a Lucio Dalla. Le canzoni sono scarne dirette, molto gradevoli, ben fatte, sincere, urgenti. Un bel disco.

MAUSTRAP – Spegni la luce

Nato durante il lockdown, il quartetto veneto approda all’esordio discografico (dalla grafica essenziale ma ben curata) con dieci brani autografi, che se da una parte viaggiano in un contesto genericamente alternative rock, dall’altra assimilano influenze inaspettate come reggae, new wave, non disdegnando una più che gradita vena pop rock. Materiale di prima qualità, ben composto, ottimamente arrangiato.

NO DADA – Fossili dal futuro

Il collettivo napoletano si dedica a un concept che esplora le conseguenze di un evento catastrofico sulla vita delle persone. Musicalmente è una fusione molto interessante e particolare di canzone d’autore, elettronica “spinta”, eleganti e raffinate orchestrazioni, tematiche fantascientifiche, ritmi parossistici, sperimentazione, contaminazioni varie. Un lavoro che merita attenzione e un ascolto accurato.

L’ORCHESTRINA DI MOLTO AGEVOLE – A noi piace il liscio!

Da sempre bistrattato e considerato musica di serie B (se non peggio) il liscio sta vivendo un periodo di riscoperta culturale, contestualizzato al concetto di musica popolare, da valorizzare e porre nell’ambito del folk nostrano. La band guidata da Enrico Gabrielli mette insieme una serie di musicisti che arrivano dal rock, dall’indie al pop, dalla musica classica alla musica sperimentale. Ognuno dei dieci brani è una danza diversa appartenente al panorama del liscio, dal valzer alla polka, dal foxtrot al tango. Il tutto condito da un approccio, da una parte rigorosamente fedele alla tradizione, dall’altra con una vena pop e “progressiva” che rende l’ascolto oltre che semplicemente gradevole, anche interessante.

OUTRAGE – Everybody Is Bad In Someone’s Story

Nuovo progetto, nato nell’aprile del 2022, per Alberto Tieri (Silken BarbShibari). Un album oscuro, dalle movenze misteriose e cupe, che pescano nella post wave dark anni Ottanta (Psychedelic Furs e Killing Joke in particolare) ma che si ammantano di sonorità più attuali e personali anche grazie a un uso discreto dell’elettronica. I dieci brani sono austeri e solenni, trasmettono inquietudine e straniamento. Gli amanti di questo ambito saranno più che soddisfatti.

PARTINICO ROSE – Undeclinable Ways

Per il secondo album (a cinque anni dal precedente) il trio dei Partinico Rose approda alla prestigiosa Earache Records. Lo fa smussando le atmosfere goth dark dell’esordio, pur mantenendosi su coordinate sonore ed espressive oscure, comunque ascrivibili all’ambito post wave/post punk, con anche sferzate grunge ma che si concede incursioni anche in contesti più pacati e malinconici. Un album maturo, pensato e costruito con cura e attenzione. Il risultato è, alla fine, dei migliori.

PICCIOTTO – Rapporti

Lavoro molto interessante e particolare quello del musicista e rapper palermitano. Il suo settimo album è un concept di 20 canzoni suddivise in 4 capitoli. Testi che passano dall’impegno sociale all’intimismo sentimentale su sonorità genericamente rap ma che assorbono moltissime altre influenze, arrivando anche alla canzone d’autore, al pop, cenni grime, brani tirati a cassa dritta – vedi “Stramonio” . Tanti gli ospiti, da Ghemon a Serena Brancale, produzione di Gheesa, collaborazioni con John Lui, Dnvr & Freccia e Dj FastCut. Per i cultori del genere un disco da ascoltare attentamente.

PLASTIC PALMS – Flip Haus

La band garage punk italo-americana, capitanata dalla cantante e chitarrista Clarissa Ghelli, firma il terzo capitolo discografico della carriera con un nuovo Ep di cinque brani. Sound abrasivo in canzoni che spaziano da assalti ritmici di estrazione punk rock a ballate ruvide, acide e sghembe di sapore lo-fi. Un approccio molto personale e distintivo per un lavoro che sarà molto apprezzato dagli appassionati del genere.

POSTERSTORY – Adorabile

Il secondo ep del trio veneziano lo coglie alle prese con quattro ottimi brani che incrociano influenze grunge con punk rock e post punk. Buona la scrittura di musica e testi e l’approccio esecutivo, sincero e urgente. Non ci resta che attendere un album completo.

REPETITA IUVANT – √2

Nuovo ep per il trio che con due lunghi brani si muove tra atmosfere sospese di umore post rock, a tratti quasi ambient in “Risacca”, dal sapore psichedelico e toni più aspri e ruvidi in “Pandico”. Un’esperienza cerebrale, avvolgente, penetrante, primo capitolo di una trilogia che basa la successione delle note e la composizione su un’equazione matematica. Percorso anomalo e pertanto ancora più interessante.

RIFRAZIONE – Viaggi e visioni

I viaggi e le visioni di Giuseppe Giannecchini ci portano a un nuovo capitolo del suo intrigante progetto Rifrazione. Il sound, strumentale, abbraccia visioni oniriche e sospese, dal taglio quasi ambient, e accarezza immagini di viaggi, dalla Scozia alla Catalunya. Il lavoro è accurato, equilibrato, spesso molto cinematografico, introspettivo. Ottimo.

CHARLIE RISSO – Alive

La cantautrice genovese, cresciuta artisticamente tra Milano e Londra, firma il terzo album della carriera di pregevole fattura, circondata da uno stuolo di collaboratori di primissima qualità, oltre alla prestigiosa collaborazione con Hugo Race (ex Bad Seeds di Nick Cave). “Alive” tesse trame malinconiche, romantiche, oscure, lungo dieci brani che attingono da folk e blues ma vengono filtrate attraverso un’attitudine alt pop. Canzoni intense e profonde, spesso dal profilo “cinematografico” che, a tratti, riportano alle esperienze di Anna calvi, Joan As Police Woman, Cat Power. Ammaliante.

ROMAN KRAYS – Quanto costa sognare

L’esordio della band sarda è un perfetto esempio di classico punk rock melodico di estrazione Green Day e dintorni. Ritmi serrati ma raramente velocissimi, compattezza della distorsione chitarristica e linee vocali fruibili e facilmente memorizzabili. Il tutto registrato con la giusta perizia, arrangiamenti essenziali, buone canzoni, per un lavoro di tutto rispetto e ottima qualità.

PAOLO RONCHETTI – Cose da fare

Il musicista lombardo, dopo 45 anni di plurime attività artistiche, “riporta tutto a casa” e scrive il suo esordio discografico solista in cui convergono buona parte delle esperienze accumulate. Il taglio è cantautoriale ma declinato in tantissime e diverse influenze. Ci sono elementi a lui cari come Tom Waits e Enzo Jannacci, ma anche veloci e spediti rock ‘n’ roll, tessiture jazz, Ivano Fossati e Bruno Lauzi, blues e tradizione country folk americana. Il tutto unito da un filo conduttore che rende l’album omogeneo e unitario. Più che ottimo.

SATELLITE INN – s/t

La band romagnola ha alle spalle una storia lunga e complessa, iniziata a metà degli anni Novanta e accarezzata da momenti di grande intensità artistica e mediatica con un album che fa breccia nel panorama americano con tanto di tour e recensioni più che positive. Un secondo appuntamento discografico nel 2007 e la fine dell’esperienza. Ritornano ora, quasi inaspettatamente, con un nuovo lavoro che parte, come loro consuetudine, dalla tradizione americana, tra alternative country, intense ballate, asperità varie, dal Neil Young più duro, a J Mascis, all’ex Husker Du Grant Hart fino agli Uncle Tupelo e a pennellate in arrivo dal Paisley Underground, Dream Syndicate in particolare. Ottimi e incisivi, un ritorno con i fiocchi.

SOUTHLANDS – Still Play’n’

Nuovo album per la band pavese, ricca di una carriera ventennale. I quattordici brani autografi calcano i sentieri solidi della tradizione rock americana (da Bruce Springsteen al Dylan più elettrico, fino a John Mellencamp e Creedence Clearwater Revival) con un gustoso salto nel rockabilly/funk alla Los Lobos (“Sweet 49”) o in atmosfere country. Gli appassionati del genere sono avvertiti, qui c’è tantissima musica di prima qualità.

SWAN-SEAS – Songs in the Key of Blue

Il trio milanese all’esordio con nove brani malinconici, romantici, dall’andamento oscuro, che attingono ispirazione dagli anni Ottanta new wave/post wave chitarristica di Echo & the Bunnymen e The Sound ma con uno sguardo anche al Paisley Underground (dai Rain Parade ai Dream Syndicate) e a pennellate shoegaze e dream pop. Le canzoni sono sempre ben fatte, equilibrate e strutturate con cura. Una buona partenza.

PAOLO TARSI – Unnatural Self

Dopo una serie di lavori votati alla sperimentazione (che fa ancora capolino in alcuni episodi del disco) Paolo Tarsi svolta verso sonorità più fruibili incentrate su tematiche liriche che si concentrano su sviluppo tecnologico e fragilità della natura, fino alla follia della guerra e la salvaguardia dell’ambiente. Le sonorità sono debitrici alla new wave degli anni Ottanta, elettronica, dark wave ma con un’anima rock che permea il tutto. Un lavoro meditativo e introspettivo a cui partecipa un nutrito stuolo di prestigiosi ospiti: Andy Wickett (Duran Duran), Blaine L. Reininger (Tuxedomoon), Steve Hovington (B-Movie), Andrew Evans (Birmingham Electric), Eugene, Marc Lewis (The Snake Corps), rbi (batterista dei C.S.I., Vidia e Diaframma), Fulvio Muzio (chitarrista dei Decibel di Enrico Ruggeri), Chris Haskett (chitarrista di David Bowie, Rollins Band e Tool). In aggiunta un CD con i remix curati da Malcolm Holmes (OMD – Orchestral Manoeuvres In The Dark), Steve Lyon e alternative versions con la partecipazione di Fernando Abrantes (ex Kraftwerk), Kenny Hyslop (batterista prima dei Simple Minds, poi con Midge Ure) e Andrea Tich. Un album ad ampio respiro, ricco e interessante.

FABRIZIO TAVERNELLI – Resa Incondizionata

Già protagonista della scena alternativa autorale con le storiche esperienze di  En Manque D’Autre e Afa, giunge al sesto album solista (realizzato in crowfunding)che ancora una volta ne mette in luce l’alta qualità espressiva, artistica e compositiva. Gli undici brani passano da intensi e aggressivi brani (vedi “Pomodori” con Giorgio Canali alla voce) a intense ballate pianistiche (la successiva “Ci sta”) fino a ipnotici quanto travolgenti episodi elettronici (“Atetigira”). Album eclettico, pieno di spunti, influenze, personalità. dai testi lucidi, ironici, sarcastici e abrasivi.

THREE SECOND KISS – From fire I save the flame

Torna dopo dodici anni di silenzio discografico una delle band più interessanti e influenti dell’alternative rock italiano. Il trio (dapprima) bolognese, ora di stanza a Catania, firma il settimo album della carriera, affidando la produzione a Don Zientara (già alle spalle di Fugazi, Minor Threat, Shudder To Think e altre ruvide delizie targate Dischord Records). Gli undici brani guardano a Fugazi e Shellac del compianto Steve Albini che di loro curò due album, con trame complesse, scarne, acide e ostiche che incrociano costantemente un’attitudine punk e uno sguardo compositivo progressivo, aperto, senza confini o reticolati artistici. Come sempre materiale di alta qualità.

EMIR TRERE’ – Electric Honky Tonk

Da lungo tempo esiste una pulsante ed energica scena italiana che attinge dal mondo rock ‘n’ roll degli anni Cinquanta, dallo swing, blues, rockabilly, country. Il bolognese Emir Treré ne è un autorevole esponente e nel nuovo album ci delizia con dieci brani (tre autografi) che ripescano quel sound e groove, divertente, gustoso, dal ritmo inconfondibile. Il tutto ben suonato e interpretato con grande feeling. Gli appassionati sono avvertiti!

UDDE – Diaspora

Il musicista e compositore sassarese dopo un “album divertissement” torna a un’idea già concepita nel 2014 e mai portata a termine e pubblica il secondo (o forse primo) lavoro della carriera. Undici brani dall’incedere severo e solenne che guardano alla new wave anni Ottanta (tra John Foxx, primi Human League, Gary Numan) ma con un approccio melodico (“Ostile” ad esempio) che riporta a Robert Wyatt. Un album molto personale e originale, “out of time”.

UFOMAMMUT – Hidden

Venticinque anni di attività e decimo album. Come sempre un brutale assalto sonoro, spietato, tra oscura psichedelia, doom, hard, stoner, metal, noise, sludge. La band è rinomata per essere tra i migliori esponenti dell’ambito e il nuovo album non fa che ribadirne il ruolo. Per chi apprezza queste atmosfere, il disco sarà più che gradito ma meriterebbe un ascolto anche da parte di chi voglia esplorare meglio ambiti anomali ma più che interessanti.

VARV – Lowlands

Il duo composto da Andrea Cappi alle tastiere e Francesco Mascolo alla batteria all’ esordio con un album in cui il retaggio jazz dei musicisti ben si accompagna con la volontà di sperimentare, andare oltre le consuetudini, in un’immaginaria colonna sonora (il sound ben si presterebbe in tal senso). In mezzo anche tonalità prog, elettronica, ambient, improvvisazione. Una partenza più che interessante.

ZOLLE – Rosa

Stefano (batteria) e Marcello (chitarra e voce) provengono da MoRkObOt, Viscera/// e Klown e suonano insieme da ormai trent’anni. La nuova esperienza è semplicemente geniale nel mettere insieme un sound granitico, rigorosamente strumentale (a parte occasionali cori con melodie paradossalmente spesso “celestiali” che infondono ironia e sarcasmo al tutto) che guarda ai riff e ai suoni di Metallica, Van Halen e Ac/Dc, flirta con i Motorspycho, travolge per potenza ed efficacia. Originali e irresistibili.

VIDEO

PIER ADDUCE – Pazienza Paz, ALIS – Letting Go, ALL YOU CAN HATE – Choices (Live session – Rock Contest 2023), APNEA – Amara, ASSURDITE’ – Corriamo senza futuro, ASTERIA – Yacht Club, AVVOLTE – Guerra e pace, BEAR OF BOMBAY – Tears From Space, BERLIN-BABYLON PROJECT – Fenrir, BIONDO feat Didi – Piccolezze, BLACK PROPAGANDA – Holodomor, BLACK TIGER – I’m alive, Bluāstro – Hentai, ALESSANDRO BONO – Gesù Cristo, BRUSCO – Barcarolo Romano, CAMERA A SUD – Guarda che luna, SAMUELE CARA – Niente va, CEMENTO ATLANTICO – El Que Puede Hablar, CHIARE’ – Foria, CHROMOSPHERE – Unstoppable, COILGUNS – We Missed The Parade, CLEO – Crisalide, COUCHGAGZZZ – Digimon, CRANCY CROCK – La guerra delle lancette, CRISTA – Cavallo pazzo, CRYSTAL SUN – Kee-wakw, MICHELLE DAVID & the TRUE-TONES – Cold Cold World, EDUARDO DE FELICE – Lirica onirica, DAVIDE DE MARINIS, VITO DIOMEDE e ASIA – Andiamo al mare, MARTA DEL GRANDI – The Best Sea, CHIARA DE LORENZO – L’amore non lascia i lividi , ALAIN DEEJAY / KRISS GROOVE BAND – Occhi di Granchio Blu, DICA – In Bilico, DR.GAM – Vota Barabba, ADOLFO DURANTE – Acqua e sale, DUTTY BEAGLE – La Ventana, EMOTIONAL KETCHUP BURST – Beatrice, ERACLEA – Agosto, JESSICA FAUSTINO – Eternità, FOLKSTONE – La fabbrica dei perdenti, FRENCH BOUTIK – Pas la peine, PAOLO FRESU & URI CAINE – L’amante bugiardo, PAOLO FRESU QUINTET feat Bobo Ferra – Lampone (Repens Five), PAOLO FRESU DEVIL QUARTET feat Roberto Cipelli – Nero (Impromptus Two) , GAUDIO – Maltempo, GIUSEPPE GAZERRO & La Resistenza Acustica – How can you see the sun, GEMINI BLUE – CornHouse, GIANT THE VINE – The Heresiarch, GIANTHEO – Tommy al Lunapark, MICHELA GIORGI – Dimmi che, FABIO GOMEZ – Don’t Ask Me Why (feat. Goodguys), ERIKA GRAPES / FELIX SUBWAY – Once Upon An Ordinary, GRIFONI – Lei mente, ROBERTO GROSSI – Ophelia feat. Paolo Archetti Maestri, JABONI – Il cielo è tutto ciò che mi basta, HANGARVAIN – Mother’s Blues, KAMAAK – Sloth dance in Seoul, KLAUDIA CALL – Non passeremo mai, PATRIZIA KOLOMBO e GIANNI NEGRI – Così non finirà, IL RUMORE DEL BIANCO – Room 101, The IRREPRESSIBLES – Yo Homo, LADYCATFREE – Donna (prod. LSV8), LIQUEEDO – Out of nowhere, LINDA COLLINS -All My World Is Around You, LITTLE BOYS – Una rivale, LODEM – Colloquio con Narciso, LOVESICK – You and I, BARBARA LUNA – L’armadio accanto alla finestra, LUVI – Nuvole, MALVAX – La Spezia, MANNINI – Amore gourmet, ALESSANDRO MARA – Siamo io e te, MARGO’ – Sto, MARKE’ & ROCKSWA – Party sul balcone, FRANCESCO MARZIO & LAIOUNG – Felicità, MATI – Musica sulla mia pelle, DAVIDE MELIS – Secondo Me(lis), MR&MRS – Tetto del mondo, MR.DAILOM – Nuovo Balvin, MENESTRO – Gli anni ’90, NOOR – Astronave, FEDERICA OTTOMBRINO – Piramidi, OSLO TAPES – Like A Metamorphosis (feat. Kaouenn), OSSIDO MASTER – Jimmy Choo feat. DAVIDE DE MARINIS, MARIKA – Pioggia di parole, MASUA – Nablus, PET HARDY – Bumpy Roads, NARTICO – La base, LUCIANO PANAMA – Sapremo scegliere, PINK HOLOGRAMS – Holograms, PONCH – CRISTIAN POERIO – Musgravite, REIR – Pibe de Oro, ALBERTO RIGONI – Strangers In The Night, ROOMMATES feat Alfredo D’ Ecclesiis – The Sheep and The Dog, ROSMY – No contact, ROSSONOHA – Sotto questa pioggia, LUCA SAMMARTINO – Ho fatto la mia parte, SANDFLOWER – Porta per l’inferno, SANTAMAREA – Splendere, PAOLO SAPORITI – L’autobomba feat GnuQuartet, SCOOPPIATI DIVERSAMENTE BAND – Liberatemi, GIOVANNI SEGRETI BRUNO – A.A.Amore cercasi, SHENANYGANS – Count on me, SICKTALE – Fiberboard, SINA – Il tuo nome, SISC0 – Sul tetto del mondo, SISTA – Formiche, SKW – Voice of fear, IVANA SPAGNA feat. LEGNO – Sarà Bellissimo, STREA Ft. Colin Edwin (former Porcupine Tree / O.R.K.) – Ophelia, SURALIN – Awake, GERARDO TANGO – Se tu lo vuoi, TEMPONAUTS – Of everything, ROBERTA TONDELLI – Sienteme, TRIFECTA – Strobascopic Fennel, TUASORELLAMINORE – Paranormale, TYMBRO – Space Crunch, The UNDERDOGS (Feat. Andrea Rock) – Slaves Of Our Nation, UNFAUNO – Ilary Blasi, VINTAGE VIOLENCE – S.I.A.E., VONDATTY – Grimilde, ZIZE – Occhi nuovi, WAY TO BLUE – Love again, FABIO GOMEZ – Don’t Ask Me Why (feat. Goodguys), YESTERDAY WILL BE GREAT – (other) points of you, YOZOT – Allegoria Silvestre Prod. Rasta Attenzione, YOUNGFEEL – Mi.Ami, YUNGESTALIEN – Non può piovere per sempre

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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