MARCO GRAY – Il posto in cui ora sto Live @SpazioMarceau

il videoclip della live session di “Il poto in cui ora sto”, brano con cui Marco Gray è arrivato in finale al Roma Music Festival (ascolta qui) che si è svolta al Teatro degli eroi di Roma lo scorso 21 dicembre 2021. In primavera è atteso il nuovo progetto discografico. 

Il video della live session è stato girato allo Spazio Marceau ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo, ed è stato prodotto in cooperazione con Bluenetwork, Gabriele Giambertone, Giuseppe Parlavecchio e Luca Trentacoste alla batteria.

 “Il posto in cui ora sto”, brano uscito nel maggio 2021 e che ha ottenuto oltre 30mila streams su Spotify e oltre 360.000 views su Youtube con il video ufficiale (è uscita anche la versione in inglese “On my own”), è il terzo singolo con cui Marco Gray chiude il cerchio della trilogia incentrata sul tema del distacco cominciata con “Ten more times”,  primo capitolo che racconta di un legame sentimentale sbagliato (il brano ha conquistato conquista una doppia nomination come “Best International Song” all’’Uk Songwriting Context’ e “Best International Act” agli “International Music Awards” e la top 20 nella classifica pop nuove proposte in UK e ha raggiunto più di 500 mila visualizzazioni del videoclip su Youtube) e  “Fammi Andare Via”, secondo brano (30 mila streams su Spotify e 400 mila visualizzazioni su YouTube), questa volta in Italiano, che spiega il momento in cui si ci rende conto dello sbaglio e in cui è realizzata la separazione e ci si impegna a resistere alla tentazione di tornare indietro.

 

L’arrangiamento del brano è quello di una modern ballad caratterizzata da un crescendo emotivo che cerca di spiegare tutta la consapevolezza e tutti gli insegnamenti dei primi “capitoli” per arrivare ad un nuovo ‘me’, che sta in un posto diversoracconta Marco Gray -. Ma il brano non chiarisce se il nuovo io è migliore o peggiore di quello che c’era prima che il distacco avvenisse. Ma il punto non è sapere se si è migliori o peggiori, il vero centro di questa trilogia è il viaggio. Ogni esperienza, ogni strada, porta con sé una trasformazione, e ad ogni trasformazione corrisponde una nuova consapevolezza. Ci si può sentire soli, forse lo si è, perché quando ci si trasforma, si fanno cose che ci isolano, ma non bisogna avere paura.”

 

Marco Gray (nome d’arte di Marco Grisafi) ha iniziato la sua carriera musicale in Italia nel 2013. Muove i primi passi nella discografia con il progetto in italiano “Marco e l’ape”, esibendosi al fianco del noto pianista e tra i più rinomati direttori musicali italiani, Emiliano Begni, che ha aiutato Marco a scrivere le sue prime canzoni da solista e l’ha affiancato finora nel suo percorso. A gennaio 2013 debutta sul palcoscenico del “Big Mama”, patria natia di Giorgia e Alex Britti, uno dei club musicali più prestigiosi in Italia, che lo ospiterà diverse altre volte fino a marzo 2015. In questi anni, Marco partecipa alle selezioni di Sanremo Giovani. Dopo aver realizzato la cover di “Stars” dei Simply Red, esce in digitale il primo brano inedito, dal titolo “La Triste vita di Luigi”. La canzone, scritta e cantata in italiano, ha ricevuto ottime recensioni dalla critica italiana, posizionandosi per oltre tre mesi nelle classifiche radiofoniche. Il videoclip della canzone, un cortometraggio in bianco e nero a fumetti, scritto e prodotto dallo stesso Marco, entra nella classifica dei video di maggiore tendenza di YouTube per diversi giorni dopo la sua uscita. Il brano, inoltre, debutta sorprendentemente nella classifica UK Reverbnation emerging artist, posizionandosi nella top 10 per più di tre settimane. Nel frattempo, Marco si trasferisce a Londra, per avvicinarsi alla musica britannica, sviluppando le sue capacità vocali e di scrittura per il suo nuovo progetto da solista. Marco ci propone adesso una nuova identità musicale, costruita con la curiosità di raccontare un capitolo diverso della propria carriera musicale, strizzando l’occhio al moderno stile del pop d’oltremanica.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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