Riassunto ottobre 2022. Tutte le recensioni

 

Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati. Nel mese di ottobre 2022 abbiamo recensito 42 ALBUM e presentato 125 VIDEO.

Dall’inizio dell’anno RadioCoop ha recensito 351 album e presentato 1.036 video.

ALBUM

 

ABISSI – Oltre

Poderosa cavalcata metallica a base di un possente stoner che assimila anche folate psichedeliche e hard. Il trio milanese ci sa fare e interpreta al meglio il contesto, con una scrittura accurata e ottima perizia tecnica, dando a “Oltre” un tocco in più. Ottimo.

MANUEL AGNELLI – Ama il prossimo tuo come te stesso

Manuel Agnelli lascia la sua rinomata e glorificata comfort zone degli Afterhours per un esordio solista in cui si sfida stilisticamente e compositivamente. E’ naturale che la matrice rimanga legata al lavoro con la band ma il taglio dell’album si muove in altre direzioni, più intimiste e liriche, spesso arricchite da sapienti orchestrazioni pur non mancando rimandi a grunge, post punk, momenti quasi noise. Eccellente lavoro sui testi, disco molto curato in fase di arrangiamento, una nuova ottima testimonianza di un artista in salute. A dargli una mano Tommaso Colliva, Guido Andreani, Giovanni Versari, Lorenzo Olgiati, Daniele Tortora, Frankie e DD dei Little Pieces of Marmalade, Vaselyn Kandinsky, Rodrigo d’Erasmo, Fabio Rondanini.

ANGELI – Angeli

Torna il primo album degli ANGELI, a 25 anni dalla  pubblicazione, grazie ad Area Pirata Records che ha provveduto alla preziosa ristampa. Massimo Ferrusi, Roberto Tax farano (entrambi ex Negazione) e Luca Marzello diedero vita a una sorta di filiazione dell’eredità lasciata dai Negazione, sapendo unire hardcore, post core e influenze grunge. Album diretto e potente, con brani dal grandissimo impatto che conservano freschezza e modernità.

MARILENA ANZINI – Gurfa

Il secondo album della cantautrice lombarda conferma la bontà di un percorso originale, personale, praticamente unico, in cui la canzone d’autore incontra la sperimentazione vocale, l’uso della voce che mischia di volta in volta elementi gospel, blues, jazz, Laurie Anderson, Joni Mitchell, Ani Di Franco, le incredibili suggestioni care a Les Mistere des Voix Bulgares. Gli otto brani (metà in inglese, l’altra in italiano) sono carichi di suggestioni, fascino, delicatezza. Album di grande valore.

THE BANKROBBER – Lighters and lovers

Secondo album per la band trentina. Lavoro molto curato e raffinato a base di un potente synth pop e da influenze marcatamente new wave (che riporta ai primi album dei Simple Minds). I fratelli Oberti lavorano di cesello nel costruire brani diretti ma allo stesso tempo piuttosto complessi a livello compositivo ma che raggiungono immediatamente l’obiettivo di avvolgere e intrigare l’ascoltatore con atmosfere romanticamente dark. Ottimo.

BEBAWINIGI – Stupor

Uno dei principali pregi del secondo album di Virginia Quaranta, alias Bebawinigi (cantante, attrice, compositrice, polistrumentista) è che sfugge a qualsiasi ipotesi di classificazione o inserimento in un “genere”. Qui si spazia tra mille influenze, riferimenti, tra sperimentazione, ballate intrise di dolcezza, esplosioni di furore sonico, una voce che ci porta ora alle soglie della vocalità di Diamanda Galas, ora dalle parti di Yoko Ono. I 70 minuti dell’album sono una sorpresa continua e pongono “Stupor” tra le migliori uscite del 2022.

BLINDUR – Exit

Il songwriter e producer Massimo De Vita arriva al traguardo del terzo album con undici canzoni autografe che attingono a piene mani dalla migliore canzone d’autore italiana, da movenze folk e da influenze indie pop rock. Il tutto molto bene arrangiato, con orchestrazioni raffinate, un notevole spessore compositivo e ospiti di riguardo come Rodrigo D’Erasmo e J Mascis dei Dinosaur Jr in “Mr Happytime” (brano in equilibrio tra Blur e Beatles del “White Album”).

The BRADIPOS IV – s/t

Quinto album, nell’ormai ultra ventennale attività, per la band casertana, questa volta per la prestigiosa Hi-Tide Records, label americana specializzata in pubblicazioni in ambito surf e lounge. La ricetta non cambia e rimane fedele alle loro consuete radici e matrici, a base di surf strumentale, atmosfere di conseguenza immancabilmente “Tarantiniane”, totale e assoluta padronanza della materia, con raffinatezza e cura di suoni di eccelsa fattura. Una garanzia.

EDOARDO CEREA – La lunga strada

Il cantautore piacentino aggiunge un nuovo capitolo alla sua lunga carriera discografica. Il nuovo album si dipana lungo dieci brani che liricamente sembrano tracciare una sorta di consuntivo di vita e attività artistica, tra ricordi e sguardi nostalgici al passato. I brani indulgono prevalentemente sul formato ballata folk rock dal frequente gusto country, con qualche impennata ritmica più energica, tra Ligabue e Bruce Springsteen. Brani sempre curati e bene arrangiati, compositivamente maturi, voce sicura ed esecuzione impeccabile.

COMANECI – Anguille

Il quinto album, in diciassette anni di attività, della band romagnola ne conferma l’accresciuta maturità stilistica e compositiva. I brani si muovono in atmosfere folk psichedeliche (con richiami alla fantastica avventura degli Opal), tra sonorità color pastello, un approccio lieve e talvolta quasi etereo, sospeso e malinconico. Ad aiutarli Tim Rutili (Califone), Luca Cavina (Calibro 35) e Troy Mytea (Dead Western) per un lavoro che rasenta l’eccellenza.

CONFUSIONAL QUARTET – s/t

La band bolognese conferma il suo status di gruppo tra i più geniali della scena italiana, dai tempi degli Area. Al cui approccio si sono sempre avvicinati (non per niente gli hanno dedicato l’album “Plays Demetrio Stratos” utilizzando una sua traccia vocale, registrata poco prima della sua tragica scomparsa), pur in un contesto artistico diverso, mischiando, senza paura e problemi, le influenze più disparate. Anche in questo nuovo lavoro sono un groove funk di base, unito a inserti elettronici, fusion, new wave, post wave, jazz, modalità prog, un tiro punk, a tessere le fila. Una pioggia di creatività, tecnica esecutiva sopraffina, tante idee e voglia, intatta, di osare. Abitualmente solo strumentali fanno un’eccezione con il funk punk di  “Prohibido”, cantato da Gabro Da Silva e alcuni inserti vocali tra cui uno emozionante di Pier Paolo Pasolini in “Ostia Lido”.

THE CROOKS – Mediacracy

Torna la storica band milanese per festeggiare il venticinquesimo anno di attività con il quinto album (preceduto anche da una lunga serie di 45 giri ed EP), un concept sull’influenza che media e social hanno avuto in questi anni sullo stile di vita delle persone e sulla cultura. Quindici brani che scorrono freschi, veloci e diretti tra power pop e punk rock, tanti prestigiosi ospiti e una grande capacità compositiva ed esecutiva. Album tirato, divertente, spontaneo, urgente.

DAGGER MOTH – The sun is a violent place

Al terzo album con il nome d’arte di Dagger Moth, Sara Ardizzoni, valente chitarrista e compositrice (anche con Cesare Basile e i Massimo Volume), alza l’asticella qualitativa della sua proposta artistica, continuando ad esplorare tra elettronica e atmosfere sperimentali, solenni, avvolgenti. C’è un substrato compositivo che attinge dalla post wave classica (da Radiohead a Bjork) e dal trip hop ma l’aspetto più rilevante è la capacità di addentrarsi in un sound innovativo, cerebrale, che assume tratti quasi psichedelici e ambient. Interessante e ricco di personalità. Ad affiancarla Victor Van Vugt (già collaboratore in studio di Nick Cave, PJ Harvey, Beth Orton e molti altri) con cui l’artista ha finalizzato il mixaggio a distanza fra Ferrara e Berlino; Fabrizio Baioni (già batterista per Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri, Leda, Cirro, Circo El Grito) con i suoi imprevedibili additional beats su tre degli otto brani presenti nella tracklist del disco; Alessandro Gengy di Guglielmo che ha curato il mastering a Milano.

JOHNNY DAL BASSO – Stato canaglia

Quarto album per il cantautore punk/grunge all’insegna di un sound aspro e ruvido ma che introita nella sua anima una forte componente che attinge dalla canzone d’autore più rock  italiana. I brani sono prodotti alla perfezione, ricchi di impatto, grande potenza sonora, testi curati e incisivi. Più che ottimo.

DICK DASTARDLY’S – s/t

Torna la band marchigiana on un e di cinque brani, come sempre travolgente, sguaiato, tirato, devastante. Punk rock duro e puro che esonda in territori hardcore (dalle parti dei DOA, Dils, primi Vandals) e grunge (gli esordi dei Mudhoney). Violenza gratuita, suono abrasivo, voce costantemente all’estremo. Perfetti!

DON ANTONIO & THE GRACES – Colorama

Nuovo capitolo della saga musicale di Don Antonio, attivissimo compositore, chitarrista, produttore. Questa volta con i Graces (Luca Giovacchini e Piero Perelli) a rimestare nel desert sound caro a tanti eccellenti nomi, da Ry Cooder ai Calexico. Atmosfere tex mex, Tarantiniane, intensi strumentali tra country e “fangoso” blues (“Black Wolf Boogie”) e la sigla della serie “Cinque minuti di te” su Wanna Marchi, cantata da Daniela Peroni, a suggello del tutto. Impronta internazionale, tanto groove, suoni perfetti, un must per i cultori del genere.

RICKY FERRANTI – Metamorfosi

Il musicista piacentino ha alle spalle una lunga carriera sia in ambito rock che nel giro country folk blues. Il nuovo lavoro lo coglie alle prese con sei episodi acustici e strumentali autografi (oltre alla cover di “Who wants to live forever” dei Queen). Il tutto caratterizzato dalla grande maestrìa tecnica dell’autore e da raffinati brani, sempre ben costruiti compositivamente, nello stile di “Aerial boundaries” di Michael Hedges.

LUCIA FILACI – A tu per tu

Godibilissimo e divertente album con la grande voce, pulita, potente, al limite della perfezione, di Lucia Filaci, accompagnata da Andrea Beneventano (pianoforte), Dario Rosciglione (contrabbasso) e Gegè Munari (batteria). Dieci brani di jazz, blues, swing, latin jazz e una spettacolare “Donna Lee” di Charlie Parker in versione scat che chiude al meglio un lavoro di primissima qualità.

EUGENIO FINARDI – Euphonia Suite

Accompagnato da Mirko Signorile e Raffaele Casarano, Eugenio Finardi rivisita quindici suoi brani, più o meno conosciuti, in chiave minimale, con interpretazioni molto liriche e intense, in un “flusso di canzoni senza soluzione di continuità che accompagna l’ascoltatore in un percorso non solo musicale e testuale ma anche spirituale”. Un ulteriore tassello in una carriera di altissimo livello per uno dei cantautori più significativi e creativi della musica italiana.

FRANK LA TANICA – Anima in penna

Molto interessante l’album del rapper romano. Testi duri, diretti, “spietati”, sound possente, notevole tecnica, riferimenti stilistici al tipico approccio di Salmo. Undici brani talvolta piuttosto aggressivi, che si accoppiano a momenti più malinconici e introspettivi. Ottimo.

GAZZARA plays Genesis – Foxtrot

Prosegue il viaggio del tastierista romano nel repertorio dei Genesis, già reinterpretati in Play Me My Song (2013) e Here It Comes Again (2020) (con apprezzamento anche da alcuni componenti originali dei Genesis). Il nuovo, di cui cadrà il 50° anniversario nel 2022, è “Foxtrot”, rivisitato interamente, con grazia e raffinatezza, con l’apporto di pianoforte e organo Hammond. Grande tecnica e capacità espressiva, immancabile per i fan della mitica band inglese.

LACERO – C’era solo da aspettare

Aspro cantautorato, minimale e ruvido, intriso di malinconia e rabbia. Il secondo album dell’artista milanese conferma la bontà della sua vena compositiva e l’originalità di uno stile che lo accosta a Edda e alle ballate post grunge dei Verdena. Da continuare a seguire.

LETATLIN – Seaside 

La band romana arriva al traguardo del quinto album con otto brani autografi, caratterizzati da trame sonore ossessive, ipnotiche, martellanti, nella migliore tradizione post punk. Un ipotetico incontro tra Nick Cave, i Cure di “Disintegration”, Sisters of Mercy e Wall of Voodoo, che macina però brani personali e dal sound originale, in virtù di un buon uso dell’elettronica, presente ma mai invasiva. Un ottimo lavoro.

LITTLE PIECES OF MARMELADE – Ologenesi

Prodotto da Manuel Agnelli (la cui mano si sente tanto, valorizzando l’intensità compositiva ed esecutiva), uscito da X Factor, il duo rischia il sciocco pregiudizio di chi sentenzia senza prima di ascoltare. L’album è potente, originale, unisce suoni, attitudine e influenze di Beastie Boys, Verdena, Nirvana, Afterhours grunge, stoner, psichedelia, noise. Dodici brani di qualità e grande efficacia.

LIMITE ACQUE SICURE – s/t

Esordio per il sestetto ferrarese con un lavoro all’insegna del prog rock italiano più classico, quello che va dal Banco alla PFM, dalle Orme alla Locanda delle fate. Sonorità e portamento solenni, grande attenzione alla parte melodica, in un un concept album ispirato alla filosofia del cambiamento. A suggello una riuscitissima versione live de “Il giardino del mago” del Banco. Album decisamente di grande qualità, sicuramente apprezzatissimo dai cultori del genere.

THE LOST VISION OF CHANDOO PRIEST – s/t

Francesca Zanetta e Niccolò Galliani, già in Unreal City, Cellar Noise e Quel che Disse il Tuono, debuttano con un album strumentale tra prog e psichedelia, con la collaborazione di Pietro Pellegrini degli Alphataurus. Un lavoro che attinge dal prog più classico ma che affonda le radici anche a cavallo tra anni Sessanta e Settanta (vedi “London underground” che guarda al Brian Auger periodo Trinity o “The white toad majesty” dall’incedere tipicamente Pink Floydiano). Un album eseguito con grande passione, competenza e padronanza della materia. Ottimo e sicuramente apprezzatissimo dai cultori del genere.

MAMUD BAND – The Monkey tapes

Venticinque anni di attività all’insegna di un afro funk dalle mille tinte e influenze sono il preludio a un nuovo travolgente album in cui al classico sound accoppiano anche influenze elettroniche, care alla scena Nu British Jazz. Tutto suonato impeccabilmente, immenso groove, arrangiamenti deliziosi e perfettamente riusciti.Un piccolo gioiello.

MARLENE KUNTZ – Karma Clima

Un ritorno anomalo dopo un lungo periodo di silenzio durato sei anni (intervallato dall’esordio solista di Cristiano Godano). L’abituale sound piuttosto abrasivo lascia spazio ad atmosfere più intimiste e riflessive, tanto quanto il concept che accompagna il disco, incentrato sui problemi climatici che attanagliano il mondo. I brani sono più avvolgenti e dal piglio cantautorale pur non rinunciando alla classica matrice rock. Nella dolente e drammatica ballata “Laica preghiera” ospitano l’evocativa voce di Elisa a suggello di un lavoro maturo e convincente che segna un ulteriore passo avanti della storica band piemontese.

DAMIEN MCFLY – Frames

Secondo album per il cantautore padovano, a suggello di una lunga serie di concerti in 15 diversi stati. Un lavoro dal respiro internazionale tra folk e un rock potente, caratterizzato da arrangiamenti curati e da melodie contagiose, pur se su modalità armoniche malinconiche e romantiche. Non manca un apporto elettronico, sempre ben dosato e perfettamente integrato alla proposta artistica. Ottimo.

NADA – La paura va via da sé se i pensieri brillano

Nada prosegue il suo cammino come una delle interpreti e autrici più originali e distintive in Italia. Anche il nuovo album non fa eccezione. Con l’aiuto di John Parish (già a fianco di PJ Harvey, Eels, Giant Sand, Tracy Chapman, Afterhours, Cesare Basile) che suona e produce, ci regala un lavoro come sempre intenso, profondo, scarno, che arriva dritto all’anima e al cuore, tra intrecci blues, la migliore canzone d’autore, una forma di post wave personale e immediatamente riconoscibile. Ennesima conferma di un talento unico.

OvO – Ignoto

Il decimo album del duo formato da Stefania Pedretti (?Alos, Allun) e Bruno Dorella (Ronin, Bachi da Pietra, Tiresia, GDG Modern Trio, Sigillum S), prosegue l’infernale cammino tracciato da tempo immemore dalla band sperimentale.degli OvO. I due brani, divisi ciascuno in quattro movimenti, si spostano da ritmiche e atmosfere doom, con elementi di elettronica e noise, fino alle soglie del black metal. Una rappresentazione fedele del concetto di “ignoto” (inteso come minaccioso) del titolo. Come sempre per cultori dell’arte oscura.

PERIGEO – One shot reunion

Storica formazione che illuminò ancora di più la creatività musicale esplosiva in Italia di quegli anni. Dove la maggior parte delle band nostrane attingeva a piene mani dal prog, il Perigeo si dedicarono a una personale e originale forma di fusion tra jazz rock, lo stesso prog, sonorità mediterranee, melodie con un taglio compositivo colto e spesso vicino a melodie e costruzioni classiche. Questo live coglie la band dal vivo, nel 2019 a Firenze, sul palco di Piazza Della Santissima Annunziata. La formazione vede schierati Giovanni Tommaso, Bruno Biriaco, Claudio Fasoli e Tony Sidney ai quali si aggiungono Claudio Filippini a piano e tastiere e Alex “Pacho” Rossi alle percussioni. Il repertorio attinge dai migliori episodi della loro discografia con spettacolare chiusura con la mitica “La valle dei templi”, l’esecuzione è sublime, appassionata e spettacolare. Imperdibile.

PETRINA – L’età del disordine

Debora Petrina, in arte Petrina, è compositrice, cantautrice, cantante, pianista, tastierista, danzatrice, performer e scrittrice. All’attivo una decina di album (di cui quattro di musica contemporanea), vanta una lunga serie di riconoscimenti artistici, grazie a una versatilità  che l’ha porta ad eccellere in vari ambiti espressivi. Il nuovo album la vede, per la prima volta, alle prese in ogni brano con la lingua italiana, spostando l’asse della sua proposta verso la forma della canzone d’autore. A cui riesce perfettamente ad adeguarsi con sguardi ai migliori e più rinomati maestri del genere e con una particolare vicinanza (anche compositivamente oltre che vocalmente) a Cristina Donà. Undici brani di grande classe e raffinatezza, portamento drammatico, arrangiamenti e produzione essenziali (curata da Marco Fasolo). Più che ottimo.

PIAGGIO SOUL COMBINATION – Space diary / Dimmelo

La band toscana abbandona (solo parzialmente) le vibrazioni soul per abbracciare in questo splendido singolo la psichedelia tardo 60’s, tra i Beatles di “Revolver”, gli Stones di “Their satanic…”, i Pink Floyd Barrettiani. I due brani sono deliziosi (il primo prodotto da Andy Lewis con la chitarra di Dome La Muerte), in pieno (e curatissimo) stile freakbeat. Stampa la label californiana Hypnotic Bridge.

PIN CUSHION QUEEN – Stories

La band bolognese alle prese con un sound cavernoso, gotico, post punk, elettronico, che riporta alla post wave anni 80 (da Cure a Sisters of Mercy a Virgin Prunes) ma che guarda anche all’attualità con sonorità adeguate alla modernità. Ritmica ipnotica e tribale ma anche momenti più ipnotico/psichedelici dalle tinte quasi ambient. Interessante.

RONCEA – Acrobazie

“Acrobazie” è un progetto artistico che ha come focus il concetto di equilibrio in diverse espressioni, accezioni e sfaccettature. Il nuovo lavoro di Roncea si propone in modo diverso rispetto alla lunga lista delle sue precedenti esperienze artistiche. E’ la canzone d’autore, nella sua più ampia accezione, ad essere protagonista, con brani plumbei, autunnali, dal tratto introverso e dalla matrice che guarda al Battisti dei primi anni Settanta (e che a tratti riporta all’incedere di certi brani di Edda). Molto interessante e personale.

SAVANA FUNK – Ghibli

Ancora una prova di grande forza e potenza. Il loro afro funk contaminato e che guarda in diverse direzioni (vedi “Ghanaba” che potremmo trovare tranquillamente in un album del primo Carlos Santana), abbraccia sempre di più il sound che soffia dai deserti del nord Africa, tra Tinariwen e Mdou Moctar. La padronanza della materia, la raffinatezza esecutiva, l’eleganza e la veemenza compositiva ci offrono un lavoro di alto livello, originale, personale, pieno di groove e sentimento.

SOLIS STRING QUARTET & SARAH JANE MORRIS – All you need is love

Una delle imprese più complesse in ambito musicale è rifare i Beatles in modo originale e credibile. Probabilmente il gruppo più coverizzato di sempre (in ogni forma musicale immaginabile) viene questa volta sottoposto a una elegantissima e raffinata cura di maquillage in chiave orchestrale dal Solis String Quartet, accompagnato dalla potente voce soul di Sarah Jane Morris. Le versioni sono sempre riuscitissime, sorprendenti (vedi “Come together” e “Strawberry fields forever” in particolare), la scelta dei brani intrigante, l’esecuzione sapiente e competente. Un gran bel disco!

SONIA SPINELLO / ROBERTO OLZER – Silence

Un lavoro ispirato, solenne, etereo, intenso, quello di Sonia Spinello e Roberto Olzer con la collaborazione di Eloisa Manera e Daniela Savoldi. La musica jazz si unisce a classicismi mai invasivi, alla canzone d’autore, con Enya e Kate Bush sullo sfondo. Suoni e produzione curatissimi, tanta classe, raffinatezza, eleganza per un album di alta caratura stilistica e creativa.

ALAN SORRENTI – Oltre la zona sicura

Mancava da quasi vent’anni un nuovo album di Alan Sorrenti. Il ritorno, quasi a sorpresa, ce lo consegna ancora all’insegna della freschezza e della creatività, con nove inediti che si muovono in perfetto equilibrio tra un pop moderno e attuale e chiari quanto voluti agganci con il sound che lo portò al successo negli anni 70, tra funk e disco. Scrittura elegante e raffinata, produzione curata impeccabilmente da Stefano Ceri, un ritorno di grande qualità.

THE STRANGE FLOWERS – Crossing a wasteland

La band toscana firma il nono album della sua lunga e proficua carriera discografica e ci regala un lavoro denso e maturo. Composto e registrato durante il lockdown, mette in risalto il loro classico sound che attinge dal rock psichedelico di matrice anni Sessanta ma che guarda in modo più ampio a numerose altre influenze tra cui spicca una predilezione per le atmosfere che furono care ai R.E.M. Ottimo album, consigliatissimo.

VERA DI LECCE – Altar of love

L’aspetto peculiare del lavoro della sperimentatrice pugliese è l’inclassificabilità della sua proposta. Che spazia, con attitudine audace e avanguardista, tra elettronica, atmosfere glaciali e sintetiche e un’anima folk che attinge tanto dalla tradizione salentina, quanto da suggestioni popolari orientali. Vocalità che emergono da un infinito passato (“The truth”) convergono armonicamente in tribalismi elettronici (“Jenome”) che riportano allo sciamanesimo sonoro dei Goat, lasciando sempre inalterato uno stato di tensione che può preludere a una pericolosa e improvvisa esplosione di suoni, un mood minaccioso dai tratti esoterici. Eccellente.

 

VIDEO

8B – Bl4man, ALCHEMICA – Un altro segno nel cuore, ALEXELL – Chiodo fisso, AKA STEVE – Per sempre, LEONARDO ANGELUCCI – Sopra di me, ARVA VACUA – Hope, ASTRI e LENOR – Stelle negli occhi, BANKROBBER – White skin, DENISE BATTAGLIA – Giungla, BARDOMAGNO – Magister Barbero, BASTIAN CONTRARIO – Se continuavamo così, BATCAVERNA – God save the King, BEATING SOULS – Madame madness, JAHNET BECCARELLI – Armonia, BEDAS – All my love, STEFANO BERTOZZI – Taking Shock,  MARCO BIONVICINI – Wild silence, BOUVIER – Un blu più profondo, BRENSO – Sugar Cane, CABRUJA – La Corazonada,  CALI – Sono pazzo di te, ROBERTO CASALINO – Un giorno, tre autunni, CASALUCE – Una giornata alquanto ventosa, CAZALE – Rex, EDOARDO CEREA – La lunga strada, CLAUDIO CIRILLO – L’ora legale, COLANGELI – Fino a Roma nord, CATERINA COMEGLIO – La mia compagna bionda, CORASAN – Dorme il sole, SARO COSENTINO – You are the story, GIUSEPPE D’ALONZO – Fantasmi di carta, JOHNNY DAL BASSO – Andalusia, ANNA DARI – Assolo,  DARMAN – Elle, DANIELE DE GREGORI – Le case mangiate dal sale, DIPINTO – Party,  ANDREA DI GIUSTINO – La RiNvoluzione, DIOMIRA – Lungomare paranoia, ENTEN HITTI – The compassion of a star,  FACILE – In my head, DAVIDE FARE – Quelle volte, FERRINIS – Baila, FRANCESCO E I PASSABANDA – Più di un film, GIANLUCA FRANCO – Stasera la luna, FROZEN SAND – The aftertaste,  ENRICO GIARETTA – Paolo il ferroviere, GOOGA – Lumache, THEFT GIACOMO GRASSO – Forme d’onda, NICO GULINO – Diverso e uguale, JACK OUT – Male e bene, HACK – Mileva, HANAMI – Mi ritorni in mente, HETEROGENE – Up & down, HOLA LOLA PRODUCTION – Sad, HUMANA – Con te, IBRIDO – Rifacciamo le 6, IL MAESTRALE – La cosa più naturale, ITDJ – Nella stretta, FRANCESCA INCUDINE – Zinda, JABONI – Out of water, IANEZ – L’addio, IN ARTE AGNESE – Bicchieri di carta, ISOTTA – Doralice, FRANK LA TANICA – Habemus Tanica, LAYZ – Disturbato, LE CHERRIES – Luna park, LES APACHES – Un jour sans fin, MADHOUSE – Sexy queen, MAGRATHEA – Jellyfish, MALAKIIA – Sole d’inverno, MALJE – Luna Funk, MANIA – Somma zero, MATTEO MARCHESE – Africa tornerò, MARCHIO BOSSA – Secret love affair, MC GROOVE – Chica tentadora, MEG – Fortefragile, CICCIO MEROLLA – Malatia,  MOTELNOIRE – C’est la vie, NUOVA SINTONIA – Venere nera, OGNIBENE – Che vita di merda, OPPOSITE – Settembre, ORDER OF MINERVA – Army of the lost, OvO – Distillati di tenebre, PAINKILLERS – On my own, PAOLANTONIO – I pupazzi del calcetto, TIA PALOMBO & THE LAZY FOLKS – Campfire stories, ANTONELLO PAPAGNI – La valle, SUSANNA PARIGI – Io sono il meno, BENEDETTO PENNATO – Finalmente libero, PETRINA – Begonie, PHOMEA – Take control, BRUNO PITRUZZELLA – Clay Riff, NICOLA PISU e MAX MANFREDI – Filastrocca, SIMONE PITTARELLO – Il difetto perfetto, PLATONICO – Sharks land, QUARRY – Beyond any sense, CHIARA RAGNINI – La casa sul mare, ALIS REY – Sei con me, THE ROCKER – Keep the rock n roll alive,  MATTEO SACCO – Gaia, DANILO SAPIENZA – Ti dico di no, SCAPESTRO – Chi se ne va, SKW – Mindset, THE SNOOKERS – Cosa sai di me, SOLOPERISOCI – Ho paura,  THE STEEL BONES – Scar remains,  THE STRANGE FLOWERS – Wasteland, STRE – A pezzi, SULIS – Algoritmo, TENEDLE – The gift, TENORS – Miracle,  THELEGATI – Luciano, TIAMO – Poesia, I TREMENDI – Fargo, UMBERTO TI. – La casa sulla sabbia,  MARIO VALENTI – Pareidolia, VINCI – E ci vieni con me, VIVIENNE – Noi, VOLPE – Notturno, VOODOO DRUMMER – Drunk Dyonisus,  DANIEL WENDO – Napoli, WILD BOUNCE – Wild time, ZPA22- Non mi va.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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