RODRIGO AMARANTE – Marè

Rodrigo Amarante è lieto di annunciare l’uscita del suo nuovo album, “Drama”, prevista per il 16 Luglio su etichetta Polyvinyl.
Una lunga attesa, dunque, dopo il suo debutto del 2014 con “Cavalo”, una meravigliosa e personale raccolta di canzoni in cui “ogni strumento respira, ogni suono si fonde ma allo stesso tempo ogni momento è a sé” (NPR Music).
Amarante ce ne regala anche un assaggio, con “Maré”, il primo singolo estratto e il relativo video diretto dallo stesso cantautore.
Brano apparentemente allegro e positivo ma in cui si nascondono aspetti meno gioiosi sotto la sua superficie, Maré si basa su un proverbio spagnolo che recita “l’alta marea si va a riprendere quello che la bassa marea porta”: ovvero “le cose che arrivano alle tue mani per caso, spariscono altrettanto facilmente”.
«La canzone – spiega Amarante – parla di come noi diamo forma al nostro destino e a noi stessi in base a ciò che desideriamo, speriamo, sogniamo, a prescindere dal risultato. Il video  invece no. Intenzionalmente. Il video parla della scrittura di questa canzone o di tutte le canzoni, non del senso dell canzone in sé. E’ una rappresentazione della sua scrittura, uno sguardo al lavoro di produzione, la magia della scrittura, tornando indietro così a ciò che plasma il mio destino, i miei desideri, la mia smania, ovvero ciò di cui tratta il brano.
Parlo di magia perché c’è un qualcosa di imprevedibile nella scrittura, anzi un’attività mentale: è proprio lì che risiede il dramma
Forse avete già sentito Rodrigo Amarante nella sua toccante “Tuyo”, tema principale della serie Netflix “Narcos”, oppure nel disco con i Little Joy. O ancora magari vi è capitato di leggere il suo nome trai i credits delle canzoni di Gal CostaNorah Jones e Gilberto Gil; o forse lo avete visto esibirsi con la big band brasiliana Orquesta Imperial o con il gruppo rock di Rio dei Los Hermanos.
Probabilmente credete già di conoscere Rodrigo Amarantema “Drama”, il suo secondo disco, introdurrà un nuovo livello di confusione a tutto ciò.
Nato a Rio de Janeiro nel 1976, Amarante individua due incidenti del suo passato che hanno influenzato direttamente la sua musica: una malattia di infanzia che gli ha permesso di apprezzare la bellezza delle seconde possibilità; e il momento in cui suo padre (con il consenso riluttante dello stesso Rodrigo) gli ha tagliato i suoi lunghi capelli, nel tentativo di liberarlo, con essi, dai drammi e dall’eccessiva sensibilità del ragazzino.
«Vestirsi di tutto punto come modo per mostrarsi, anziché vestirsi in maniera informale per nascondersi, ecco cosa è Drama» spiega Amarante. «Uno strumento. Solleticare la memoria attraverso la confessione, guardare attraverso i buchi di una maschera.
Questo non è qualcosa che ho vissuto, bensì una consapevolezza postuma, qualcosa che viene dopo di me, come spesso accade.
Queste canzoni sono state lo strumento per realizzarlo, non il contrario.»
Drama” ha visto la luce alla fine del 2018 durante una session di Rodrigo insieme alla sua band abituale che vede “Lucky” Paul Taylor alla batteria, Todd Dahlhoff al basso, Andres Renteria alle congas, e Amarante alla chitarra.
La scrittura e le registrazioni sono proseguite poi per tutto il 2019, alcune canzoni sono state tirate fuori dal fondo di un cassetto, altre invece sono completamente nuove.
Agli inizi del 2020, quando il disco non era ancora per niente terminato, Los Angeles entra in lockdown e Amarante si ritrova da solo, e inizia ad aggiungere sovraincisioni e a mixare le tracce completate insieme a Noah Georgeson, a distanza.
Ovviamente l’isolamento ha dettato il suono del disco. «Il lockdown e le conseguenti limitazioni hanno prodotto alcune ottime idee. Ho iniziato l’album con l’intenzione di concentrarmi sul ritmo e sulla melodia, di abbandonare quelle progressioni di accordi ricche e le modulazioni che ho ereditato dal Brasile ed essere, per una volta, più diretto.
Ma non appena ho cominciato, ho realizzato qual era il motivo dietro a questo tentativo: c’era l’ombra di quel ragazzino dalla testa rasata che dovevo essere, ormai rassegnato.
Al contrario quindi ho deciso di abbracciare le complicazioni che ho ereditato

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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