ARPIONI – Buona Mista Social Ska
La band “internazionale” pubblica il secondo volume (a 25 anni dal precedente), dedicato alla rivisitazione “in levare” di brani della canzone d’autore italiana.
La band “internazionale” pubblica il secondo volume (a 25 anni dal precedente), dedicato alla rivisitazione “in levare” di brani della canzone d’autore italiana.
Un sound devastante, aggressivo, granitico, monolitico, figlio degenere di King Crimson, Motorpsycho, The Battles, perfino di certe sperimentazioni degli Area, che incrocia prog, doom, math rock, in una miscela venefica e devastante.
Valerio Bruner parla un linguaggio crudo che, pur partendo dalla canzone d’autore, si sviluppa in un rock aggressivo e pulsante, non di rado vicino a suoni grunge e (quasi) punk .
La miscela di rap, un groove jazz e funk, crossover, elettronica, li pone tra le realtà più fresche e in progress della scena italiana (degni eredi dei maestri Casino Royale).
Un sapiente connubio di canzone d’autore, atmosfere jazz e poesia, che rimanda nell’approccio al migliore Paolo Conte.
Il loro è un sapiente, raffinato ed elegante mix (strumentale) di atmosfere da colonna sonora di film anni Sessanta/Settanta che si mischiano a funk, fusion, jazz e un uso sempre discreto dell’elettronica, declinata a un gusto vintage.
In questo progetto, rimasto per anni nel cassetto e finalmente pubblicato, entra in un abrasivo e ostile ambito sonoro quasi industrial, talvolta dissonante.
Undici brani in cui proseguono nel loro classico solco sonoro, figlio di Velvet Underground, Modern Lovers, Violent Femmes, tra folk punk, folate psichedeliche di sapore Paisley Underground, minimalismo rock (Pavement in particolare).
I cinque brani scorrono velocemente, sono fruibili, ben suonati e arrangiati.
Il nuovo ep li coglie alle prese con sei brani divertenti, coinvolgenti, dal groove danzereccio.
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