CLAUDIO ORFEI – My wonderland

il video di “My Wonderland”, il primo singolo estratto dall’omonimo album d’esordio del cantautore e compositore Claudio Orfei.

Il brano descrive l’inizio di un viaggio per affrontare le proprie paure, alla ricerca di se stessi attraversando l’oscurità dentro e fuori di sé; una presa di coscienza di un giovane uomo, che deve fare i conti anche con la sua disabilità visiva, che stanco di restare immobile e inerme, da solo con la sua malinconia e davanti ai propri mostri, decide di allontanarsi da casa. Così Wonderland diventa un posto da esplorare, in cui le paure si mescolano con le aspettative per un futuro da costruire, guidato dai desideri, dalla tenacia e dalla passione che fa sperare.

Il brano è stato scritto al rientro da un periodo di studio a Manchester; è un’analisi che raccoglie momenti di insoddisfazione e voglia di cambiamento, la stessa che gli ha consentito di accedere al triennio di alta formazione di Officina Pasolini, la scuola di alta formazione della Regione Lazio di Roma.

IL VIDEO

Il videoclip di “My Wonderland” è un vero e proprio piccolo film e regala una panoramica sul mondo descritto nel brano. Orfei indossa diversi abiti che rappresentano le attese immobili e le ricerche di spazi più fertili per coltivare il proprio futuro.

Nella sua personale versione del Cappellaio Matto, passeggiando in un bosco incantato, seduto nella sua casa nella radura e in apnea nelle profondità di un lago oscuro, il cantautore ci mostra il suo mondo fiabesco e la sua capacità di rileggere la realtà attraverso il suo limite visivo.

Non è stato facile girare questo video, ma il potere dell’immaginazione e la passione che ci spinge a oltrepassare i diversi inconvenienti della vita – dice Orfei – sono il motore di questo lavoro, sia musicale che audiovisivo, che mia ha portato a rileggere e interpretare questo personaggio superando i miei limiti fisici, ma a parte gli svenimenti sulla spiaggia del lago e le fragorose cadute nel bosco, è stato divertente”.

Il video è il frutto di un lavoro sinergico a più mani: ideato dalla fantasia di Claudio Orfei, è stato realizzato con Daniele Guglielmi, Claudio Martinez e Fulvio Martinelli.

Il video è stato girato tra il lago di Bracciano e i boschi limitrofi alla città natale del compositore, tra i comuni di Vicovaro, Licenza e Roccagiovnine, nella Valle Ustica all’interno del Parco Regionale dei Monti Lucretili.

L’ALBUM

Un concept album, composto da dieci tracce inedite, che racconta di un viaggio intorno al mondo, tra realtà e fantasia. Un progetto complesso e introspettivo nel quale si intrecciano otto lingue, diverse culture e vari generi musicali: “il jazz diventa un paio d’occhiali da indossare – spiega Orfei – la world music si trasforma in colori con cui dipingersi il viso, la canzone d’autore è una rosa che il cantautore coltiva con cura, le cui radici si intrecciano con il contrappunto classico degli archi e il teatro diviene una grande stanza dei giochi in cui creare con libertà e fantasia”. Dieci tracce in tutto per un album di grande impatto ed eterogeneo per scelta; Orfei, in questa opera, scrive e canta in italiano e inglese, ma tocca (grazie ad un minuzioso lavoro di adattamento) anche l’arabo, il francese, il portoghese, lo spagnolo, il romanesco e il napoletano.

Attraverso la maschera del Cappellaio Matto e altri riferimenti fiabeschi rivisitati in chiave moderna e adulta, Claudio Orfei inizia a scrivere storie, partendo dalla propria, raccontando delle varie facce dell’amore, di canti di resistenza e libertà, di danze invisibili intorno all’universo e di limiti che diventano opportunità.

Una serie di ospiti, tutta al femminile accompagna il cantautore, che con questo disco vuole omaggiare il lavoro delle artiste stesse e più in generale, la figura della donna, nella musica come nella società. Maria Pia De Vito, Susanna Stivali, Elisabetta Antonini, Raffaela Siniscalchi, Raffaella Misiti, Barbara Eramo e Giulia Annecchino, impreziosiscono questo album, interpretando le voci di amanti, di anime fraterne, di madri e tutti i colori di cui si tinge l’essere umano, in ogni sua sfumatura e genere, per parlare di supporto delle minoranze e delle diversità che diventano punti di incontro tra singoli e tra culture, contro ogni forma di discriminazione.

CREDITI

My Wonderland

(diretto e prodotto da Claudio Orfei )

Claudio Orfei: voce, musica, testi e produzione artistica

Aidan Zammit: piano

Pierpaolo Ranieri: contrabbasso

Marco Rovinelli: batteria

Giovanna Famulari: violoncello

Elvin Dhimitri: violino

Gabriele Coen: clarinetto

Gianluca Siscaro – Village Recording: recording e mix

Marco Federico – Studio Miriam: recording

Federico Pelle – The Basement Studio: mastering

Claudio Martinez: foto cover e videoclip

Daniele Guglielmi: videoclip

Fulvio Martinelli: videoclip

Giulia: Calligola: grafica

CHI E’ CLAUDIO ORFEI

Claudio Orfei, classe 1992, è un cantautore e compositore, nato a Vicovaro, nella provincia di Roma.

Nel suo lavoro mescola passione e ricerca, intrecciando generi e lingue, trattando tematiche sociali e personali che derivano dal suo modo di esplorare e rileggere il mondo.

A sei anni compaiono i primi segni di quella che solo dopo circa un decennio scoprirà essere una rara malattia genetica alla retina che lo porterà a essere ipovedente.

In quel periodo, grazie a una maestra delle scuole elementari, si avvicina al teatro e alla musica, iniziando a studiare e appassionarsi a varie discipline, guidato dall’interesse per la voce.

Durante le scuole medie e il liceo studia canto, pianoforte, teoria e armonia.

Negli anni studia con preziose docenti e voci del panorama internazionale, tra cui Raffaella Misiti, Elisabetta Antonini e Raffaela Siniscalchi, ora colleghe, da cui imparare però ancora molto, con cui condivide il suo primo album “My Wonderland”, insieme ad altre ospiti, signore della canzone e del jazz, come Maria Pia De Vito, Susanna Stivali e Barbara Eramo.

Dopo l’esame di maturità la strada da intraprendere era chiara: nel 2012 è ammesso in Conservatorio, dove approfondisce il suo interesse per lo strumento voce, per la scrittura e la composizione.

Nel 2015 vince la borsa di studio del programma Erasmus che lo porta a Manchester per consolidare la lingua inglese e proseguire i suoi studi musicali alla University of Salford.

Nascono proprio tra quelle strade inglesi alcuni dei brani che si appresta a presentare oggi nel suo primo disco.

Dal 2016 inizia la sua attività di docente di canto e altre discipline musicali in diverse accademie di musica della capitale, dando spazio così alla sua passione per l’insegnamento.

Nel 2018 si aggiudica un banco nella sezione Canzone dell’Officina delle Arti Pierpaolo Pasolini, diretta da Tosca.

E’ laureando presso il corso magistrale del DAMS dell’università di Roma Tre in “Didattica e nuove tecnologie”, con una tesi dedicata alla canzone.

Intanto dall’età di 16 anni porta avanti la sua attività live, in diverse formazioni e progetti, sia come interprete che come cantautore.

Tra le varie esperienze artistiche è stato finalista al Premio nazionale delle Arti con sue composizioni, è stato voce principale nello spettacolo teatrale “Odissey” a Manchester e ha partecipato all’Indigeno Fest 2018.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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