ETTORE SORRENTINO – Poliziottesco & Blaxploitation. Costretti a sparare

Intrigante saggio che mette a confronto, con un’attenta e accurata analisi, due “generi” cinematografici non di rado molto controversi come la Blaxploitation e il nostrano Poliziottesco.

Spesso intrisi di violenza gratuita e spettacolarizzata, di tutori dell’ordine “sbrigativi” e giustizieri anche se, in molti loro aspetti, portatori di messaggi politico/sociali trasversali, sottesi alle vicende narrate.

La Blaxploitation (“Film che trattano tematiche sulla popolazione afroamericana urbanizzata, con attori di colore”) mette al centro il ruolo del Black Man, non più secondario al bianco ma in primo piano, eroe, lontano dal primo esempio di uomo di colore “protagonista” come Sidney Poitier, “colto, intelligente e ben vestito, lontano dall’immaginario del ghetto, simbolo della borghesia di colore in ascesa che diventa apprezzato sia dal pubblico bianco che da quello nero”.
Vedi “Indovina chi viene a cena” o il mitico “La calda notte dell’ispettore Tibbs” proto film Blaxploitation.
Il genere, sublimato da pellicole come “Shaft” o “Superfly” perderà nel tempo efficacia.
“I film basati sullo stereotipo del nero armato, campione di arti marziali e vendicativo, perdono indubbiamente quel substrato politico che aveva caratterizzato la nascita del genere. I temi della coscienza e della militanza nera diventano pretesto per spettacolarizzare gli aspetti più folk e superficiali dell’immaginario collettivo”.

Il Poliziottesco italiano parte da altre coordinate.
E’ la malavita nostrana che si confronta con poliziotti che cercano, in contrasto con corruzione, collusione e indifferenza delle istituzioni, di far rispettare la legge.
Aspetto che frutterà non di rado l’accusa che i film in questione abbiano connotati “di destra”.
“La città é loro ostile, i cittadini avviliti dalle continue violenze e dal clima d’incertezza post 68, sono un ostacolo al trionfo del bene e alla valorizzazione positiva dell’eroe…lo sbirro non ha la capacità di cambiare le cose, non é un risolutore, soltanto vittima di un’Italia confusa e criminale”.

Il libro ripercorre origini, esplosione e involuzione dei generi, sottolineando anche l’importanza delle colonne sonore che da Morricone a Curtsi Mayfield, hanno prodotto veri e propri capolavori.

Ulteriore nota il ruolo della donna, pressoché assente, se non nello sfondo, nei film italiani, protagonista solo quando il genere assimilerà parti sexy.
Nella blaxploitation più presente, anche se quasi sempre relegato all’immagine di preda sessuale.
Con l’eccezione della fantastica Pam Grier, perfetto modello di donna al di sopra del controllo maschile.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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