L’Ultimo dei Mohicani, una colonna sonora per correre.

Fra le tante colonne sonore degne di ascolto, in questo ozioso fine settimana estivo si fa strada l’interessante progetto che caratterizzò l’accompagnamento sonoro de L’Ultimo dei Mohicani.

Un Nord America verde e selvaggio ospita questa incredibile storia di libertà, mondo nuovo in divenire e amore. Daniel Day-Lewis è il protagonista indimenticabile, purché corra prestando al vento le chiome fluenti, accanto a lui un paesaggio verde e selvaggio durante la guerra fra Francia e Inghilterra per la spartizione del territorio. In mezzo al conflitto i poveri nativi, costretti a barcamenarsi. Insomma una bella storia intensa, nata nell’800 dalla fantasia di James Fenimore Cooper, molto gettonata a Hollywood e ripresa, in questo caso con qualche libertà, dal regista Michael Mann.

  

Il regista di Chicago è abituato al cinema dinamico, è sua prassi, per enfatizzare la tensione emotiva, chiamare a raccolta fotografia, sonoro e musiche che devono muoversi in un unicum indimenticabile. Per questo affida a Trevor Jones, e alla sua musica slanciata e passionale, la colonna sonora, inizialmente chiedendo una traccia elettronica per poi avvicinarsi a una partitura orchestrale, ritenendola più appropriata a un kolossal storico. Purtroppo il progetto originale per le musiche viene rivisto molte volte con continui adattamenti; infine a Trevor Jones viene affiancato il compositore Randy Edelman, per musicare alcune scene che Jones non aveva potuto completare. Il risultato è un capolavoro, memorabili le partiture per archi, peccato che come autori delle musiche del film siano accreditati sia Edelman, sia Jones e questa popolare e acclamata colonna sonora risulta ineleggibile per l’Oscar.

Ora, cuffie alle orecchie, play sul tema centrale, chiome al vento e… correte!

 

Elena Miglietti

Giornalista, appassionata di Medioevo e pallavolo, scrive favole. Per Coop ha coordinato per diverso tempo la redazione piemontese del periodico Consumatori, essendo anche membro della redazione nazionale. Da anni racconta l'esperienza delle cooperative Libera Terra, che lavorano le terre confiscate alla malavita dell'entroterra corleonese. E' fra i promotori del S.U.S.A. Collabora con Radiocoop dal 2010.

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