Mala tempora currunt

Mala tempora currunt!

Eh sì, non sono proprio giorni comodi per esistere in pace, si fatica un po’. Certo la vita è un fatto muscolare, mica una passeggiata di salute nel mondo delle fate, per questo ogni tanto, affaticati da cotanta ginnastica, cerchiamo una qualche formula di balsamo ristoratore per lenire i nostri acciacchi esistenziali. Ben venga quindi l’amata musica, panacea di ogni male, preparato galenico adattabile a ogni situazione, accadimento, ricorrenza. Tempo fa avevamo affrontato la playlist utile per la corsa, oggi, seguendo una china un po’ cialtrona, scoviamo in rete niente meno che la playlist delle canzoni di protesta, nobile afflato con cui molti artisti hanno accompagnato tempi bui del passato di molti paesi, regalando, come diceva qualcuno, “canzoni che si attaccano come spina di cardo alla memoria”.

Il genere ha nobili rappresentanti in tutto il mondo, dall’argentino Atahualpa Yupanqui, a Bob Dylan, passando per Violeta Parra, Chico Sàncez Ferlosio e Mikis Teodorakis. Pochi esempi orfani di tanti nomi, tra cui molti Italiani, come l’ex mondina Giovanna Daffini, Giovanna Marini, Fausto Amodei e Pierangelo Bertoli. Ma come sempre accade, anche la canzone di protesta, per diventare quel cardo di cui sopra, necessita di buoni accordi, di melodie riconoscibili, di estro artistico, che, associate a forti contenuti, hanno prodotto brani indimenticabili, come “Mandela Day” dei Simple Minds, un inno di gioia per la libertà ritrovata e non la denuncia per la libertà persa, oggi commuovente ricordo di un uomo grande che non c’è più.

La playlist che ho trovato parte da un pezzo di Joan Baez, “Here’s to you”, di cui abbiamo parlato su queste pagine, struggente ballata dedicata al sacrificio di Sacco e Vanzetti, continua con “El Pueblo unito jamas sera vencido” degli Intillimani, la ballabilissima “Free Nelson Mandela” degli Special, accoglie “Redempiot Song” di Bob Marley, “Eppure soffia” di Pierangelo Bertoli e la prima canzone femminista della storia del rock “Woman in the nigger of the whorld” di John Lennon.

L’elenco è solo una traccia, ognuno può creare la sua personale play list: in fondo anche la sigla de “Il Grande Mazinga” ha un che di resistente: “Lotta, cade, si rialza, sempre vincerààààà”.

 

Here’s to you, Joan Baez

El pueblo unido jamas sera vencido, Inti Illimani

Free Nelson Mandela, The special AKA

Eppure soffia, Pier Angelo Bertoli

Hasta siempre comandante, Carlos Puebla

Woman is the nigger of the world, John Lennon

Contessa, Paolo Pietrangeli, ma nella versione dei Modena City Ramblers

Biko, Peter Gabriel,per non dimenticare il sacrificio dell’attivista anti-apartheid sudafricano Steven Biko, ucciso in carcere, come dice la canzone nel settembre del 1967 a Port Elizabeth.

Redemption song, Bob Marley

I shall be released, Bob Dylan

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Elena Miglietti

Giornalista, appassionata di Medioevo e pallavolo, scrive favole. Per Coop ha coordinato per diverso tempo la redazione piemontese del periodico Consumatori, essendo anche membro della redazione nazionale. Da anni racconta l'esperienza delle cooperative Libera Terra, che lavorano le terre confiscate alla malavita dell'entroterra corleonese. E' fra i promotori del S.U.S.A. Collabora con Radiocoop dal 2010.

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