RADIO SABIR – 10600 iorna

Una canzone che esplora la solitudine e la ricerca di sé attraverso la storia di una donna che celebra il suo trentesimo compleanno in solitudine. Il videoclip si ispira all’arte di Cindy Sherman.
 
Oggi esce il videoclip di “10600 iorna”, nuovo brano estratto da “Cunti e Mavarii pi megghiu campari” (Dcave Records), l’ultimo album del collettivo siciliano RadioSabir (ex Niggaradio), canzone che esplora la solitudine e la ricerca di sé attraverso la storia di una donna che celebra il suo trentesimo compleanno in solitudine.
 
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In un’epoca definita dall’ansia e dall’incertezza, la musica diventa più che mai un faro di comprensione e di conforto. I RadioSabir lo sanno bene e lo dimostrano con il loro ultimo videoclip dedicato al brano “10600 iorna” – realizzato dalla produzione indipendente White garage in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Catania– una canzone che esplora la solitudine e la ricerca di sé attraverso la storia di una donna che celebra il suo trentesimo compleanno in solitudine.
 
Il videoclip si ispira a Cindy Sherman, grande artista americana che ha sempre indagato la complessità dell’identità femminile, e in particolare ai suoi Untitled Film Stills, realizzati negli anni ’70 e pubblicate più recentemente dal MOMA di New York: una serie di fotografie in bianco e nero, che traggono ispirazione dalle pellicole cinematografiche per rappresentare i tanti ruoli della donna all’interno della cultura contemporanea. Una serie che ha fortemente ispirato la critica circa le diverse modalità con cui la donna modella la propria identità e il conseguente ruolo dei mass-media nella propria vita e che qui viene ripresa come fonte di ispirazione per rappresentare una situazione comune a molte donne – la solitudine dei 30 anni, troppo spesso rappresentata secondo cliché convenzionali. 
 
Il video segue la protagonista dal suo risveglio solitario, alla passeggiata in completa solitudine, al suo rientro a casa pervaso di disperazione, fino alla sua decisione di partire con una valigia. Alla fine del suo viaggio, trova speranza e redenzione in un locale ascoltando la musica di RadioSabir.
Come la band stessa, il videoclip (regia di Ence Fedele) è un viaggio che attraversa varie forme d’arte e culture, “dal Simeto al Mississippi, nei sud del mondo per farci capire”. È una dichiarazione d’identità che affonda le radici nella tradizione siciliana, per poi proiettarsi verso un dialogo globale, mescolando ritmi blues, suoni rurali e elettronica contemporanea.
RadioSabir non è solo una band, ma un linguaggio, un ponte tra passato e futuro, tra Sicilia e mondo. In “10600 iorna”, come nelle loro altre opere, la musica diventa un veicolo per raccontare storie universali in una lingua comprensibile a tutti, perché, come affermano, “siamo siciliani, border line, non più africani e non del tutto europei”, ma soprattutto desiderosi di comunicare.
In un mondo in continua evoluzione, dove le identità sono sempre più fluide e le frontiere sempre meno definite, “10600 iorna” arriva come un inno alla speranza, all’arte e alla possibilità di trovare sé stessi attraverso il dialogo e la condivisione. È un invito a resistere, a evolversi, e, soprattutto, a comunicare.
 
Il disco (ASCOLTA ALBUM) è composto da undici brani in siciliano che “cantano blues, anche se non lo sembrano, ma lo sono e anche più di altri, sono blues del terzo millennio”, che gravitano intorno al Mediterraneo, ma attingono a tutto, dall’elettronica futuristica ad antichi ritmi, cori, rumori ancestrali, amalgamando tutto in un solo suono. Questa la tracklist Na buttigghia i vinu‘U ferruVoodoo MedCi voli tempu GUARDA VIDEOCLIPMa ‘cchi fai (Ayaya), ‘U munnu sta canciannu‘A rivoluzioni un si fa chi socialIarrusa10600 iornaE resta ‘ccaSeggia sghemba.
 
Il disco è stato registrato e mixato da Daniele Grasso, che si è occupato anche della produzione artistica, testi e musica (eccetto “E resta ‘cca” d. grasso/m. musumeci), per Dcave Records a The Cave Studio di Catania. Il mastering è a cura di Eleven mastering. I testi rap in Na buttughia i vinu, U munnu sta cangiannu sono di Maurizio Musumeci. Al disco hanno collaborato Cesare Basile, Vanessa Pappalardo e Chiara Dimauro. Cori: Alessandra Rizzo, Paola Innao, Alex Lionti, Gaetano Di Bartolo, Giusi Sambataro, Sonia Pitiddu. Prodotto da: Dcave records, Peppe Scalia e Daniele Grasso. Il collettivo è formato da Daniele Grasso (chitarre, basso elettrico, synth bass, sintetizzatori, voce e cori, suoni e rumori), Peppe Scalia (batteria, percussioni, cori), Umberto Arcidiacono (percussioni, fisarmonica, marranzano, cori), Elisa Milazzo (voce e percussioni), Maurizio Musumeci (rap).

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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