Marce nuziali rock

Chissà il povero Wagner cosa direbbe? E anche il povero Mendelssohn. Da Carlo Verdone, in “Viaggi di nozze”, in poi tanti (troppi!) hanno provato l’impulso irrefrenabile di essere originali, proponendo al proprio matrimonio la marcia nuziale in chiave Rock.

Una sola domanda: perché? Il buon Wagner è già rock di suo, senza troppi interventi da distorsore. Mendelssohn ha il merito di quell’impulso “up” proprio per il suo pezzo più famoso, “La Marcia Nuziale”.

Due vite agli antipodi.

Wagner, anticonformista, non ebbe il tempo di provare a essere alternativo, che già si scatenò una corrente anti-wagneriana. Compositore di ritmi incalzanti impensabili per l’epoca, basti pensare alla “Calvalcata delle Valchirie”, amante degli animali, insorse in tempi non sospetti contro la vivisezione.

 

Mendelssohn condusse una vita su binari piuttosto convenzionali: famiglia borghese, garbo e buone maniere, addirittura un’orchestra privata in casa per potersi esercitare.

Wagner era un pazzo scatenato: i ben informati lo descrivono atletico e capace, a 57 anni, di arrampicarsi agilmente fino al primo piano di casa, con buona pace della moglie e si racconta che indossasse vesti sfarzose quando componeva.

Mendelssohn, sobrio e soave, approfittò della luna di miele nella Foresta Nera, con l’algida Cécile Jeanrenaud, per trovare ispirazione per il concerto per pianoforte e orchestra in re minore op. 40.

Wagner, probabilmente, fra una birra e l’altra, seppure Tedesco, simpatizzò per i Piemontesi, contro l’Austria, nella seconda guerra di indipendenza, poi scelse altre derive, ma non è questo il luogo per rimembrarle.

Mendelssohn di politica non si occupava, era impegnato a riportare in auge i lavori di Bach e Mozart, forse sorseggiando tiepido tè.

E se con Mendelssohn possiamo chiuderla qui, certa è l’influenza di Wagner sulla musica contemporanea, parola di Joey De Maio, bassista dei Manowar, che lo definisce il maggior ispiratore della musica metal.

Quindi, lasciamo a Wagner e Mendelssohn le marce nuziali, così come le hanno composte, uno perché già tosto di suo in tutta la sua opera, l’altro perché almeno una volta lo è stato, e molto.

 

Elena Miglietti

Giornalista, appassionata di Medioevo e pallavolo, scrive favole. Per Coop ha coordinato per diverso tempo la redazione piemontese del periodico Consumatori, essendo anche membro della redazione nazionale. Da anni racconta l'esperienza delle cooperative Libera Terra, che lavorano le terre confiscate alla malavita dell'entroterra corleonese. E' fra i promotori del S.U.S.A. Collabora con Radiocoop dal 2010.

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