CHROMOSPHERE – Julia
Sei tracce strumentali e un remix, caratterizzate da un mix di atmosfere ambient e techno/house, costruite con grande competenza, creatività.
Sei tracce strumentali e un remix, caratterizzate da un mix di atmosfere ambient e techno/house, costruite con grande competenza, creatività.
Sonorità distorte, dure, abrasive, figlie di grunge (in particolare) e alternative rock, carattertizzati da potenza chitarristica, ritmiche penetranti, una voce che gioca sui toni alti, coadiuvata da buone melodie.
Il sound si mantiene duro e distorto, vicino alle istanze di grunge e stoner e che a tratti richiama i nostri Verdena e non disdegna occhiate al prog.
Una scelta artistica che riesce a coniugare alla perfezione un contagioso mix di funk, jazz, acid jazz, elettronica, pop.
Un album di sapore messianico, con sei lunghi brani strumentali che mischiano stoner, psichedelia, riff hard, potenti e minacciosi.
Cinque brani autografi, interpretati in punta di fioretto, delicati, eterei, raffinati.
Dodici brani tra punk rock, riff hard, testi urlati e tranquillamente (finalmente!) incuranti del politically correct.
Il mood è il consueto funk, dalle tinte afro, chitarre con il wah wah, percussioni, flauto solista a tessere le linee melodiche, Fela Kuti, Isaac Hayes di “Shaft”, il Curtis Mayfield di “Superfly” e Piero Umiliani a braccetto.
I cinque brani riportano all’epica antagonista di Billy Bragg e ai nostri Gang e Filippo Andreani, sono minimali, chitarra e voce, con testi dolenti e duri.
Riescono nel complesso proposito di unire musica classica, jazz, rock, fusion, funk, avanguardia, inflessioni melodiche mediterranee.
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