EMANUELE DE FRANCESCO – Vivo

Quando si dice metterci la faccia: per il primo videoclip tratto da Lettere al neon, album che dalla sua uscita (maggio 2019) ha riscosso consensi unanimi, Emanuele De Francesco ha voluto un’impostazione semplice, diretta, immediata, così come lo racconta in prima persona: “Per Vivo ho voluto essere solo me stesso con nessuno intorno. Lo sfondo è ora un vicolo di periferia ricco di murales, ora un parco deserto con la sola luce, infine una stradina tra le piante, ambienti che mi hanno affascinato per motivi ben precisi. Il vicolo con i murales rappresenta una sorta di rifugio, magazzino per i sogni di chi, spesso la notte di nascosto, lascia una impronta. Mi affascinano i murales, specie quelli negli ambienti degradati, perché, al di là di qualsiasi morale, figli di una esigenza espressiva non considerata dalla società, esigenza che equiparo a quella di una canzone. Il parco aperto è il posto di ritrovo per antonomasia, il luogo dove ci si incontra, si parla, le famiglie portano i figli. Apparentemente un luogo di evasione, in questo caso volutamente con solo me stesso, la mia voce e niente altro per ribadire il distacco. Il sentiero tra le piante è una specie di fuga da e verso qualcosa di indefinito, misterioso e affascinante al tempo stesso, da seguire sempre e comunque”.

Con quella faccia un po’ così, ma senza nascondersi, Emanuele De Francesco canta Vivo con la stessa verve che gli dedica nelle apprezzate presentazioni in concerto, dando alla canzone tutta l’importanza che ha, visto che è proprio l’ouverture di Lettere al neon, un posto di riguardo anche nell’anticipare e definire i temi che poi seguono nel corso dell’intero album. Una riflessione a viso aperto che Emanuele De Francesco puntualizza ancora una volta così: “Nonostante tutte le domande che potrai fare, le persone a cui potrai rivolgerti, a volte senti che non troverai le risposte. Anzi, forse risposte proprio non ci sono. Allora in quell’attimo di disincanto e accettazione, ti accorgi che solo mettendo a nudo tutto te stesso, scavando in profondità, puoi dettare tu le regole per sentirti vivo, nonostante società, amici, persone, chiedano conto. Non c’è niente altro di cui hai bisogno: solo, soltanto dell’orgoglio”. Vivo apre anche la serie di videoclip tratti da Lettere al neon e che prevede, a breve, la pubblicazione di Irene nel vuoto, una canzone che, dal punto di vista delle immagini, rappresenta già una bella sfida.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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