Riassunto novembre 2021. Tutte le recensioni

 

 

Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati. Nel mese di novembre 2021 abbiamo recensito 42 ALBUM e presentato 136 VIDEO.

Dall’inizio dell’anno RadioCoop ha recensito 466 album e presentato 1.515 video

ALBUM:

ARAPUTO ZEN – Majacosajusta

Molto interessante e personale il nuovo album del quintetto napoletano, che riesce a fondere, con originalità e grande gusto, musica etnica, le radici mediterraneo/partenopee, jazz, rock, world music. Risaltano la grande perizia tecnica e un’estrema raffinatezza esecutiva.

THE BLACK VEILS – Carnage

La band bolognese firma il terzo album, che ci immerge in atmosfere post punk tra Joy Division, Mission, Sisters of Mercy, riferimenti vocali ai Killing Joke. Sound potente e arrembante con ancora molti agganci al punk rock, ritmica pulsante e monolitica, perfetta reincarnazione di una tendenza che infiammò i primi anni 80.

THE BREAKBEAST – Monkey riding God

Sergio Pomante (Sudoku KillerString Theory, ex-Ulan Bator) al sax, Alessandro Vagnoni (Bologna ViolentaRoninDrovag) alla batteria e Mario di Battista (La Mala SementaUlan Bator) al basso e alla voce sono i protagonisti di questo nuovo progetto molto stimolante, aperto, sperimentale, in cui confluiscono funk, rock, jazz,hip hop, sperimentazione, Morphine, James Chance, Beastie Boys, un approccio cinematografico, un pizzico di Calibro 35. Originali, personalità enorme, tanto groove.

BRIGHT SMOKE – Fear against hope

Un ottimo esordio, maturo, curato, bene arrangiato e prodotto, pur non perdendo spontaneità, immediatezza e urgenza. I dodici brani sono permeati da una vena rock (tra Cranberries e U2) che non disdegna un’ampia gamma di riferimenti al miglior pop internazionale. Interessante e di buon pregio.

THE BROKERS AND THE WALL STREET BAND – s/t

Progetto musicale a cura di Giuliano Taviani e Carmelo Travia insieme a Diana Tejera che omaggia la tradizione garage punk con riferimenti agli X e ai Velvet Underground. I tre brani scorrono velocemente, immediati, efficaci, lasciandoci in trepida attesa di un album.

CARSICO – Terra/Cielo

Francesco Cavecchi si muove bene nello scibile del cantautorato più colto dai grandi come Dylan, Neil Young, lo Springsteen acustico di “Nebraska” fino alla tradizione nostrana, da De André a Finardi. Arrangiamenti essenziali e minimali, approccio crudo, quasi “live in studio” molto efficace che rende il tutto crudo, onesto, genuino, diretto. Ottimo!

LA CHANCE SU MARTE – Incontri ravvicinati

Secondo album per la band marchigiana, attiva da un lustro. Otto brani stringati che accoppiano un indie pop rock immediato e di grande fruibilità con elementi elettronici e vicini alla canzone d’autore (tra Stato Sociale e Pinguini Tattici Nucleari). Disco curato anche se risente di una certa impersonalità.

ANDREA CHIMENTI – Il deserto, la notte, il mare

Decimo album in studio per l’ex voce dei Moda. Undici inediti dal portamento solenne, autorevole, romantico, con l’aiuto di alcuni ospiti prestigiosi come David Jackson dei Van Der Graaf Generator, Ginevra di Marco, Antonio Aiazzi (Litfiba) Fabio Galavotti (Moda), Francesco Magnelli (CSI e CCCP). Elegante e poetica canzone d’autore che va a braccetto con retaggi new wave, echi di Bowie e l’influenza della scrittura di Nick Cave. Come sempre il livello è altissimo.

CIRCOLO LEHMANN – L’ultima delle lepri

“Un concept album che fotografa la crisi esistenziale di un uomo qualunque che potrebbe essere ognuno di noi” è il tratto che permea il secondo album del progetto nato a Berlino nel 2011. Il nuovo lavoro fotografa bene le caratteristiche della band che costruisce un brillante ponte tra canzone d’autore, un approccio poetico/teatrale, new wave, impennate rock/grunge e un gusto per la sperimentazione e per l’elettronica. Molto interessante.

MARI CONTI – Invisible things

Interessante il viaggio elettronico tra trip hop, pop, canzone d’autore, momenti a ritmi dance. Molto riuscita la versione “Amarsi un po’” di Battisti a corredo di un album originale e di ottimo impatto.

PIER CORTESE – Come siamo arrivati fino a qui

Primo album di inediti dal 2009 e nuovo centro per il cantautore, musicista e produttore romano, con una lunga e prestigiosa carriera alle spalle. Il nuovo lavoro ne conferma lo spessore compositivo, il gusto per una canzone d’autore che guarda spesso al miglior Ivano Fossati ma che si pone in un’ottica fresca, attuale, moderna, con un retrogusto psichedelico. Ottimo.

THE DEAD MAN IN L.A. – Allineamento caotico

Esordio per la band romana con sei lunghi brani all’insegna di uno stoner rock intriso spesso di psichedelia e riferimenti grunge. Sound potente, grande tiro, arrangiamenti adeguati e azzeccati, ottima perizia tecnica. Una buona partenza.

MARTA DEL GRANDI – Until we fossilize

Atmosfere rarefatte, sperimentali, tra ambient, un evidente retaggio jazz, elettronica, nu jazz, riferimenti tanto a Morricone, Bjork quanto a Carla Bley. Interessante, personale, coraggioso.

EL SANTO – Il giorno dopo il lieto fine

Secondo album per la band milanese, attiva dal 2011 e con trascorsi nell’esperienza La Stasi. Ottimo lavoro che guarda ai Radiohead ma sa mettere insieme numerose altre influenze, dal grunge, al rock, al post rock con i Marlene Kuntz in sottofondo. Ben prodotto e con ottime soluzioni a livello di arrangiamento.

FIREWORKS BANQUET – Nothing really important

Il quartetto sardo all’esordio con un poderoso album chitarristico, aspro e crudo. I riferimenti spaziano tra psichedelia, Paisley Underground, viaggi dalle parti di True West, Thin White Rope e Giant Sand e un abbraccio frequente al miglior Brit Pop. Arrangiamenti essenziali, album ben curato, ottimo lo spessore compositivo. Un nome da tenere d’occhio.

FLUXUS – s/t

Preziosa ristampa (a cura della Furious party di Ale Sportelli, co produttore e fonico del lavoro) del quarto album della grande band torinese, uscito nel 2002, aiutata in questo lavoro anche da Roy Paci, Mauro Teho Teardo e Tax Farano, ex membro dei Negazione. Sound abrasivo dalle matrici post hardcore ma che si sviluppa in altre direzioni, attingendo anche da metal e grunge. Pura eccellenza da riscoprire.

FOLLOWTHERIVER – Whatever the future holds, I’ll see you there

La creatura del cantautore genovese  Filippo Ghiglione torna con un ep che raccoglie gli ultimi singoli recentemente usciti. I cinque brani hanno colori autunnali e pastello, lievi, malinconici e romantici, tra Antony and the Johnsons e Kings of the Convenience. Una conferma per un’esperienza artistica sempre interessante e stimolante.

FUCKSIA – Twelve

Mariana Mona Oliboni, Marzia Stano, Poppy Pellegrini sono “figlie del caso e madri del caos, transfemministe e orgogliosamente queer”. I sei brani dell’ep sono ipnotici, caustici, sperimentali, elettronici. Un progetto anomalo e personale, intenso e trasmette una sensazione di  “pericolo”. Di conseguenza interessante.

IL GEOMETRA – Canzoni cristiane

La band perugina esce con un lavoro inconsueto dalle tematiche anomale, un concept incentrato sul Cristianesimo: le sue radici, i suoi valori, le sue irriducibili contraddizioni. I testi sono supportati da una base pop rock ben fatta e curata, l’album particolare e personale.

LAILA AL HABASH – Mystic motel

La progressiva crescita artistica della cantante e compositrice italo-palestinese si sublima con un eccellente album d’esordio. Prodotto e malleato da Stabber e Niccolò Contessa, è un viaggio in 12 diverse stanze di un motel “mistico” tra pop, indie, rap, urban, dal tratto sinuoso, seducente, avvolgente. Fatto benissimo, fruibile e ricercato. Top!

LISANDRU – In

Il musicista e cantautore sardo Alessandro Sanna all’esordio con un ep caratterizzato da un approccio molto originale. Alla canzone d’autore si aggiunge un sound che attinge dall’attitudine vocale di Manuel Agnelli ma assimila anche elementi folk autoctoni, allo stesso modo in cui Cesare Basile fa con la natìa Sicilia. Senza dimenticare un’impronta dark blues (Nick Cave). Davvero originale e personale.

MAESTRAL – Marghesarà

Dalle ceneri dei Disincanto una nuova creatura acustica emerge dalla tradizione folk autorale della band veneta che porta spesso in musica anche il dialetto autoctono. Ballate dolenti e dall’incedere lento e cupo, evocative e avvolgenti. Il tutto perfettamente arrangiato e suonato. Lavoro classico e di spessore.

MALOTA – The uninvited guest

Terzo ep per la band veneziana che continua a picchiare duro, attingendo da hard rock, stoner e un approccio punk, tra Motorhead e Hellacopters. Distorsioni, potenza sonora, composizioni di ottimo livello, attitudine. Più che riuscito.

MASETTI – Dialogo

Un ep di sei brani che prosegue un percorso artistico già avviato sotto altre spoglie. Tra folk e rock chitarristico, con una forte impronta cantautorale (in particolare dalle parti di Eugenio Finardi), il nuovo lavoro testimonia di una solida base compositiva. Da rivedere gli arrangiamenti, forse eccessivamente minimali. Attendiamo l’album.

CARLO MASU E LE OSSA – Ombre di un corpo estraneo
Il grande chitarrista dei Cut all’esordio solista con un progetto che lo vede affiancato da membri di IOSONOUNCANE (dal vivo), Eveline e The Crazy Crazy World of Mr. Rubik. Sound brumoso, decadente, oscuro che conserva l’abrasione della band madre ma percorre strade più melodiche e sperimenta con progressioni e pause ritmiche tra jazz e post rock. Tanta personalità, grandi canzoni, un progetto interessantissimo.

LUCA MILANI – Warriors grow up and die

Una carriera lunga e dalle varie sfaccettature, dagli inizi grunge coni File a una carriera solista più vicina a sonorità e approcci cantautorali in stile “Stelle e Strisce”. Anche il nuovo album, il quinto, si muove su coordinate simili, vicino alle ballate più intense di Bruce Springsteen, Bob Dylan, Johnny Cash e loro epigoni, senza dimenticare qualche influenza country. Ben fatto.

MODERN STARS – Psychoindustrial

Secondo album per la band laziale che conferma la predisposizione a un sound atipico ai nostri giorni, che scava nelle lande più oscure e ipnotiche dello shoegaze ma con le radici ben piantate nel terreno ancora fertile dei Velvet Underground. Sette brani notturni e cadenzati per un lavoro molto personale.

MONIE’ – That’s my soul

Noemi Montesano, in arte Moniè si presenta con un ep di quattro brani in cui mette insieme un torrido gusto soul con sonorità dub trap, in un concept che unisce fuoco, terra, acqua, aria, i quattro elementi alchemici diventano metafora di vita, una connessione tra il microcosmo umano e il macrocosmo naturale. Con i featuring di Brusco e Puritano e la produzione di The Eve, una partenza di alta qualità.

PAOLO APOLLO NEGRI – Escribir lo imposible

Elegante e raffinata colonna sonora dell’omonimo film spagnolo scritto e diretto da Simone G.Saibene, composta ed eseguita da Paolo Apollo Negri, tastierista dalle mille esperienze passate, presenti (e sicuramente future). Il contesto cool jazz (che riporta all’Herbie Hancock degli anni Sessanta) è perfetto per accompagnare immagini e già di per sé evocativo e molto gradevole all’ascolto. Brevi pennellate, suonate e arrangiate con maestria.

NOALTER – Come Dorothy nel vento

Il duo bresciano composto da Nicholas Balteo e Alice Pondrelli, torna in pista cn un roccioso album con una dozzina di brani arrembanti, in cui assimilano influenze punk rock, grunge, electro, post wave. Sound diretto e minimale, efficace e potente. Band interessante.

PAUSA – Pausa

Un concept album che racconta la depressione tra suoni elettronici (ottime basi realizzate da Mofw), un rap molto personale con la canzone d’autore in costante sottofondo. L’album è in collaborazione con Hikikomori Italia, un’associazione che aiuta ogni giorno gli Hikikomori presenti in tutta Italia, i quali spesso sono succubi della depressione. Il 10% degli introiti dell’album sarà devoluto ad Hikikomori Italia.

POORWHITE – Echoes of Spooon River part 1

Il cantautore bolognese ci porta in meandri, rigorosamente acustici tra Lo-fi, Barrettiani (in particolare), psichedelici, con uno sguardo a Brian Wilson, Beck, il primo Sufjan Stevens, perfino a Noel Gallagher. Bello e molto particolare.

PREHISTORIC PIGS – The fourth moon

Quarto album per la band friulana formata da due fratelli e un cugino, alle prese con un torrido stoner strumentale dalle frequenti tinte doom. Monolitico, possente, duro, travolgente. Suonato più che bene e con tutte le caratteristiche adatte a tenere alta la bandiera stoner italiana nel mondo.

SCHIAMAZZI – Schiamazzi ep

Cinque brani minimali e laconici per l’ep del cantautore genovese. Atmosfere plumbee ma allo stesso tempo delicate e sospese, quasi sussurrate. “Canzoni scritte anche durante le guardie di notte in ospedale, tra una visita e l’altra, su foglietti di carta e sulle note del cellulare”. Tratto molto personale e interessante. Da ascoltare.

SETTORE OUT – Fantasmi

La band ebbe un notevole riscontro agli inizi degli anni Novanta grazie a due ottimi album e a una serrata attività live. Il previsto terzo album non vide, per una lunga serie di motivi, mai la luce. Torna finalmente ora dall’oblìo a dimostrare l’abilità del gruppo lombardo di destreggiarsi tra canzone d’autore, un sound chitarristico di pura matrice “americana” (dal Paisley Underground al primo Springsteen) a cui non mancano sferzate grunge. Le canzoni mantengono una delle caratteristiche che ha sempre contraddistinto i Settore Out, lo spessore compositivo e ne conferma il grande livello artistico. Un disco che non sente il trascorrere del tempo.

TOMMASO SGAMMINI / FILIPPO MACCHIARELLI – Stanzia

La pregevole l’unione artistica di Tommaso Sgammini (pianoforte) e Filippo Macchiarelli (contrabbasso), con la collaborazione vocale di Camilla Battaglia, produce un album jazz di primissima qualità, tra numerosi originali e alcuni riarrangiamenti di brani di Monk (la celeberrima “Round midnight”) , il tema del “Maratoneta” di Michael Small, “Joy Spring” di Clifford Brown (che ne fece una splendida versione con max Roach). Tanto gusto, qualità eccelsa, lavoro più che apprezzabile.

SOREN – Ultima Necat

Il collettivo romano (ora ridotto a trio), con il prezioso aiuto di alcuni ospiti, affronta un album (atto finale di una trilogia) dai tratti ostici e difficili, diviso in due parti. Sonorità che mischiano elettronica, un approccio post wave e cantautorale, insert teatrali/poetici, umori decadenti e drammatici. Lavoro distintivo e personalissimo, da scoprire lentamente.

STAIN – Kindergarten

La band pugliese stupisce favorevolmente con un ep d’esordio composito e complesso. Math rock, Fugazi, post rock, Radiohead, impeto grunge si mischiano e alternano. Abrasione e malinconia, chitarre che grattugiano, melodie strazianti ritmiche saltellanti. Interessanti e curiosi.

TALEA – Tales

L”ep d’esordio della cantautrice marchigiana nasce artisticamente sulle strade di Scozia e Irlanda e si sente. Un folk semiacustico che assorbe le atmosfere nordiche, tra momenti sospesi, intense ballate, una voce personale ed efficace, brani ben composti, raffinati, elegantemente arrangiati. Attendiamo l’album.

TENEBRA – What we do is sacred

La band bolognese alle prese con un ep di tre brani in cui si immerge in un infuocato heavy rock che sconfina nello stoner e in sguardi al grunge più torrido con i Soundgarden dietro l’angolo. Suoni ed esecuzione perfetti, ottime song, grande tiro.

PAOLO TOFANI – Indicazioni vol. 2

Uno dei chitarristi più geniali e d’avanguardia su cui l’Italia abbia potuto da sempre contare. Anima degli Area (il più grande gruppo italiano in assoluto) e poi alle prese con molteplici esperienze soliste. Il nuovo lavoro, seguito del suo album ‘Indicazioni’ del 1977, è registrato in totale autonomia, frutto di pura improvvisazione e propone una modalità nuova e alternativa dell’uso della chitarra, grazie all’utilizzo della Shyama Trikanta, strumento da lui progettato e costruito. Paolo Tofani continua a darci “Indicazioni” verso cui portare creatività, avanguardia, sperimentazione. Un lavoro difficile ma stimolante e suggestivo.

DANIELE TRUCCO – No?

Il saggista e compositore piemontese abbandona la musica elettronica e ambientale per abbracciare un album cantautorale dalle varie sfaccettature, tra toni autunnali e momenti più scanzonati. Le influenze della tradizione della canzone d’autore italiana sono ampiamente rappresentate e bene assimilate in un lavoro di ottimo livello.

 

VIDEO:

LAILA AL HABASH – Gelosa, MARCO ALBANI – Running to you, ALIS – Tutto ha un prezzo, ALTROVE – Statua, FRANCESCA ANASTASI – 14 anni, ANDROMAN – Ancorami, ARCTIC PLATEAU – Song of shame, AROX – Love affair, ASIA ARGENTO – Tutto ha un prezzo, ARKESIA – Beltane, ARTICO – Puzzle, ASSALTI FRONTALI – Gol Gol rap, AUTUNE – Pedro from the pillow, BANDA BASSOTTI – Roma non si vende, VASCO BARBIERI – Believe, BEBAWINIGI – Love, STEFANO BERTOZZI – Rise & Shine, BITOSSI/PAGANO – Un’altra stagione, BLOODYWOOD – Gaddaar, ELISA ERIN BONOMO – Tempesta, BONNY JACK – Night Lore Blues, DAVIDE BUZZI – American.fly, CLAUDIA CANTISANI – L’affare di famiglia, VINCENZO CAPUA – Polvere, STEFANO CARL – Isabel, ALEX CASTELLI – Donna, CATERINA – La vita davanti, Ben CAVENDISH – Sollievo, CHRISS – Mondi opposti, CLAUDIO CIRIMELE – Vita, MANUELA CIUNNA – Vicé, CLER? – A letto, STEFANO COLLI – Indispensabile, COMECARBONE – La cattedrale di Notre Dame, MICHELE CORDANI – Spartaco, MICHELE CRISTOFORETTI – Notti,  GIULIANO CRUPI – Filtro, FABIO D’AMATO – Vertigo, LORIS DALI’ – Branko non sbaglia mai, EDOARDO DE ANGELIS – Biancaneve farà un po’ tardi, EDOARDO DE ANGELIS – Lella, THE DEAD MAN IN L.A. – Il giorno di polvere, DIAMARTE – Falso risveglio, ILARIA DI NINO – Fuori tempo, DINASTIA – Confidenziale, EMANCIPO – Uno, ENFANT SAUVAGE – Time to fall, ENGLISH BREAKFAST – On the road, ERRE PUNTO – Vecchia Roma, AURORA FADEL – Stupida indecisione, MICHELE FENATI – Il mio nome è Aurelio, MAURIZIO FERRANDINI – Il buio, FLEXUS – E allora tu, FOJA – Duje comme nuje, KEKKO FORNARELLI – Anthropocene, FUOCHI FATUI – Cattivi pensieri, GABS – Lasciami per terra, GIMBO – Lontano da tutto,  MARCELLO GIANNINI – Elementi, GLI INCUBI DI FREUD – Miglior attore non protagonista, GAIA CUATRO, GIOGALA – Prendere o lasciare, FABIO GOMEZ – Let me be, IDA GRASSO – Angolo dell’universo, KADEBOSTANY – Wild in secret, KEEPALATA – Mutamento, H.E.R. – Roma, HAMBURG SPINNERS – Der magische kraken,  HEMA – Murales, JAKIDO – Tango, JUICY – Love is when it’s getting bad, I’M NOT A BLONDE – Circles, IANEZ – Analisti ne abbiamo?,  IL PEGGIO E’ PASSATO – Corse ad ostacoli, TOMMASO LA NOTTE – Passano i treni, LAMAREA – Prima di dormire, LAMETTE – Mi piaci così, LA SCELTA – La via della seta, LOVESICK DUO – I don’t want you to leave, LOYAL – Fiammiferi, LUNAR DUMP – Smoker’s bridge, ANTONIO LUPO – Soffio sul tuo cuore, MALBIANCO – Uroboro, MARCO MASONI – La primavera, THE MILLS – Live at Zona Porta Oro, MODERNO – Serena, MONIA – Dakar, MONIEU – Milano Sud, MONOSCOPES – Ages of you, MONTONE – Le 4 di notte, DADO MORONI/MIETTA, MATT MUN – Iridescent, ORESTE MURATORI – Nuvole sul divano, NEW22 – Kiss in the dark, NIGRA – Senza Luna, NONOSTATO – Non ho stato bene mai, DAVIDE PAGNINI – Santiago si avvicina, CARLO PINCHETTI – Zoppico, PIUME – Welcome, ALESSANDRO PROIETTI – Elettroshock, QUENTIN – Uh damn, RADIO TRAPANI – Go, RANISS – Inferno, MAX RASA – Dammi una mano, RECALL MADAME X – Demetra, FRANCESCO REITANO – Nuvole negli occhi, REMOTE CONTROL – Annihilate, RINKY TINKY JAZZ ORCHESTRA – One for the road, ROCCO – Psicopandemia, RODJA – Everest, ROSMY – Fake news, RUMBA DE BODAS – Isole, ELENA SANCHI – Diavoli notturni, SABRINA SCHIRALLI – I nostri sogni, SCILE – Il nostro tempo, SEPTEM – Blood and soul, SHAME – Controcorrente, SIRIO – Annegherò insieme a te, SIR OLIVER SKARDY – Figa e sfiga, SIRIO – Annegherò insieme a te, SNEERS – Ode to the past, SPAVENTAPASSERE – Sotto la doccia piscio, SUD SOUND SYSTEM – Souljazz, ARCANGELO ARK TANGORRA – E’ Natale e io No, THEFT – 49 falene, THEMORBELLI – Therinascimento, THEVINZ – Sei la mia pioggia, TIAMO – Classici, MATTIA TONI – Qualcosa quasi inspiegabile, FERNANDO TOVO – Mina, TUKURU’ PROJECT – Pawa, GLI ULTIMI – Un battito ancora, UNDER THE SNOW – Follower, VETRO – Inesorabile andare. MATTEO VIANO – Ti dedico questa canzone

 

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA, ed è soggetto alla Privacy Policy e ai Termini di utilizzo di Google.