PEKI D’OSLO – Album teaser

Peki D’Oslo è una creatura che mal si adatta alla luce del giorno, trovandosi più a suo agio di notte tra le mille luci delle metropoli sotto i riflessi dei neon di clubs e locali di spogliarello, quando la realtà è più sfumata e distorta e i confini tra bene e male, legalità e crimine, arte e cultura “bassa”, glamour e violenza sono impalpabili. Nata non si sa quando nè dove, è stata spogliarellista a Parigi nei quartieri della boheme e a Pigalle, dissoluta modella per fotografi e riviste glamour nella Londra dei sixties e nei seventies insieme alle rock stars, musa mutante per i più grandi artisti nella New York dell’esplosione disco e punk, sciantosa a Berlino durante la caduta del Muro. Instancabile giramondo, cosmetica bambola multicolore nella movida ’80 a Barcelona e nei techno rave parties ad Amsterdam, dai bassifondi della Bowery ai galà di Hollywood, maitresse nei bordelli thailandesi e curatrice di musei a Roma, ha preso a pieni morsi la vita in ogni sfumatura fino ai suoi aspetti più oscuri. Vampira senza età, ibernata e scongelata più volte, riciclatasi in mille forme, ha posato per Robert Mapplethorpe, composto versi insieme a William Burroughs e Allen Ginsberg, condiviso pennelli e spray con Jean Michel Basquiat, ha ballato allo Studio 54 e sballato al CBGB, attrice per Martin Scorsese e David Lynch, ha scambiato polaroids con Andy Warhol, partecipato ad orge con Vanessa Del Rio e Joe Dallesandro. Dal Chelsea Hotel al Museo del Prado, elegantemente sconvolta ha assaporato ogni sostanza, essenza e bevanda, sperimentato ogni possibile erotica fantasia. Festaiola quasi a morirne, ha guardato le stelle dal fango di una pozzanghera, ha imparato il linguaggio dei truffatori e dei vagabondi, ha vissuto in castelli ed edifici abbandonati, senza però mai essere stritolata sotto il peso dei peccati delle metropoli. Ha raccontato i suoi deliri ad Andrea Bellentani, che li ha messi in musica e versi insieme alla sua disfunzionale famiglia musicale: Ulderico Wilko Zanni (Rats) alle chitarre e basso, Dome La Muerte Petrosino (Not Moving) alle chitarre, e Antonio Tony Face Bacciocchi (Not Moving) alla batteria. Un album di rock noir urbano, una sonorità che si rifà ai grandi “maledetti” del rock, agli Stooges-MC5-Velvet Underground, che dal primo punk rock’n’roll ’77 inglese e americano retrocede fino al garage sound sixties per un viaggio notturno attraverso i paesaggi alienati delle nostre città. Parole, musiche, arrangiamenti e produzione artistica di Andrea Bellentani. Registrato, mixato e masterizzato all’ Elfo Studio, Piacenza, da Alberto Callegari, assistente Daniele Mandelli. Le chitarre di Dome sono state registrate all’Ale Ovi Sportelli Recording Studio, Cascina. Grafica di Denny Lugli. Logo di Alberto Bello. Social Media: Emanuele Bacco Bacchelli Contatti: pekidoslo.info@gmail.com Contempo Records Firenze 2023 Egea distribuzione Testi in italiano, storie che raccontano di sopravvivenza urbana, di stupro, di Pier Paolo Pasolini, di bande e lotta armata, di masturbazione, di prostituzione, di droghe pesanti, di gente che sceglie di non inginocchiarsi, svendersi o allinearsi. Storie di stupore e difficoltà in questo tempo, dell’avanzare di tecnologie astruse che tendono ad isolare, di una realtà disinfettata, della globalizzazione che ha spersonalizzato e cambiato volto alle città di ogni nazione rendendole tutte simili come enormi sale d’attesa di aeroporti, del finto buonismo, delle religioni catodiche, di guru imbecilli con aforismi da baci perugina, dei nuovi Messia mediatici, della corsa di treni e automobili sempre più veloci diretti verso un “nulla” perfetto, del predominio del regno dei sorrisi, dello scollamento tra realtà e politica, dello strapotere della new economy. Storie da una generazione che spesso non si riconosce più nel quotidiano ma deve comunque appunto “resistere”, andare avanti, adattandosi ma non piegandosi, cercando di mantenere il più intatto possibile la propria personalità, i sogni, le passioni. Una generazione dormiente ma non sconfitta, che ancora ha pensieri liberi e pericolosi dietro le varie nebbie alcooliche e chimiche, barcollante e semi-lucida ma ancora in piedi seppur malferma, una sorta di razza in via d’estinzione, una specie protetta proprio per questo sempre più preziosa, che ancora legge-ascolta-URLA-compra dischi-libri-giornali-va a mostre-cinema-teatri-concerti, si informa, si indigna, manifesta, si inkazza, che fa ancora sesso reale, che non consuma se non gli dai qualcosa di suo gradimento, che non cinguetta e non partecipa a questa orgia globale collettiva e virtuale astenendosi dal 3 x 2, dal black friday, da amazon, dalle varie Frecce, dagli abbonamenti a TUTTI i canali. Una generazione che sceglie di non apparire, ma essere. sempre. credibile. vera. zoppicante. sputacchiante e sanguinante. Ah, Peki D’Oslo è una stronza.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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