SMILE – Broken kid

Fa piacere vedere uscire un album di debutto come quello dei torinesi Smile, un gran bell’esempio di guitar pop italiano dal suono internazionale (Gianni Sibilla, Rockol)

Un’idea di jangle pop USA fine 80’s spinto nervosamente oltre la melodia senza cali ritmici (Nicholas David Altea, Rumore)

Fintanto che ci sarà qualcuno disposto a utilizzarne la cassetta degli attrezzi, a farne il codice più adatto per portare il proprio linguaggio – il proprio messaggio – vicino al punto di rottura, saremo autorizzati a pensare che il rock sia qui per restare (Stefano Solventi, SentireAscoltare)

 Gli Smile presentano il video di “Broken Kid”, uno dei brani contenuti nell’album di debutto “The Name Of This Band Is Smile”, uscito il 26 marzo 2021 (Subjangle / Dotto)

Tra Jim Jarmusch e Derek Jarman, “Broken Kid” racconta per immagini l’estetica degli Smile e il viaggio di una persona alienata e spaventata nello sdoppiamento, nella paura e nella tensione che questi tempi incerti stanno infilando a forza nel corpo di tutti noi. 

Diretto da Luca Vigliani (già regista del video di “Every New Mistake”), “Broken Kid” vede Michele Sarda, cantante della band, camminare per le strade di una Torino presenza/assenza fantasma. Gli spettri della città industriale, le architetture abbandonate quando mai finite, sono eco fortissima di una città che ha rinunciato, di una generazione appesa e incerta tra lavori precari e malpagati e sentimenti intensissimi che non riescono a venire fuori. “Broken Kid” racconta il lato più inquieto della nevrosi nascosta in una melodia scintillante. Il video suona per immagini in cui si crea spazio, le sensazioni si sedimentano e viaggiano.

Le location torinesi del video sono: Cimitero monumentale; via Catania; via Perugia; Lungodora Siena; ex-Mercato dei fiori; corso Verona. Sul finale si scorge l’ecomostro nei pressi di Torre San Giorgio, sulla strada da Torino a Saluzzo

THE NAME OF THIS BAND IS SMILE – L’ALBUM DI DEBUTTO DEGLI SMILE

Il disco è stato anticipato durante l’anno dai singoli “Every New Mistake”, “Just So You Know”, “Time To Run” e “From Here On” ed esce pochi giorni prima del video “Broken Kid” e rispecchia pienamente lo spirito della band torinese che racconta la monotonia e l’alienazione della vita contemporanea attraverso canzoni da tre minuti, capaci di unire al nervosismo post-punk della sezione ritmica e la melodia di una chitarra jingle-jangle una voce empatica,  potente e riflessiva.

La musica degli Smile (Michele Sarda alla voce, Hamilton Santià alla chitarra, Francesco Musso alla batteria e Mariano Zaffarano al basso) è permeata da uno strato di alienazione e straniamento: un indie rock con accenni jangle e post punk che racconta un disagio tanto personale quanto collettivo di una società sospesa senza apparente via d’uscita. Con un sound che ricorda R.E.M. e The Smiths, gli Smile creano musica al tempo stesso melodica ed esplosiva per raccontare un quotidiano fatto di burocrazia, incapacità di azione, bollette da pagare e precarietà. 

 
Biografia: Nati a Torino nel luglio 2019, gli Smile sono Michele Sarda (Neverwhere, Swörn, New Adventures in Lo-Fi), Hamilton Santià (Somewhere Between), Francesco Musso (Maniaxxx, Lay) e Mariano Zaffarano. 
Michele Sarda e Hamilton Santià decidono di tornare a suonare insieme dieci anni dopo gli Squirrel con un’indie rock mix di influenze che pescano nella tradizione indie con cui sono cresciuti (R.E.M., Smiths, Hüsker Dü, Replacements, Wedding Present) per raccontare un presente che tenga ben fermo il punto di vista sull’alienazione di oggi. Lavori precari, città post-industriali, fantasmi dei futuri perduti. Le canzoni degli Smile non vogliono essere un antidoto quanto una descrizione di quello che si vede da una finestra mentre la vita scorre e i fogli excel non accennano a finire. Ogni giorno, dalle 9 alle 18, poi coprifuoco. Musica nervosa e desolante, con melodie scintillanti e chitarre jangle. 
Hanno diviso il palco, fino a quando è stato possibile, con Krepax, Starving Pets, White Pagoda e Gogs suonando in prestigiosi locali torinesi come Astoria e Blah Blah. 
Hanno partecipato alla compilation tributo della scena indie torinese a Daniele Johnston “From Turin To Austin” (Dotto, 2020) con “Life in Vain”.
Il loro primo disco, “The name of this band is Smile”, uscirà a marzo 2021 per l’etichetta di culto Subjangle (già artefice di piccoli successi jangle-pop come 3am Again, The Hannah Barberas, Alpine Subs, Crystal Furs e Umbrella Puzzles) e per Dotto, label torinese dietro a New Adventures in Lo-Fi, Swörn e Lechuck.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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